ARTE E ARCHITETTURA
Sorgeva in un "Olimpo sulla terra": il tempio (dentro) il Duomo di una città in Sicilia
La sua erezione fu dunque uno strumento politico per dimostrare la supremazia della città che godeva dell’appoggio degli dei. Qui oggi passato e presente convivono
Il Duomo di Siracusa
Passato e presente convivono, credo sia la frase più emblematica per descrivere la città di Siracusa . Sul punto più alto dell’isola di Ortigia ci fu un avvicendarsi di altari ed edifici di culto; una specie di Olimpo sulla terra, qui sorgevano i templi più importanti della città come l’Arthemision e l’Athenaion, il tempio di Atena, che poi fu inglobato nel Duomo della città.
Il tempio di Atena fu costruito nel 480 a. C. in occasione di un importante vittoria ottenuta da Gelone ad Imera nella battaglia combattuta contro i Cartaginesi. La sua erezione fu dunque uno strumento politico atto a dimostrare la potenza e la supremazia della città che godeva dell’ appoggio degli dei.
E come tale doveva essere maestoso, prezioso, opulento e ricchissimo nelle decorazioni e nei particolari. Perciò per la costruzione il tiranno adoperò l’ingente bottino di guerra e tutti gli schiavi deportati dalla battaglia. Fu Maestoso, con le sue 6 colonne sulla fronte e 14 sui lati lunghi, erette su uno stilobate a tre gradini; in stile dorico, le colonne erano dotate di un leggero rigonfiamento che gli conferiva maggiore possenza; ognuna di queste aveva 20 scalanature con gli echini dei capitelli leggermente schiacciati ( oggi, è possibile ammirarli, esternamente ,percorrendo la via Minerva e internamente camminando sulla navata laterale sinistra del Duomo); doppiamente in antis con pronao e opistodomo dotato di 2 colonne sulla fronte.
Tutte queste caratteristiche architettoniche oltre a conferirgli magnificenza confermano che la data di edificazione sia avvenuta proprio tra il 480 a.C. e il 470 a. C. , che coincide oltretutto con il periodo d’oro della città aretusea. Persino l’orientamento del tempio in senso est-ovest dimostra l’ingegno architettonico del popolo greco e la sua ampia conoscenza in ambito astronomico, basti pensare che vi erano 2 fori posti sui frontespizi e quando i raggi del sole vi entravano ,sia all’ alba che al tramonto, e correndo lungo Il tempio segnavano il punto preciso dei due equinozi, di primavera e di autunno.
Purtroppo a causa del terremoto del 1693 che distrusse gran parte del tempio tali fori andarono persi. L’Athenaion era prezioso, infatti per la scelta dei materiali di costruzione fu adoperato il marmo delle Cicladi, usato per le tegole di copertura , per i gocciolatoi a testa leonina e per la Nike alata che decorava un acroterio del tempio(ora conservata al Museo archeologico P.Orsi); per il resto dell’ edificio invece fu usata la pietra calcarea più raffinata proveniente dalle cave di Melilli, questa era rivestita da uno strato di intonaco dipinto che a contatto con la luce del sole gli conferiva maggiore splendore.
L’Opulenza trova il suo apice nel timpano che sovrastava l’ingresso sul lato orientale del tempio esso era adornato con uno scudo dorato, talmente grande che era l’ ultima cosa che si vedeva dal mare, a questo era legato un cerimoniale da parte dei marinai che appena lo vedevano sparire gettavano in mare vasi pieni di miele, fiori e sostanze aromatiche e in questo modo ottenevano protezione dalla dea Atena e dal dio Nettuno, il signore dei mari, e potevano serenamente proseguire il loro viaggio. Era Ricchissimo nelle decorazioni e nei particolari, infatti la porta del tempio era decorata con la testa di Medusa incisa in avorio e cinta da serpenti lavorati in oro.
