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Tra i tesori (nascosti) del Conservatorio di Palermo: c'è pure un busto inedito dei Florio

Un luogo della memoria in cui è custodito anche un ritratto inedito di Vincenzo Florio, un bozzetto della scultura che si può ammirare in un posto storico della città

Salvo Caruso
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  • 15 aprile 2024

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Il Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo è molto più di un istituto musicale. È un vero e proprio custode della memoria storica e artistica della città. Fondato nel lontano 1617, questo luogo è un riflesso vivente del passato e del presente, un continuum di conoscenza e bellezza che si dona alla città e si apre alla sua gente.

Il direttore Mauro Visconti descrive il Conservatorio come "un luogo aperto", e non potrebbe essere più appropriato. Attraverso i secoli, questa istituzione ha accolto musicisti, artisti e pensatori di ogni genere, contribuendo a plasmare il tessuto culturale di Palermo e oltre.

Nei magnifici saloni della struttura, un percorso affascinante si snoda attraverso la storia e la bellezza. Recentemente inaugurati e allestiti dall'esperto Nicolò Fiorenza, questi spazi offrono una cornice perfetta per esplorare il ricco patrimonio del Conservatorio.

Il viaggio inizia nel grande vestibolo d'ingresso, dove il Lapidarium accoglie i visitatori con una collezione unica di opere lapidee. Tra le gemme più preziose spicca il busto marmoreo di Vincenzo Bellini, inaugurato dallo stesso compositore nel 1832.
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Ma la sorpresa più grande è rappresentata dal ritratto inedito di Vincenzo Florio, un bozzetto della scultura a Porta dei Greci di Palermo che ritrae l'imprenditore per intero.

Ancora più antica è la scoperta del busto del Vincerè De Casto, il cui impegno nel 1617 durante l'epoca spagnola portò alla nascita del Conservatorio, in un'epoca segnata dal brigantaggio e dalla necessità di fornire istruzione ai giovani. Seguono le raffigurazioni di altri illustri personaggi come Alessandro Scarlatti, Carlo V d'Asburgo e Richard Wagner.

La Pinacoteca del Conservatorio è un altro gioiello, ricolma di ritratti e opere che narrano la storia dei grandi maestri e dei visionari che hanno influenzato l'istituto nel corso dei secoli.

Qui, si può ammirare una delle bacchette utilizzate da Richard Wagner durante la sua permanenza a Palermo, insieme a dipinti di grande valore come "Il Miracolo del Beato Sebastiano Valfrè" di Salvatore Lo Forte.

Ma il Conservatorio non è solo un museo del passato: è un luogo vivace, dove la creatività e l'innovazione prosperano.

Concerti, conferenze e laboratori animano le sale, coinvolgendo studenti e appassionati di tutte le età e assicurando che l'eredità culturale dell'istituto continui a ispirare le generazioni future.

In un'epoca caratterizzata da frenesia e frammentazione, il Conservatorio di Palermo rappresenta un faro di stabilità e continuità. È un luogo dove la bellezza e la conoscenza sono celebrate e preservate, garantendo che la storia e l'arte continueranno a illuminare il cammino delle generazioni a venire.
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