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Sicilia "Coast to Coast": viaggio mozzafiato tra boschi, luoghi abbandonati e storia

Il termine “coast-to-coast” evoca gli immensi paesaggi americani ma facciamolo in Sicilia seguendo diversi itinerari: il primo è la traversata da est a ovest dell'Isola

  • 4 aprile 2019

Un vicolo del centro storico di Gangi, Sicilia

Il termine “coast-to-coast” evoca immediatamente gli immensi paesaggi americani con le strade di nero asfalto dritte a puntare l’orizzonte, le nuvole bianche che corrono in un cielo profondo e quelle montagne sullo sfondo a cui sembra di non arrivare mai.

Viaggi lunghi, indimenticabili, in cui si è immersi in scenari grandiosi, ma non credete che nel nostro piccolo la Sicilia non possa regalare avventure di minore impatto.

Con questa rubrica diamo il via ad una selezione di “coast-to-coast” che attraversano in lungo e in largo la nostra isola: Tirreno, Ionio e Mediterraneo uniti da sinuose lingue d’asfalto che toccano importanti siti archeologici, paesi secolari, boschi, chiese abbandonate, vette montane, con il mare sempre a fare da punto di partenza e traguardo.

Iniziamo il primo viaggio proponendo una traversata est-ovest della Sicilia attraverso la Strada Statale 120 o “dell’Etna e delle Madonie”, 215 km circa tra monti e colline, sulle orme di antiche regie trazzere, sempre sospesi tra il cielo e l’immensa teoria di colline che puntella l’interno della nostra regione.
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Si parte da est, in direzione Palermo, lasciando la S.S.114 a Fiumefreddo di Sicilia ed il brillante Mar Ionio alle spalle e seguendo le indicazioni per la S.S.120 che inizia a risalire la lunga e ariosa Valle dell’Alcantara puntando subito verso ovest. In pochi chilometri, attraversando luminosi agrumeti, si raggiunge Piedimonte Etneo, centro abitato di circa 4mila abitanti con un gradevole centro storico.

Proseguendo, la strada prende giustamente il nome di “Strada del Vino dell’Etna”, è proprio qui infatti che si attraversano i territori dove si coltivano i vini D.O.C. etnei come il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio o il Carricante.

La campagna è impreziosita da frutteti e uliveti, ed in pochi chilometri si arriva a Linguaglossa, porta d’accesso agli impianti di risalita del versante nord del vulcano. A circa 4 km dall’abitato, una deviazione è d’obbligo lungo la S.P.7 per raggiungere in breve lo splendido abitato di Castiglione di Sicilia. Inserito nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”, Castiglione ha origini molto antiche, ma è con i Normanni che raggiunge il massimo splendore.

Il centro storico è un dedalo di stradine dove palazzi nobiliari e chiese in pietra lavica si avviluppano attorno ad una rocca sulla cui cima sorge il Castello di Ruggero di Lauria. In posizione dominante, Castiglione è un sogno ad occhi aperti assolutamente da non perdere. Se ne avete il tempo potete proseguire per le Gole dell’Alcantara, una magnifica forra di lave colonnari, ove è possibile fare il bagno (ne abbiamo parlato qui).

Tornando lungo la S.S.120, in circa 15 km si raggiunge Randazzo, popolosa cittadina ricca di storia e caratterizzata da bellissime chiese come la Basilica Minore di S. Maria Assunta (del 1214), totalmente in pietra lavica, e la Chiesa di San Nicoló del XIII secolo. Lasciato il paese, la statale attraversa le spettacolari campagne di Maletto, in un paesaggio dominato dalla selvaggia e impressionante mole del versante occidentale dell’Etna a sud e dai pendii boscosi dei Nebrodi a nord.

In uno scenario incredibile colorato dai frutteti in fiore (soprattutto ad aprile) e cinto dal grande vulcano ancora innevato, la statale, dopo lunghi rettilinei, attraversa il Ponte Bolo ed inizia ad arrampicarsi sui pendii dei Nebrodi. Il paesaggio muta rapidamente aspetto, frutteti e coltivazioni lasciano il posto a immensi campi erbosi che, specialmente all’inizio della primavera, hanno un colore verde abbagliante.

Dopo circa 12 km si sfiora l’abitato di Cesarò, a circa mille metri di altitudine, e qualche km dopo, con una breve deviazione sulla destra, è possibile raggiungere e visitare l’impressionante rudere di Borgo San Giuliano, un vecchio borgo fascista abbandonato e oggi purtroppo in rovina.

Continuando il percorso, la strada scivola su pendii e versanti – tra non poche frane e deviazioni – fino a raggiungere il Ponte Borgonovo e, dopo circa 8 km, l’abitato di Troina.

Distesa su un altopiano a circa 1120 m, Troina è un belvedere eccezionale su metà Sicilia: i Nebrodi a nord, con i loro boschi fitti e le nuvole sempre a sfiorarne la sommità, l’Etna possente che chiude l’orizzonte ad est, valli e colline a sud e le Madonie ad ovest. Una posizione chiaramente strategica, tanto che la cittadina fu proclamata da Ruggero d’Altavilla capitale della Contea di Sicilia nel 1062.