Queste furono rubate da Verre; è Cicerone ad informarci di questo nelle sue “Verrine” dove nelle orazioni del processo contro il pretore romano fa un lungo elenco delle sue refurtive . All’interno del tempio, nella cella , vi era custodita la maestosa statua della dea Atena che con imponenza sorvegliava i fedeli che facevano ingresso al tempio, una fedele testimonianza di questa scultura la ritroviamo riprodotta nella moneta aurea di Agatocle che la scelse come effige.
Sempre nelle Verrine di Cicerone, apprendiamo che gli interni delle pareti del tempio erano decorati con quadri che raffigurano i 27 tiranni di Sicilia e una battaglia equestre. Questi quadri furono offerti come ex-voto dal tiranno Agatocle , il quale era un uomo dagli umili natali e nella sua discendenza non poteva vantarsi di alcuna di “prosapia”(discendenza ) e in questo modo invece si creava una sorta di “antenati ideali”.; mentre per quanto riguarda il dipinto che rappresentava la battaglia il sovrano volle dimostrare la sua riconoscenza alla dea che durante lo scontro contro i cartaginesi si rivelo’ facendo piombare sull’esercito siceliota la civetta, uccello a lei sacro , permettendogli così di giungere a una vittoria schiacciante.
Si pensa che la probabile manifattura dei dipinti sia di mano Alessandrina, considerando gli stretti rapporti che concorrevano, ai tempi del sovrano Agatocle, tra l’Egitto e la Sicilia , erano talmente belli che pure questi furono depredati da Verre. Il tempio di Atena fu celebrato da Cicerone come il più magnifico monumento di Ortigia, la città di Siracusa dimostrava di essere la “maxima et pulcherrima urbium graecarum” ossia la più grande e la più ricca di tutte le città greche , persino di Atene.
Tuttavia nel VII secolo d. C. il tempio di Atena fu trasformato dal vescovo Zosimo in chiesa vescovile consacrata a Santa Maria delle Grazie. Oggi è diventato il Duomo di Siracusa, l’ ingresso, ora, sorge ad ovest e appare ribaltato rispetto alla fronte principale del tempio greco che era ad est. Si erge sulle maestose colonne doriche del tempio di Atena che a distanza di 2500 anni lo sostengono senza temere le intemperie del tempo, rappresentando l’unico esempio al mondo a inglobare passato e presente.
Il tempio di Atena fu costruito nel 480 a. C. in occasione di un importante vittoria ottenuta da Gelone ad Imera nella battaglia combattuta contro i Cartaginesi. La sua erezione fu dunque uno strumento politico atto a dimostrare la potenza e la supremazia della città che godeva dell’ appoggio degli dei.
E come tale doveva essere maestoso, prezioso, opulento e ricchissimo nelle decorazioni e nei particolari. Perciò per la costruzione il tiranno adoperò l’ingente bottino di guerra e tutti gli schiavi deportati dalla battaglia. Fu Maestoso, con le sue 6 colonne sulla fronte e 14 sui lati lunghi, erette su uno stilobate a tre gradini; in stile dorico, le colonne erano dotate di un leggero rigonfiamento che gli conferiva maggiore possenza; ognuna di queste aveva 20 scalanature con gli echini dei capitelli leggermente schiacciati ( oggi, è possibile ammirarli, esternamente ,percorrendo la via Minerva e internamente camminando sulla navata laterale sinistra del Duomo); doppiamente in antis con pronao e opistodomo dotato di 2 colonne sulla fronte.
Tutte queste caratteristiche architettoniche oltre a conferirgli magnificenza confermano che la data di edificazione sia avvenuta proprio tra il 480 a.C. e il 470 a. C. , che coincide oltretutto con il periodo d’oro della città aretusea. Persino l’orientamento del tempio in senso est-ovest dimostra l’ingegno architettonico del popolo greco e la sua ampia conoscenza in ambito astronomico, basti pensare che vi erano 2 fori posti sui frontespizi e quando i raggi del sole vi entravano ,sia all’ alba che al tramonto, e correndo lungo Il tempio segnavano il punto preciso dei due equinozi, di primavera e di autunno.
