Strage di Capaci, Maria Falcone: "Sarà un 23 maggio più importante di altri, ecco perché"
La sorella del magistrato ucciso dalla mafia 33 anni dopo l'attentato: non faremo cortei, non vogliamo contestazioni. Io non ho mai litigato con Salvatore Borsellino

Maria Falcone a Palazzo Jung
C'è una ragione in più per pensare che il ricordo di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, possa toccare le coscienze più degli altri anni.
«La grande novità sarà la totale apertura del Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a Palazzo Jung. Sarà il momento centrale della commemorazione, l'appuntamento a cui più teniamo».
Il motivo? «Palermo ha bisogno di un luogo come questo e aprirlo al pubblico in occasione dell'anniversario vale ancora più delle navi piene di studenti che in passato attraccavano al porto».
E spiega meglio: «Ho girato l'Italia in lungo e largo e mi sono resa conto che il museo potrà dare ai ragazzi la possibilità di avere davvero una memoria di fatti che non hanno vissuto, potranno sentire quelle emozioni che non hanno potuto provare prima».
Il museo, come spiegano dalla Fondazione Falcone «nasce con l'obiettivo di commemorare ma anche di diffondere i valori dell’istruzione, del lavoro, della cultura creativa, della responsabilità sociale di tutti, attraverso un percorso tangibile di bellezza, di arte e di design».
C'è una grande ambizione alla base, rivela la sorella del magistrato ucciso dalla mafia: «L'auspicio è che il museo possa accogliere giovani da ogni parte d'Italia. Faremo convenzioni, invoglieremo tutti a venire a visitarlo».
Anche perché 33 anni sono tanti, c'è un'intera generazione che conosce Falcone e Borsellino solo attraverso il racconto dei genitori, degli insegnanti dei film in tv. «È vero, c'è una certa distanza ormai, ma i giovani vedono in Giovanni e Paolo degli eroi moderni», aggiunge Maria Falcone.
Non svela ancora il programma degli eventi organizzati dalla Fondazione Falcone per il 23 maggio, ma fa intuire che sarà un anniversario all'insegna della sobrietà. «Non stiamo pensando ad alcun corteo, ci sarà il consueto raccoglimento all'albero, ma non voglio contestazioni».
E si dissocia preventivamente da ogni tipo di polemica. Così, alla domanda se abbia fatto pace o meno con Salvatore Borsellino, taglia corto: «Io non gli ho mai fatto la guerra».
Il riferimento è all'accusa che il fratello di Paolo Borsellino le ha più volte fatto negli ultimi anni, di aver dato troppo spazio a passerelle di politici a scapito della commemorazione.
«Io non organizzo passerelle - aggiunge Maria Falcone - e ritengo che non debbano esserci contrasti fra chi ha sofferto dolori devastanti come quello subito da me e da Salvatore Borsellino».
«Abbiamo il dovere di invitare anche le istituzioni, senza distinzioni di colori politici, perché è da lì e dai giovani che deve partire il vero impegno nella lotta alla mafia».
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