STORIA E TRADIZIONI
Ti sembrano italiane invece non lo sono: le 10 parole che dici (solo) se sei nato in Sicilia
Sono nomi che ci sembrano familiari ma possono risultare sorprendenti per chi parla un italiano "standard". Qui trovate un breve elenco ma ce ne sono tante altre
Un banco di scuola
Spesso succede che, tra una parola e l'altra, ci si imbatte in verbi e sostantivi che sembrano appartenere alla lingua italiana, ma che in realtà si rivelano parte del nostro siciliano.
Viaggiando per l'Italia, ci si rende conto che non tutti chiamano tovaglia qualsiasi cosa possa essere stesa su un piano. Per noi siciliani, "la tovaglia" è tutto: il tessuto che adorna il tavolo da pranzo, il telo mare sul quale ci distendiamo al sole o addirittura l'asciugamano con cui ci laviamo. Un semplice termine che racchiude in sé un mondo di significati e usi diversi.
Ma l'inizio di questa abitudine si trova nel periodo della scuola primaria. Qui, sin dai primi anni, ci si abitua a chiamare gli oggetti scolastici con nomi che, seppur familiari a noi, possono risultare sorprendenti per chi parla italiano standard. Il porta colori diventa astuccio, bianchetto e colori a spirito si trasformano in cancellino e pennarelli.
E che dire della nostra parlata quotidiana? Calare la pasta è per noi un modo di dire così naturale, anche se il termine corretto sarebbe buttare la pasta.
Andare dal carnezziere per acquistare carne fresca, per scoprire che in realtà fuori dell'isola si chiama macellaio, sono quelle circostanze che ti fanno capire che tutta la tua vita è una menzogna.
E poi ci sono i mottini, quel dolce peccato consumato nel pomeriggio che per noi diventa una sorta di rito sacro. Chiamarle merendine è un sacrilegio, perché a noi siciliani sembrerebbe un modo per sminuire un momento così atteso a un semplice boccone.
Anche alla guida, la situazione non cambia. parcheggiare diventa posteggiare, e quando incrociamo una buca sulla strada, non possiamo fare a meno di esclamare "attento alla scaffa" seguita da un'imprecazione che rispecchia il nostro modo unico di esprimerci.
Insomma, crescendo ci rendiamo conto che nonostante possiamo provare a essere più italiani o più internazionali, una parola di siciliano scappa sempre senza nemmeno saperlo.
E questo è ciò che rende la nostra lingua così speciale e affascinante: è una parte indivisibile della nostra identità, un ricordo costante delle nostre radici e della nostra cultura unica.
Viaggiando per l'Italia, ci si rende conto che non tutti chiamano tovaglia qualsiasi cosa possa essere stesa su un piano. Per noi siciliani, "la tovaglia" è tutto: il tessuto che adorna il tavolo da pranzo, il telo mare sul quale ci distendiamo al sole o addirittura l'asciugamano con cui ci laviamo. Un semplice termine che racchiude in sé un mondo di significati e usi diversi.
Ma l'inizio di questa abitudine si trova nel periodo della scuola primaria. Qui, sin dai primi anni, ci si abitua a chiamare gli oggetti scolastici con nomi che, seppur familiari a noi, possono risultare sorprendenti per chi parla italiano standard. Il porta colori diventa astuccio, bianchetto e colori a spirito si trasformano in cancellino e pennarelli.
E che dire della nostra parlata quotidiana? Calare la pasta è per noi un modo di dire così naturale, anche se il termine corretto sarebbe buttare la pasta.
Andare dal carnezziere per acquistare carne fresca, per scoprire che in realtà fuori dell'isola si chiama macellaio, sono quelle circostanze che ti fanno capire che tutta la tua vita è una menzogna.
E poi ci sono i mottini, quel dolce peccato consumato nel pomeriggio che per noi diventa una sorta di rito sacro. Chiamarle merendine è un sacrilegio, perché a noi siciliani sembrerebbe un modo per sminuire un momento così atteso a un semplice boccone.
Anche alla guida, la situazione non cambia. parcheggiare diventa posteggiare, e quando incrociamo una buca sulla strada, non possiamo fare a meno di esclamare "attento alla scaffa" seguita da un'imprecazione che rispecchia il nostro modo unico di esprimerci.
Insomma, crescendo ci rendiamo conto che nonostante possiamo provare a essere più italiani o più internazionali, una parola di siciliano scappa sempre senza nemmeno saperlo.
E questo è ciò che rende la nostra lingua così speciale e affascinante: è una parte indivisibile della nostra identità, un ricordo costante delle nostre radici e della nostra cultura unica.
|
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
SOCIAL E WEB
Vende la sua mega villa e si trasferisce in Sicilia: la "sfida" di Whoopi Goldberg
56.303 di Redazione -
SOCIAL E WEB
La rivelazione di Levante divide il web: che cosa significa essere "sapiosessuale"
38.083 di Redazione -
ITINERARI E LUOGHI
Comprata (a 3 euro) in Sicilia, diventa una residenza d’arte: dov'è "Casuzzabut"
28.236 di Redazione -
CINEMA E TV
Montalbano "vince" agli ascolti ma divide il pubblico: come dice addio a Livia
27.434 di Maria Oliveri -
ITINERARI E LUOGHI
In Sicilia c'è un tunnel che ti porta nel ventre della Terra: tra giochi di luce e scenari unici
23.623 di Federica Puglisi










Seguici su Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al canale TikTok
Iscriviti al canale Whatsapp
Iscriviti al canale Telegram




