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Quando un incontro ti cambia la vita: Colley (dal Gambia) realizza il suo sogno a Mazara

Il gambiano un paio di anni fa ha chiesto a un imprenditore mazarese di affittare un terreno agricolo. Da quella richiesta è nato un progetto che oggi vede la luce

Jana Cardinale
Giornalista
  • 6 novembre 2020

Colley Tijan e Vincenzo Giammalvo

Gli incontri importanti, che possono cambiare il corso della vita. Incontri casuali, cui si arriva con un obiettivo, ma inconsapevoli del valore di una sinergia essenziale, quella del cuore, prima di tutto, seguita dalla ragione al servizio del talento.

Vincenzo Giammalvo, imprenditore mazarese, ne è convinto, ispirato da Sir Robert-Powellil, fondatore del movimento mondiale dello scoutismo, che diceva: «Cercate di lasciare questo mondo un po' migliore di quanto non l'avete trovato».

Il suo motto preferito ha regalato un sorriso, e una speranza, a Colley Tijan, giovane gambiano residente a Mazara del Vallo, che un paio di anni fa si è recato nell’agenzia immobiliare di famiglia per chiedere di affittare un terreno agricolo dove poter lavorare. Una richiesta da cui è sfociato un progetto che oggi ha messo le ali.

«Mi sono laureato nel 2003 all’Orientale di Napoli in relazioni internazionali con specializzazione in politiche di sviluppo – dice Vincenzo Giammalvo - e sono sempre andato in quella direzione con la passione per l’Africa Subsahariana. Ho fatto volontariato in Sud Sudan nel 2011 per 15 giorni, per vedere con i miei occhi la situazione che c’era».
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«Provare ad aiutare gli altri, e chi ne ha bisogno, è la nostra quotidianità. Il vero sognatore è mio padre, un uomo aperto al mondo, inventivo, dal cuore molto grande - racconta Vincenzo -. Abbiamo conosciuto Colley nel 2018, perché si era rivolto all’agenzia di mia madre chiedendo, appunto, un terreno in affitto. Abbiamo colto la palla al balzo pensando a una nostra proprietà, una diecina di ettari nella Piana di San Nicola».

«Lo abbiamo reso irriguo, lo abbiamo dissodato e abbiamo organizzato il lavoro fornendogli i mezzi. Lui si è dedicato a quell’appezzamento con una motozappa, ha fornito la manodopera dando lavoro a suoi connazionali - continua -. Abbiamo diviso i profitti e oggi quel nostro progetto avviato così, superando la modalità dell’affitto originariamente richiesto, sta andando avanti».

Un’intuizione, la voglia di collaborare avvalendosi della volontà di un ragazzo dotato di ottime capacità, e l’idea di dare un aiuto concreto. Oggi è tutto pronto per l’apertura della seconda fase che prevede il ritorno in Gambia per impiantare una grande azienda agricola, di circa 100 ettari, dove la famiglia di Colley ha dei terreni di proprietà più dei capi di bestiame.

Lì, forte dell’esperienza di quasi tre anni di lavoro a Mazara, e avendo imparato le tecniche moderne nell’azienda locale, Colley sarà impegnato a coordinare l’attività volta a produrre per il mercato locale prodotti immancabili nell’alimentazione quotidiana, come patate e cipolle, e a gestire l’attività nel mercato interno con un aiuto importante in termini commerciali e possibilità di sbocchi nei paesi vicini e nel mercato europeo, principalmente con la frutta.

«Aiutateli a casa loro», quindi, può affrancarsi da gelido refrain e tradursi in effettiva visione e modalità di collaborazione stabile e coerente, pur nei limiti delle proprie possibilità, con un obiettivo di cooperazione. Colley ha 42 anni. Da circa 5 anni faceva l’operaio in ambito agricolo.

Dopo l’incontro con Vincenzo è "titolare" di un suo fascicolo aziendale, ha la sua partita iva con regolare contratto di lavoro. Un insieme di buone prassi portate avanti in un contesto diventato diverso, migliore.

A Mazara del Vallo ha alcuni parenti, e anche un figlio. Dall’anno prossimo andrà in trasferta per sviluppare il progetto avviato grazie all’incontro con i Giammalvo, la cui azienda è leader da tre anni nella produzione e commercializzazione di papaya, e anche mango, oltre che ideatrice di un vino, "l’Arsura", particolarmente apprezzato dai consumatori.

«Da circa 15 anni mi occupo di management – conclude Vincenzo – e anche in questo progetto sarò un tecnico. Il vero sognatore è Salvatore, mio padre, che l’ha pensato e portato avanti nella direzione dell’Africa. Desidero tornare alle origini, come quando studiavo all’Università e mi portavo dietro l’esperienza degli scout».

Se Colley ha fatto il salto di qualità lo deve alla sua volontà e alla sua intraprendenza, ma anche a certi sogni di chi crede che un mondo solidale è possibile.
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