Purtroppo a causa del terremoto del 1693 che distrusse gran parte del tempio tali fori andarono persi. L’Athenaion era prezioso, infatti per la scelta dei materiali di costruzione fu adoperato il marmo delle Cicladi, usato per le tegole di copertura , per i gocciolatoi a testa leonina e per la Nike alata che decorava un acroterio del tempio(ora conservata al Museo archeologico P.Orsi); per il resto dell’ edificio invece fu usata la pietra calcarea più raffinata proveniente dalle cave di Melilli, questa era rivestita da uno strato di intonaco dipinto che a contatto con la luce del sole gli conferiva maggiore splendore.
L’Opulenza trova il suo apice nel timpano che sovrastava l’ingresso sul lato orientale del tempio esso era adornato con uno scudo dorato, talmente grande che era l’ ultima cosa che si vedeva dal mare, a questo era legato un cerimoniale da parte dei marinai che appena lo vedevano sparire gettavano in mare vasi pieni di miele, fiori e sostanze aromatiche e in questo modo ottenevano protezione dalla dea Atena e dal dio Nettuno, il signore dei mari, e potevano serenamente proseguire il loro viaggio. Era Ricchissimo nelle decorazioni e nei particolari, infatti la porta del tempio era decorata con la testa di Medusa incisa in avorio e cinta da serpenti lavorati in oro.
Queste furono rubate da Verre; è Cicerone ad informarci di questo nelle sue “Verrine” dove nelle orazioni del processo contro il pretore romano fa un lungo elenco delle sue refurtive . All’interno del tempio, nella cella , vi era custodita la maestosa statua della dea Atena che con imponenza sorvegliava i fedeli che facevano ingresso al tempio, una fedele testimonianza di questa scultura la ritroviamo riprodotta nella moneta aurea di Agatocle che la scelse come effige.
Sempre nelle Verrine di Cicerone, apprendiamo che gli interni delle pareti del tempio erano decorati con quadri che raffigurano i 27 tiranni di Sicilia e una battaglia equestre. Questi quadri furono offerti come ex-voto dal tiranno Agatocle , il quale era un uomo dagli umili natali e nella sua discendenza non poteva vantarsi di alcuna di “prosapia”(discendenza ) e in questo modo invece si creava una sorta di “antenati ideali”.; mentre per quanto riguarda il dipinto che rappresentava la battaglia il sovrano volle dimostrare la sua riconoscenza alla dea che durante lo scontro contro i cartaginesi si rivelo’ facendo piombare sull’esercito siceliota la civetta, uccello a lei sacro , permettendogli così di giungere a una vittoria schiacciante.
Si pensa che la probabile manifattura dei dipinti sia di mano Alessandrina, considerando gli stretti rapporti che concorrevano, ai tempi del sovrano Agatocle, tra l’Egitto e la Sicilia , erano talmente belli che pure questi furono depredati da Verre. Il tempio di Atena fu celebrato da Cicerone come il più magnifico monumento di Ortigia, la città di Siracusa dimostrava di essere la “maxima et pulcherrima urbium graecarum” ossia la più grande e la più ricca di tutte le città greche , persino di Atene.
Tuttavia nel VII secolo d. C. il tempio di Atena fu trasformato dal vescovo Zosimo in chiesa vescovile consacrata a Santa Maria delle Grazie. Oggi è diventato il Duomo di Siracusa, l’ ingresso, ora, sorge ad ovest e appare ribaltato rispetto alla fronte principale del tempio greco che era ad est. Si erge sulle maestose colonne doriche del tempio di Atena che a distanza di 2500 anni lo sostengono senza temere le intemperie del tempo, rappresentando l’unico esempio al mondo a inglobare passato e presente.
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