ITINERARI E LUOGHI
Tra i più antichi della Sicilia e circondato dagli ulivi: dove si trova "lu Castiddrazzu"
Lungo l’antica strada romana che collegava la città di Agrigento con quella di Catania, si trova l'antico baluardo per la difesa delle coste meridionali dell’isola e dell’alta valle del Gibbesi
Il castello di Delia tra gli ulivi
Sulla Ss 190 a circa un km dall’abitato, proprio lungo l’antica strada romana che collegava la città di Agrigento con quella di Catania, si trova l'antico baluardo per la difesa delle coste meridionali dell’isola e dell’alta valle del Gibbesi, affluente del fiume Salso.
Il piccolo comune della provincia nissena vanta un'incredibile storia non soltanto dal punto di vista culinario, ricordiamo le sue gustosissime Cuddrireddre, dolce tipico del luogo, e la sua pesca che da poco ha ottenuto il prestigioso riconoscimento IGP ma anche dal punto di vista archeologico e storico.
Infatti, Paolo Busub, presidente di Sicilia Antica della sede di Delia racconta che «grazie ad un fascicolo in cui si parlava di Delia ritrovato dall’architetto Scuto, intorno alla fine degli anni ‘80, iniziarono i lavori di scavi archeologici all’interno del castello, che versava in uno stato di rovina e abbandono.
Busub aggiunge «mentre la campagna di scavi dentro il castello avanzava, contestualmente gli archeologi iniziarono a sondare anche i dintorni del castello e proprio ai suoi piedi, secondo questi studi, pare ci sia un casale arabo. Sarebbe bello se ciò avvenisse!».
E ancora, con grande entusiasmo e voglia di raccontare, Busub continua «il castello contiene al suo interno enormi magazzini con silos per contenere acqua e grano in grado di servire un intero territorio e che quindi trovandosi al centro di una circoscrizione fertile e abbastanza ricca il castello è stato il miglior custode della conservazione del grano.»
La particolarità de Lu Castiddrazzu, come lo chiamano i deliani, «è quella di essere stato costruito con poca muratura e molta roccia scavata. Infatti, i primi abitatori hanno scavato la serra calcarea sulla quale si trova e creato le stanze; lo sperone roccioso sul quale è costruito, invece, costituisce il basamento naturale della struttura muraria. Nessuna delle stanze si è interamente conservata, ad eccezione di una che contiene quattro belle feritoie, perché ha subìto diversi attacchi e incendi ed è stato distrutto e ricostruito più volte».
Per quanto riguarda il nome, Busub racconta: «il castello è noto con il nome di Sabuci, dall’arabo As Sabuqac, che tra i diversi significati potrebbe voler dire "olivo selvatico" per la presenza di numerose piante d'ulivo che ancora oggi ornano il castello e a tal proposito ne è testimonianza un documento dello storico e geografo Al Idrisi in cui fa riferimento ad un casale molto popolato e un castello molto forte.
Le coordinate che ci dà Al Idrisi per localizzare il castello di Sabuci, infatti, corrispondono con estrema precisione e senza ombra di dubbio a quelle che potremmo utilizzare per localizzare il castello di Delia.
Il nome Castiddrazzu, invece, fa riferimento a “castellaccio” termine che definisce un castello abbandonato. Infatti, a metà Cinquecento i castelli dell’isola vennero abbandonati, perdendo così la loro funzione militare, dai nobili in favore del palazzo costruito in città. Dopo circa due secoli di abbandono il castello di Delia venne chiamato castellaccio o Castiddrazzu, ovvero castello in rovina o castello che ha perso la sua funzione.»
Il castello è visitabile gratuitamente. «Attualmente si sta lavorando per realizzare una struttura turistica ai piedi del castello, con zone in muratura per sosta e un percorso che facilita l’entrata e permette di guardare il castello da una certa posizione» - aggiunge Busub. Il castello di Delia si presenta maestoso e imponente e una volta saliti in cima è possibile ammirare un panorama mozzafiato».
Arrivare a Delia è piuttosto semplice per chi viaggia in auto. Il punto di riferimento, sia per chi arriva da Palermo sia per chi arriva da Catania-Messina, è la città di Caltanissetta raggiungibile in autostrada. Poi è necessario percorrere la S.S. 640 in direzione Canicattì. Da Agrigento, invece, si deve prima raggiungere Canicattì e poi deviare per il paese lungo la SS640 e poi la SS122.
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