ITINERARI E LUOGHI

HomeNewsCulturaItinerari e luoghi

Un gioiello barocco sul Cassaro: San Matteo, museo della bellezza devozionale cristiana

Un luogo impossibile da non visitare per quei “pellegrini contemporanei” che solcano finalmente ancora le strade del capoluogo siciliano abbandonato a se stesso

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte
  • 11 aprile 2022

Interno della chiesa di San Matteo al Cassaro (foto di IoamolaSicilia)

“Fondata nel 1599 e elevata al rango di arciconfraternita da Papa Clemente VIII nel 1603, l’Unione dei Miserrimi curò la costruzione della centralissima chiesa di San Matteo, oggi non solo sede della confraternita di Maria Santissima Addolorata e Cristo Morto degli invalidi di guerra, ma anche prestigioso luogo di riunione per il Centro Diocesano che raccoglie le confraternite dell’Arcidiocesi di Palermo.”

A ricordarlo è Maria Concetta Di Natale, all'interno di un rarissimo testo del 1995 con i contributi di Mons. Francesco Mirabella e le suggestive fotografie di Enzo Brai.

La chiesa, gioiello barocco, vero e proprio fulcro urbano della parte mediana di Corso Vittorio Emanuele, gioca attraverso la splendida facciata simmetrica rivestita interamente da elementi di marmo chiaro, un ruolo di primaria importanza, oggi come a principio della sua genesi, nelle dinamiche culturali e cultuali della città dtorica, divenendo al tempo stesso testimone privilegiata dei flussi turistici in arrivo dalla zona portuale e presenza devozionale per la comunità dei fedeli non soltanto della zona.
Adv
Ma vi è di più in questa raffinata costruzione del genio umano immaginata per dar voce ai dettami post Concilio di Trento (1563) e partecipe della pienezza della vita urbana della città “tutto porto”.

Se impianto planimetrico e facciata sono espressione del talento compositivo di Mariano Smiriglio, Carlo D’Aprile e Gaspare Guercio, la plastica scultorea è appannaggio di Francesco e Gaspare Ferriolo, Emanuele Cardona, Bartolomeo Sanseverino e Vincenzo Siragusa, con i picchi tipici della gestualità sinuosa del bianco delle opere eterne di Giacomo Serpotta membro della stessa confraternita e qui autore tra le altre delle allegorie di Fede, Giustizia, Speranza e Carità.

Un museo della bellezza devozionale cristiana raffinato ed esemplare, come la quasi totalità delle nostre chiese italiane ed europee, in cui la pienezza delle arti decorative a servizio della ritualità cultuale si fonde alla grandezza della pittura che trova ancora qui nello specifico cicli murali e pale d’altare sublimi ed esaltanti, autografe dei caravaggisti Paolo Novelli e Filippo Paladini, di artisti settecenteschi come Francesco Sozzi, Filippo Randazzo, Giuseppe Testa e quel Vito D’Anna autore dello splendido ciclo che avvolge l’intera percorrenza della Navata centrale affrescata con il ciclo de l’Apoteosi dei santi Matteo e Mattia e Le anime liberate dal Purgatorio.

La cripta sottostante conserva ancora sepolture e loculi dei confrati, testimonianza della funzione socio-devozionale del passato della confraternita dei Miserrimi e della storia della “città del centro storico”.

In questo crogiuolo di bellezza illuminata dalla luce del Dio dei fedeli, non appare per nulla un dettaglio fuori posto che si trovino le spoglie mortali di uno dei più raffinati testimoni della costruzione della bellezza “decorativa” barocca; quel Don Camillo Barbavara autentico testimone creativo dell’ideale di armonia luminosa capace di affidare alla sapienza manuale dell'uomo/artista la spirituale tensione al divino.

Un luogo impossibile da non visitare per quei “pellegrini contemporanei” che solcano finalmente ancora le strade del capoluogo siciliano abbandonato a se stesso.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI