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Un'invenzione siciliana che pochi conoscono: la storia (sfortunata) di Giovanni Rappazzo

La sua storia ricalca quella di un altro inventore, Antonio Meucci. Dopo anni di studi, infatti, la Fox realizzò un sistema identico a quello di Rappazzo che perse l'esclusività

Balarm
La redazione
  • 17 dicembre 2021

Giovanni Rappazzo

Forse non tutti sanno che, tra le tante invenzioni che hanno segnato la storia, quella del cinema sonoro parla siciliano grazie all'inventore messinese Giovanni Rappazzo.

Nato a Messina nel 1893, viene ricordato come un inventore che, per i suoi meriti, ricevette anche l’onorificenza - seppur a 101 anni dalla sua nascita - di Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana.

Ripercorrendo le tappe della sua vita risulta evidente come la passione per il cinema fosse intrinseco alla famiglia.

Il fratello Luigi, infatti, era proprietario dell'Eden Cinema Concerto, un locale all'aperto costruito a Messina ai primi del ‘900 nel Quartiere Lombardo, sulle macerie lasciate dal devastante terremoto del 1908.

E in questa realtà il giovane Giovanni si dilettava nella cabine di proiezione.

Visse a Messina dove compì gli studi diplomandosi all'Istituto Tecnico Industriale Verona Trento. Nello stesso istituto scolastico insegnò per molti anni non trascurando mai la passione per le pellicole cinematografiche.
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Mente sveglia e dotato di tanta curiosità l’invenzione legata al cinema sonoro risale al 1914; l’esperienza svolta al fianco del fratello gli diede modo di approfondire e sviluppare nuove tecniche che lo portarono a depositare il brevetto per la "pellicola a impressione contemporanea di immagine e suoni” nel 1921.

Una sera, infatti, durante la proiezione di un film, Giovanni ascoltò il vociare del pubblico e per un momento pensò che fosse legato al film per poi accorgersi che erano invece la persone in sala a rumoreggiare perché la pellicola per errore era stata montata al contrario.

Risolse tempestivamente il problema ma in lui scattò quel lampo di genio che poi portò all’invenzione del sonoro. Nel febbraio 1921 depositò diversi brevetti con il nome di Elettrocinefono presso la Prefettura di Genova.

Il primo era il fono film, una pellicola da 35mm che portava due tracce audio con indicazioni su come la pellicola deve essere impressionata e proiettata a una velocità superiore ai consueti 16 fotogrammi al secondo, per poter ottenere una perfetta riproduzione del sonoro.

Il secondo brevetto era un rilevatore elettrico di suoni per cinematografia che serviva per comandare l’altoparlante posto alle spalle dello schermo di proiezione. Un terzo brevetto era il vibratore fono-elettrico, un sistema a micro lampade ad incandescenza adatto a tracciare sulla pellicola le due tracce sonore.

Erano anni certamente difficili dal punto di vista economico, all’indomani della Grande Guerra e Giovanni non riuscì a trovare investitori che volessero sostenere le spese di produzione. Tutto fu contro di lui.

Nel 1924 scadde il brevetto e, non avendo fondi disponibili, Rappazzo non rinnovò la sua esclusività perdendo di fatto qualsiasi possibilità di sfruttamento commerciale dell’invenzione.

La storia, come fu per Antonio Meucci, l’inventore del telefono, si è ripetuta anche con Giovanni il quale, davvero sprovveduto, in buona fede aveva fornito alla casa cinematografica americana Fox i suoi progetti e anche una pellicola sonora.

La Fox, da lì a poco, brevettò un sistema di sonoro identico a quello proposto da Rappazzo, conquistando una fortuna economica.

Il primato comunque rimane a Messina dove nel 1913 ad opera di Giovanni venne proiettato, per la prima volta nel mondo, il primo filmato col sonoro.
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