Tra pista ciclabile e tram non c'è posto per tutti: che fine fanno gli alberi di via Basile
Una vicenda che ha suscitato dubbi e polemiche a Palermo: qual è il futuro dei ficus. La soluzione trovata per fare spazio alla nuova linea del tram e alla ciclovia

Via Ernesto Basile, Palermo
C’è in cantiere un progetto che ne prevede la ripiantumazione (sempre in zona tra le vie Ernesto Basile e Tukory), ma solo del 50% degli alberi attualmente presenti. La restante parte infatti, a quanto pare, non gode di buona salute.
L’obiettivo dell’amministrazione comunale, inoltre, è quello di piantare nuovi arbusti lungo la pista ciclabile, così da creare una “passeggiata in bici fra gli alberi”.
«Si tratta di piccoli arbusti e non di ficus che renderebbero difficoltoso il passaggio ciclabile – spiega il professor Giuseppe Barbera, consulente del Comune di Palermo -. Il progetto del tram è assolutamente incompatibile, e lo abbiamo verificato, con la presenza dei ficus che sono al centro della strada. Abbiamo cercato di salvare tutti i ficus, ma, purtroppo, questa possibilità non c’era per via dello stato di salute degli alberi».
Nei giorni scorsi, la notizia dello sradicamento degli alberi aveva posto molto domande: «La notizia della scelta di eliminare gli alberi, nello spartitraffico di via Ernesto Basile, per far posto alle rotaie del tram non mi lascia del tutto sorpreso. Non si può pensare, infatti, che l’unica interferenza tra le essenze vegetali ed il mezzo su ferro che vi transita accanto si limiti alla catenaria, e che eliminando quest’ultima, come sarà fatto nelle nuove linee, si risolva completamente il problema – spiega l’Ingegnere Roberto Di Maria, ricercatore esperto di mobilità e autore di "Sicilia in Progress" -.
Occorre rammentare, infatti, che le rotaie del tram necessitano di opere di fondazione in sotterraneo che arrivano almeno a 70 cm di profondità: è impensabile, in presenza di alberature di una certa dimensione nelle immediate vicinanze, che tali opere non interferiscano con le loro radici, compromettendone la sopravvivenza. Dispiace constatare che, ancora una volta, questi problemi vengono alla luce soltanto nella fase esecutiva della progettazione, forse perché sottovalutati in precedenza, come è successo per i sottoservizi».
Per l’esperto, l’unico modo per salvaguardare gli alberi è spostarli in altra sede. «Le tecniche agronomiche per farlo prevedono apposite macchine per il prelievo, il trasporto e la messa a dimora delle essenze con tutto l’apparato radicale – prosegue Di Maria -. Non sarà semplice, però, individuare la nuova sede, atteso che in via Basile l’ipotesi del “parco lineare” sul lato nord della carreggiata in direzione circonvallazione appare di complessa realizzazione, anche per la presenza di opere, come la pista ciclabile, praticamente nella stessa posizione.
Si rischia quindi di allungare i tempi per l’inizio dei lavori, e ciò costituisce un problema perché, nel frattempo, il costo dei materiali aumenta, ed è verosimile che le somme stanziate per le nuove linee tranviarie, alla lunga, si rivelino insufficienti».
Sul caso è intervenuta anche la consigliera comunale, Concetta Amella: «Siamo di fronte all'ennesimo scempio ecologico: abbattimenti massivi di alberi accompagnati da promesse di ripiantumazioni che, nei fatti, si rivelano inconsistenti. Al momento, infatti, non esiste alcun progetto concreto di manutenzione post-reimpianto, né certezze sulla tempistica e sulla collocazione degli alberi».
Nel corso della seduta della Terza Commissione della scorsa settimana, alla presenza dell'assessore Carta e del professor Barbera, secondo quanto dichiarato dalla consigliera Amella, è emersa anche l'ipotesi di collocare gli alberi in Largo Verdinois.
«Possibile che, di fronte a nuovi cantieri e lavori pubblici, la salvaguardia degli alberi sia sempre l’ultima delle priorità? Salvaguardare gli alberi non è una mera questione estetica, ma una necessità per la salute pubblica, la qualità dell’aria e la mitigazione delle ondate di calore estremo – conclude Concetta Amella -. Abbattere alberi per costruire infrastrutture cosiddette “sostenibili” è un controsenso. Chiediamo risposte chiare e impegni concreti. Non permetteremo che il patrimonio arboreo di Palermo venga sacrificato senza una reale valutazione di alternative».
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