Un monitoraggio di Legambiente ci svela "che aria tira" all'Università di Palermo
I volontari di Legambiente Sicilia hanno installato all'interno e all'esterno dell'ededificio 17 dell'Università degli Studi di Palermo strumenti per il campionamento di polveri
									Una volontaria di Legambiente durante il monitoraggio all'Università di Palermo
				Che aria respirano gli studenti e il personale dell'Università di Palermo? Se lo è chiesto Legambiente che ha deciso di effettuare dei monitoraggi ad Unipa nell'ambito del progetto "Volontari x Natura". Per fortuna, è stato rilevato che gi inquinanti rientrano nella norma. Adesso si è dato il via al secondo monitoraggio.
Tra le principali minacce per l’ambiente e la nostra salute, l’inquinamento atmosferico è al primo posto ed è ancora troppo poca l'attenzione che si presta alla qualità dell'aria indoor. Infatti gli spazi chiusi sono il luogo in cui, in genere, si trascorre la maggior parte del tempo e quelli la cui qualità dell'aria si conosce meno.
I volontari di Legambiente Sicilia hanno installato all'interno e all'esterno dell'ededificio 17 dell'Università degli Studi di Palermo strumenti per il campionamento di polveri, composti carbonilici gassosi e idrocarburi aromatici (BTEX) in ambienti indoor urbani che, dopo un periodo di esposizione, verranno inviati al CNR-IIA per le analisi.
Questo è il secondo monitoraggio dell'aria che Legambiente effettua all'interno dell'università nell'ambito del progetto "Volontari x Natura" con la collaborazione del dipartimento Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche e che si svolge in contemporanea in 13 città e atenei italiani.
Il primo monitoraggio si è svolto ad aprile e, per quanto riguarda i composti carbonilici l’aria outdoor rientrava nell’intervallo tipico per i centri urbani e sia la concentrazione totale che la distribuzione percentuale di BTEX mutava con la tipologia dei siti.
La concentrazione del benzene in tutti gli ambienti era sempre molto inferiore al valore limite di 5 µg/m3. Quantità simili di toluene sono state trovate indoor e outdoor. Indicando come principale fonte emissiva il traffico veicolare.
I nuovi campioni verranno ritirati tra un mese per le analisi e contemporaneamente l'esperienza di citizen science è state e verrà replicata nelle case di alcuni studenti per avere un'idea più chiara della qualità dell'aria che studenti e personale respirano in Università ma anche di quella che si respira nelle case delle città italiane.
			
							Tra le principali minacce per l’ambiente e la nostra salute, l’inquinamento atmosferico è al primo posto ed è ancora troppo poca l'attenzione che si presta alla qualità dell'aria indoor. Infatti gli spazi chiusi sono il luogo in cui, in genere, si trascorre la maggior parte del tempo e quelli la cui qualità dell'aria si conosce meno.
I volontari di Legambiente Sicilia hanno installato all'interno e all'esterno dell'ededificio 17 dell'Università degli Studi di Palermo strumenti per il campionamento di polveri, composti carbonilici gassosi e idrocarburi aromatici (BTEX) in ambienti indoor urbani che, dopo un periodo di esposizione, verranno inviati al CNR-IIA per le analisi.
Questo è il secondo monitoraggio dell'aria che Legambiente effettua all'interno dell'università nell'ambito del progetto "Volontari x Natura" con la collaborazione del dipartimento Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche e che si svolge in contemporanea in 13 città e atenei italiani.
Il primo monitoraggio si è svolto ad aprile e, per quanto riguarda i composti carbonilici l’aria outdoor rientrava nell’intervallo tipico per i centri urbani e sia la concentrazione totale che la distribuzione percentuale di BTEX mutava con la tipologia dei siti.
La concentrazione del benzene in tutti gli ambienti era sempre molto inferiore al valore limite di 5 µg/m3. Quantità simili di toluene sono state trovate indoor e outdoor. Indicando come principale fonte emissiva il traffico veicolare.
I nuovi campioni verranno ritirati tra un mese per le analisi e contemporaneamente l'esperienza di citizen science è state e verrà replicata nelle case di alcuni studenti per avere un'idea più chiara della qualità dell'aria che studenti e personale respirano in Università ma anche di quella che si respira nelle case delle città italiane.
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