Di antichissime origini, Troina conserva pregevoli monumenti come la Cattedrale dedicata a Maria Santissima Assunta, ove è custodito un ritratto di Ruggero I, gli scenografici ruderi del monastero basiliano di San Michele Arcangelo e la Torre Capitania del XII secolo.

A breve distanza dall’abitato merita una visita il Lago Ancipa, invaso artificiale ai piedi dei Monti Nebrodi, circondato da splendidi boschi dove poter fare trekking. Lasciata Troina, la S.S.120 continua serpeggiando tra alture e zone rimboschite fino a raggiungere Cerami, dopo circa 14 km.

Di fondazione normanna, come ricorda l’antichissima processione dell’alloro (il 27 agosto) che a sua volta rievoca la vittoria dei normanni sui saraceni avvenuta qui nel 1063, l’abitato ha un delizioso centro storico, alcuni pregevoli monumenti (tra cui la Chiesa Madre e la Chiesa di San Sebastiano, entrambe del XV sec.) ed uno spettacolare belvedere su tutta la Sicilia centrale.

Continuando verso ovest la Statale si contorce tra valli e incredibili formazioni rocciose, scende rapidamente di quota e, lasciandosi ad est la cittadina di Nicosia, raggiunge in circa 24 km il piccolo borgo di Sperlinga. Minuscolo centro abbracciato alla sua rocca, dentro cui è stato costruita un’inespugnabile fortezza,

Sperlinga è una delle sorprese di questo itinerario: ne abbiamo già parlato qui, per cui non ci dilungheremo oltre. Dopo 17 km tra campagne e lembi di bosco, la S.S.120 aggira l’aguzzo Monte Marone sul cui assolato versante sudovest sorge Gangi, una delle perle delle Madonie.

Proclamato “Borgo dei Borghi” nel 2014, Gangi è tappa forzata per chiunque si trovi a passare da queste parti. Il centro storico, con la splendida Torre Civica e la Chiesa Madre di San Nicolò, è un dedalo di viuzze che si arrampicano per la collina, tra balconi fioriti e sorprendenti monumenti.

Centro accogliente e vivace, Gangi vale assolutamente una sosta di almeno mezza giornata. Continuando il nostro itinerario, la statale punta decisamente ad ovest, attraversando un panorama eccezionale, dominato dall’abitato di Gangi con alle spalle l’immensa mole dell’Etna.

Dopo circa 15 km si giunge al Bivio Madonnuzza da cui è possibile compiere due interessanti deviazioni: la prima, al km 68 circa per raggiungere lo splendido borgo di Petralia Soprana, recentemente anch’esso insignito del titolo di “Borgo dei Borghi” 2019, la seconda lungo la SS290 di Alimena, per raggiungere lo straordinario campo di tulipani di Blufi (ne abbiamo parlato qui) e il Santuario della Madonna dell’Olio dove si trova una sorgente di olio minerale dalle proprietà – si dice – “miracolose”.

Proseguendo invece oltre il suddetto bivio, la S.S.120 attraversa Petralia Sottana, centro antichissimo delle Madonie, ricco di storia e di splendide opere d’arte. Proseguendo, la Statale attraversa luminose campagne per giungere a Castellana Sicula, famosa nei dintorni per gli interessanti murales.

Lasciata ancora alle spalle Castellana, si costeggiano le bellissime campagne delle Madonie meridionali giungendo, con ampi panorami sulle montagne e sulla Valle dell’Imera, presso il centro abitato di Caltavuturo (circa 24 km da Castellana).

Dominato dalla calcarea Rocca di Sciara, il centro abitato ha una storia antichissima testimoniata dai ruderi del Castello di Terravecchia (IX sec.) e da varie aree archeologiche: proprio qui è stata rinvenuta la Phiale Aurea, spettacolare coppa d’oro risalente ad un periodo compreso tra il IV ed il III sec. a.C.

Caltavuturo si offre come comoda base di partenza per innumerevoli escursioni da compiersi nelle immediate vicinanze, tra le quali: le Gole di Gazzara e le relative falesie per arrampicare (di cui abbiamo parlato qui), il sentiero geologico urbano e le rilassanti terme naturali di Sclafani Bagni (di cui abbiamo parlato qui).

Tra interruzioni e avvallamenti, la S.S.120 lascia Caltavuturo alla volta di Cerda, che si raggiunge dopo circa 22 km.

Se scegliete aprile come mese di viaggio, ricordatevi che proprio in questo piccolo centro collinare delle Madonie si tiene ogni anno una delle sagre del carciofo più famose d’Italia: un consiglio, approfittatene!

Il nostro coast-to-coast termina con un saluto malinconico alle tribune di Floriopoli, vero e proprio monumento di una delle corse più antiche del mondo, la Targa Florio appunto, che veniva disputata proprio su parte della statale120. I

l lungo nastro d’asfalto che abbiamo percorso termina la sua linea sulla Settentrionale Sicula, tra i grandi capannoni industriali e le lunghe spiagge scure di Buonfornello lambite dal Mar Tirreno.
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