ITINERARI E LUOGHI
Si chiama "Bagheria" ma non è a Palermo: ci fai il bagno (gratis) tra farfalle e cascate
Volo di farfalle, profumo di mentuccia selvatica, bagno rinfrescante, stendersi all’ombra e tutto senza aprire il portafogli. Vi portiamo in un luogo ameno in Sicilia

Il torrente "Bagheria"
Poche case e molte macchine, ma con un paesaggio tutto color verde, non un solo pendio appariva scoperto di vegetazione ma fittamente ammantato di erica ed anche di alberi di alto fusto come i castagni.
Fatti alcuni chilometri su stradine in parte asfaltate e in altre semplicemente sterrate, abbiamo trovato uno slargo per parcheggiare le automobili in una vallata interamente ricoperta di felci giganti.
Abbiamo iniziato il percorso a piedi per qualche chilometro sulla sterrata ma in mezzo a castagneti alcuni più vecchi e con il tronco alto e screpolato, altri di nuova piantagione con il fusto ancora liscio e con le foglioline di un verde tenero emananti un profumo un po’ pungente ma gradevole.
Dopo siamo scesi nel greto del torrente Bagheria, dove il paesaggio ha mutato aspetto diventando più vario e con sfumature di colori più vivaci e mutevoli.
C’era un rivo di acqua limpida e trasparente che lasciava vedere l’alveo di piccoli sassi e di sabbia fine su cui scorreva, accanto a noi al nostro passaggio farfalle multicolori si levavano in volo e sentivamo il profumo della mentuccia selvatica che copiosa era raggruppata sulle rive. Difficile non sentirsi invasi da una sensazione di benessere.
C’erano le foglioline di capelvenere, ma soprattutto spiccavano i grandi ciuffi di disa o saracchio un’erba rigida e fibrosa di un verde brillante che certe volte è disposta come un istrice.
Ma via procedendo il torrente cambiava fisionomia inoltrandosi in mezzo a grandi massi di gneiss metamorficato di colore chiaro ma screziato di blu.
Anche le pietre hanno una loro spoglia bellezza e questi massi rilucevano sotto il sole ed in alcuni luoghi si disponevano come dei separè. Frattanto avevamo imboccato un canyon arboreo perché dei piccoli lecci erano riusciti a crescere fra le fessure delle rocce e pure delle piante di erica.
Ma più avanti il fiume aveva formato delle pozze e l’acqua scorreva più pigra ma più profonda. Vicino alla riva si erano formate delle spiaggette di sabbia spessa e fine ideale per stendersi su. Altrove volgendo lo sguardo c’era la rigogliosa fioritura degli oleandri che stavano raggruppati ed erano al colmo del loro candore.
Ma l’acqua regalava altri giochi e altri spettacoli. Ecco la prima cascata non alta ma bella spumeggiante su vari fronti. Ancora più giù ce n’era un‘altra. Questa volta con un solo rivolo centrale ma con un getto poderoso.
Sotto si era formato un laghetto ideale per farsi il bagno e darsi una bella rinfrescata con brividi.
Al momento del pranzo abbiamo fatto un frugale spuntino dopo esserci asciugati. Chi si goduto l’ombra negli anfratti delle rocce e chi si è disposto sotto qualche alberello che ha assunto la funzione di ombrellone da spiaggia.
Tanto che Io gli ho chiesto : «Ma quanto lo paghi?» Risposta – Niente tutto gratis! Facendo trekking si godono paesaggi straordinari, alcune volte non lontani da casa, si sta in compagnia di amici che condividono lo stesso amore per la natura e ci si può divertire a costi molto contenuti e talvolta pure addirittura irrisori.
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