Per Monreale (stavolta) c'è una buona notizia: dopo l'incuria rinasce Villa Belvedere
Con palme, ficus, magnolie e vialetti, ospita per anni feste, concerti, passeggiate. Dal crollo di parte del belvedere, nel 2011, è parzialmente inaccessibile

Villa Belvedere a Monreale
Il pianoro su cui sorge, nato come orto dei monaci benedettini nel cuore del complesso abbaziale voluto da Guglielmo II, nel corso dei secoli fu trasformato in giardino ornamentale, fino a diventare - già nell’Ottocento - uno dei primi veri spazi pubblici della città.
Arricchita da palme, ficus, magnolie e vialetti in stile romantico, la villa ha ospitato per decenni feste, concerti, passeggiate e momenti di vita collettiva.
Un tempo elegante e curata, è poi andata incontro a un lento declino, aggravato dal crollo di parte del belvedere nel 2011 e dalla mancanza di interventi strutturali. Da allora, è rimasta parzialmente inaccessibile. Finalmente però qualcosa si muove.
La Giunta comunale ha appena approvato il progetto esecutivo per rimetterla a nuovo: un intervento che punta in alto, non solo perché comincia con il consolidamento del costone roccioso su cui si regge il giardino, ma perché vuole riportare il belvedere a una funzione pubblica vera, vissuta, quotidiana.
Un progetto di rigenerazione urbana, certo, ma anche sociale, culturale e turistica.
Oltre alla sistemazione della pavimentazione, al rinnovo dell’illuminazione e degli arredi, alla riqualificazione del verde e all’inserimento di percorsi tematici e segnaletica, sono infatti previsti spazi polifunzionali per eventi, attività educative e ricreative.
L’obiettivo? Fare di questo affaccio mozzafiato un luogo accessibile e inclusivo, aperto a tutta la cittadinanza. Perché lo scopo è di valorizzare il ruolo aggregativo ed educativo della Villa, che in qualche modo ha sempre avuto, integrandola in un percorso unificato con le principali attrazioni di Monreale, così da incrementarne al contempo l’attrattività turistica: un vero e proprio nodo urbano vivo, in dialogo con il tessuto storico e culturale della città.
L’idea è stata sviluppata da un gruppo di tecnici interni al Comune e si inserisce in un piano di riqualificazione che riguarda tutta l’Area Urbana Funzionale di Palermo (FUA), una rete di 31 Comuni che hanno scelto di fare squadra per attrarre fondi europei e promuovere uno sviluppo territoriale più efficace e sostenibile.
Monreale, in particolare, è capofila della sub-coalizione Sud- Ovest, e proprio da qui arriva uno dei segnali più concreti di rinascita urbana. «Il progetto della Villa Belvedere - spiega l’assessore ai Beni e alle Attività culturali Fabrizio Lo Verso - non è un intervento isolato. Si inserisce in una visione più ampia di rigenerazione urbana che riguarda l’intero centro storico e il complesso abbaziale. Oltre alla villa, infatti, abbiamo già approvato la riqualificazione delle due piazze principali e sono in corso i lavori all’Antivilla Comunale. A breve partirà anche il completamento del Complesso Monumentale Guglielmo II».
«La soddisfazione è grande - aggiunge - perché questo traguardo ci permette di fare un ulteriore passo per il benessere della comunità, che sarà coinvolta attivamente, e per la valorizzazione del patrimonio di Monreale». A guidare l’intera operazione, il principio che lo spazio pubblico è un bene da vivere, da curare, rendere sicuro, accessibile, accogliente.
E non solo a parole: il progetto, infatti, è già stato validato e sarà immediatamente esecutivo una volta ricevuti i fondi.
Il costo complessivo - nero su bianco - è di 2.500.000 di euro, e comprende anche incentivi per l’efficientamento informatico, gli allacciamenti per il wi-fi, il collaudo tecnico degli impianti e la pubblicità. Nessun dettaglio lasciato al caso quindi, almeno sulla carta.
A questo punto la sfida - come sempre - è vedere tutto questo trasformarsi presto in realtà, senza intoppi e senza ritardi. Perché Monreale, la sua comunità e chi la attraversa meritano un belvedere vivo e curato, che torni a essere quello che è sempre stato: un luogo di incontro, di respiro, di meraviglia.
Un luogo dove sedersi all’ombra di un ficus e guardare il golfo di Palermo dall’alto, dove ascoltare musica, immaginare nuove storie, far giocare i bambini, accogliere chi arriva da fuori.
Un luogo che ricuce memoria e futuro, bellezza e partecipazione. Per tornare a fare quello che ha sempre fatto, nel silenzio dei suoi alberi e nella luce che si allunga fino al mare: tenere insieme una comunità.
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