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Tanti sacrifici per il suo hotel a Monreale: ora Giancarlo (causa Covid) è costretto a vendere

L'amarezza di un imprenditore palermitano è un esempio di una realtà condivisa da Nord a Sud e dà voce ad una delle categorie più colpite dalla pandemia

  • 17 marzo 2021

L'hotel Guglielmo II sulla circonvallazione di Monreale (Palermo), in vendita

Nella continua altalena di colori delle zone in cui settimanalmente viene frazionata l'Italia intera - che poco ha a che fare con la leggerezza e la speranza degli arcobaleni dello scorso anno quando ci ripetevamo "andrà tutto bene" - ad essere vittima del Covid non sono solamente coloro che non ce l'hanno fatta a sconfiggere fisicamente il virus.

A distanza di un anno dal primo lockdown, ad esempio, Giancarlo Bisconti, imprenditore palermitano, ha dovuto mettere in vendita la propria attività perché, considerato l'anno nero appena trascorso e le mancate prospettive future, non può mantenere più in vita la struttura messa in piedi con sacrifici e passione.

Stiamo parlando dell'Hotel Guglielmo II, un 4 Stelle posizionato in un posto dal panorama mozzafiato, tra mare e montagna, nella Circonvallazione di Monreale, nel Palermitano.

«Dopo cinque anni di attività - ci ha detto Bisconti - un mese fa ho dovuto mettere un annuncio per far rilevare la mia attività e licenziare, per cessazione attività, gli ultimi quattro dipendenti che erano rimasti dei dodici iniziali.
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Da noi venivano turisti da tutta Europa e anche oltre oceano. Ci occupavamo di ristorazione e svolgevamo un'attività a ritmo serrato che ci faceva registrare un fatturato di circa 400 mila euro l’anno».

Tante sono le parole, anche nuove, che rimarranno più impresse dopo questi mesi di pandemia e tra queste c’è, certamente, la parola "ristoro".

Termine che avrebbe dovuto rappresentare uno strumento concreto in soccorso di attività e commercianti a vario titolo che però, in troppi casi e per diverse circostanze, si è rivelato poco concreto.

«È erroneo - ha sottolineato con comprensibile amarezza Giancarlo Bisconti - pensare che la cassa integrazione salvi un imprenditore dal fallimento in un momento così complicato a livello nazionale. Avere dei dipendenti, e non sto dicendo nulla di nuovo, non significa dover pagare solo gli stipendi; dietro ad ogni figura professionale c'è tutta una realtà, dal commercialista al rimborso Irpef, per fare un esempio, che gravano sul datore di lavoro.

In questo anno ho ricevuto come sostegno solamente 2.150 euro dalla Regione Siciliana e circa 8.000 dallo Stato. Come avrei mai potuto mantenere in piedi la mia attività? In più il Governo ha pensato bene di andare incontro a quanti avevano un’attività in affitto. Per quanto riguarda me, essendo proprietario dell’immobile, non ho ricevuto nessun sostegno in questo senso semmai ho continuato, come se nulla fosse successo, a pagare tasse e quant'altro».

Non è certo bello fare i conti ma è necessario per far comprendere che certe decisioni, doverose per la gestione e il contenimento della pandemia, avrebbero dovuto tener conto di tanti aspetti che sono stati trascurati.

«Parlo - continua l'imprenditore - ad esempio delle utenze, da quella dell'energia elettrica a quella del gas che, a fronte di un bassissimo consumo, ovviamente, comunque presentavano cifre esorbitanti relative solo a tasse, in sostanza. Sono arrivate bollette con un consumo pari a 60 euro a fronte di un totale di 500 euro. Ho provveduto, ovviamente, alla sospensione dell'utenza del gas ma non posso certo interrompere quella della corrente elettrica che è collegata all’anti furto e all’anti incendio.

Sono tutti esempi che se sommati danno la misura di un problema di gestione generale che ha toccato me ma sono certo riguarda, a vario titolo, moltissime persone che hanno un'attività da portare avanti».

L'amarezza di Giancarlo Bisconti, che è un esempio di una realtà condivisa da Nord a Sud, è assolutamente comprensibile e da voce ad una delle diverse categorie più colpite dalla pandemia.

«Il mio hotel è, o forse sarebbe meglio parlare al passato, l'unico in Sicilia con una sala panoramica girevole da cui, nelle giornate più limpide, è possibile vedere anche le Eolie. Una realtà che era un ottimo biglietto da visita della Sicilia per i turisti e non solo.

Al momento, dopo un mese dal mio annuncio, non ho ricevuto proposte serie da valutare; questa struttura si presta a tante possibilità di impiego e spero di trovare presto una soluzione perché una struttura "ferma" comunque costa in manutenzione se non si vuole lasciarla all'abbandono».
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