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Tolto alla mafia in nome di Peppino Impastato: nuova vita per un casolare di Cinisi

È stato formalizzato l’accordo di collaborazione tra il sindaco Gianni Palazzolo e l’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, che proporrà iniziative

  • 28 gennaio 2021

In attesa che si proceda al recupero del casolare dove il 9 maggio del 1978, a Cinisi, Peppino Impastato venne trascinato e ucciso dagli uomini della mafia (prima di essere adagiato sui binari della vicina ferrovia), c'è un passo in avanti per un altro fabbricato.

Parliamo di un secondo casolare, sempre di proprietà della famiglia Badalamenti e sempre a Cinisi, che è stato formalmente affidato alla gestione dell’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.

L'idea è stata promossa dal sindaco di Cinisi, Gianni Palazzolo - che ha proposto di intitolare quest'altro casolare alla memoria di Felicia Impastato - e la gestione verrà concordata anche con il G.A.L. Golfo di Castellammare.

«Abbiamo accolto con grande slancio - ci ha detto Giovanni Impastato, fratello di Peppino - la proposta del sindaco.

Siamo molto felici di essere stati coinvolti direttamente, prima di tutto per testimoniare la nostra vicinanza al primo cittadino che, nei mesi scorsi ha assunto una posizione coraggiosa in merito alla nuova destinazione di questo casolare, che per noi deve diventare il simbolo della lotta alla mafia.
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Il nostro obiettivo è quello di aggiungere, con le attività che svolgeremo, un ulteriore valore umano e sociale, coinvolgendo i giovani e l’intera comunità».

Sul bene in questione nei mesi scorsi è stato formalizzato l’esproprio, con qualche intoppo, ed è stato restaurato con fondi europei.

«È fondamentale ribadire l’importanza dell’applicazione della legge numero 109/96 per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie, oggi più che mai.

Se c’è stato un intoppo o un errore nella macchina burocratica per cui ci sarebbe il rischio di un recupero del bene da parte della famiglia Badalamenti è necessario che venga risolto al più presto possibile. La restituzione sarebbe una sconfitta e un segno di resa per tutti: per le istituzioni, per i cittadini e per la comunità intera».

Nei mesi scorsi Leonardo Badalamenti, figlio di Tano, mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, aveva cambiato le serrature al casolare, avviando una controversia legale per la restituzione del bene, e nei giorni scorsi lo stesso sindaco Palazzolo è stato ascoltato dai carabinieri in merito alla faccenda.

«Noi, intanto, confidando nelle istituzioni - aggiunge Giovanni Impastato - siamo onorati di contribuire alla valorizzazione sociale di questo casolare dove svolgeremo attività laboratoriali e incontri; oltre a condividerlo e metterlo a disposizione delle altre realtà che operano per il bene della collettività. Il casolare, inoltre, sarà tra i luoghi che faremo conoscere a coloro che verranno qui a Cinisi a conoscere la storia di Peppino».
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