Durante gli scavi per l'istallazione dei "bollards", i dissuasori mobili, saltano fuori reperti del '600 e l'antica fognatura della città costruita insieme alla via Maqueda
Gli scavi per l'installazione dei "bollards" di fronte al Teatro Massimo di Palermo
A Palermo (e in tutta la Sicilia) tutti sanno, che appena si scava per fare qualsivoglia lavoro si trovano reperti e la gloriosa storia dell'Isola riaffiora con tutta la sua potenza. E, ovviamente, è stato così per i
dissuasori mobili - o a scomparsa - che dovrebbero essere installati in prima battuta di fronte al Teatro Massimo di Palermo, i famosi "
bollards", che dopo questo cantiere dovrebbero sostituire i "
new jersey” in tutti gli accessi verso l'area pedonale della città.
Qualche giorno fa è partito il cantiere per gli scavi e così, oltre a trovare quattordici servizi a rete di vario tipo che passano proprio da lì (tra Enel, Amap, Fibbra ottica, etc etc) è stato rinvenuto un
canalone la cui costruzione è datata attorno al 1600, subito dopo il medioevo per intenderci. Si tratta dell'
antica fognatura della città costruita insieme alla via Maqueda.
«Siamo immediatamente fuori le mura cinquecentesche della città - racconta Carla Aleo Nero, direttore della sezione archeologica della sovrintendenza - probabilmente nell'area di un bastione, anche se ancora non ne siamo sicuri. Il canalone ritrovato è stato costruito in contemporanea con la via Maqueda ed è un
bel manufatto, è la prima volta che si trova la fognatura in buono stato e che si ha la possibilità di fare rilievi archeologici, di datarla, di studiarne la sezione. Ad esempio abbiamo scoperto che
è stato costruito con una malta molto resistente».
L'installazione dei dissuasori non verrà bloccata, bisognerà soltanto superare alcune problematiche, in primis, quella realativa ai 14 servizi a rete
tra i quali dovrebbero trovare posto anche i "bollards".
Non si è capito ancora bene
se il canalone sia ancora in funzione: «I tecnici dell'Amap hanno introdotto nel canalone una telecamera per capire se c'è acqua - aggiunge l'archeologa - ma è in parte ostruito, si pensa che sicuramente in certi punti ci sia dell'acqua che passa. Attualmente i tecnici dell'amap stanno continuando approfonditi rilievi».