STORIA E TRADIZIONI
Se passate da Purgatorio non vi spaventate: non sono persone ma "Pupi ri pagghia"
A Carnevale, per fare un simpatico scherzetto a chi passa dal piccolo paese trapanese, le strade si riempiono di buffi pupazzi di paglia realizzati dagli abitanti
La preparazione dei cosiddetti "pupi ri pagghia" dura diverse settimane. Gli abitanti si ritrovano insieme la sera in un piccolo garage trasformato per l’occasione in un vero e proprio laboratorio sartoriale, dove grandi e bambini armati di vecchi vestiti, ago, filo e tanta paglia, realizzano dei buffi pupazzi di stoffa, spesso a voler raffigurare qualcuno del posto o qualche personaggio famoso: il barbiere, il barista, il professore e a volte, anche la vicina di casa.
Così le strade di Purgatorio cominciano a riempirsi di simpatici pupazzi colorati che scippano risate agli ignari passanti che da lontano li scambiano per delle persone vere. Il martedì che precede l'inizio della Quaresima, dopo il corteo funebre di Peppe Nappa, "i pupi ri pagghia" vengono ammassati davanti al piazzale della chiesa e bruciati in un grande falò.
Nelle antiche tradizioni contadine il rogo rappresenta l’inverno ormai morente che assume le sembianze di un fantoccio fatto di paglia e di stracci che bruciato, cede il passo alla rinascita della natura e della vita stessa con l’arrivo della primavera.
Un'usanza che sembra derivi da antichissimi riti purificativi e propiziatori diffusi in epoca pre-cristiana. I Celti ad esempio, per propiziarsi le divinità, usavano accendere dei fuochi e bruciare un fantoccio rappresentante il passato, mentre i contadini in cerchio cantavano e ballavano.
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