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"Scappano" dalla città e si rifugiano a Panarea: la vita (senza Covid) di una coppia torinese

Massimo, 66 anni, e Michela, 55, hanno deciso di trascorrere i mesi della pandemia nella loro “casa bianca”, proprio nell’arcipelago siciliano delle isole Eolie

Balarm
La redazione
  • 15 febbraio 2021

Le isole Eolie viste da Panarea

Se mesi fa avessimo potuto scegliere dove trascorrere i tanti giorni chiusi in casa, con limitazioni e la minaccia del rischio di contagio, forse anche noi avremmo scelto una piccola isola come Panarea, quale rifugio.

Questa è stata la scelta - riportata dall’Agi - di una coppia di coniugi torinesi, Massimo, 66 anni, e Michela, 55, che hanno deciso di trascorrere i mesi del Covid nella loro “casa bianca”, proprio nell’arcipelago siciliano delle isole Eolie.

Dai primi giugno, come hanno raccontato, hanno potuto vivere più o meno in condizioni di totale libertà, considerato il fatto che il virus non è mai arrivato sulla piccola isola.

Panarea, come riportato dalla cronaca, dall’inizio della pandemia è stata molto protetta dagli abitanti stessi del luogo, evitando, anche con metodi a volte “antichi”, l’arrivo di persone non residenti e dunque potenziali vettori del virus.

Sull’isola vivono stabilmente circa 300 persone e la minaccia del contagio al momento è quasi un argomento archiviato.
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Come Michela e Massino anche altre persone hanno scelto di tornare nella casa di vacanza per trascorrere in sicurezza - e con un paesaggio mozzafiato rispetto alle grandi città - i mesi difficili dello scorso anno.

Lo stile di vita nella perla delle Eolie è certamente diverso, con ritmi e offerte lontani dalle comodità di un centro più grande ma, nella circostanza, gli stessi aspetti si sono rivelati efficaci e salvifici.

Infatti tanto i residenti stabili quanto queste persone che hanno scelto Panarea come rifugio, non soffrendo delle mancanze (una volta alla settimana ad esempio giunge una farmacista sull’isola) temono, comprensibilmente, l’arrivo della bella stagione che comporterà, va da sé, l’arrivo di tante altre persone, potenziali veicoli del virus.
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