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Un patto tra i cittadini per la tutela del territorio: in Sicilia nascono 11 ecomusei

Il governo regionale siciliano ha riconosciuto gli ecomusei: undici strutture museali in tutta l’Isola per fare della cultura locale una molla di sviluppo a beneficio del territorio

Balarm
La redazione
  • 12 febbraio 2020

Il Foro Italico di Palermo (foto Balarm)

Ad arricchire la proposta culturale in Sicilia ci pensa la Regione che ha istituito i primi undici ecomusei dedicati alla valorizzazione del nostro territorio.

Il presidente della Regione Nello Musumeci, in qualità di assessore dei Beni culturali, ha infatti firmato il decreto con cui si sblocca l’attuazione della legge regionale n. 16/2014 e vengono così riconosciute undici strutture museali in tutta l’Isola: dei veri e propri parchi sub-urbani con l’obiettivo di fare della cultura locale una molla di sviluppo a beneficio di tutto il territorio.

L’ecomuseo è un patto tra i cittadini che, secondo la logica museale, decidono di prendersi cura del territorio una forma al fine di conservare, comunicare e rinnovare l’identità culturale di un piccolo territorio. Si tratta di nuovi modelli di sviluppo territoriale che puntano sulla forza del turismo esperienziale, sostenibile e di qualità.

È quindi è tutti gli effetti un impegno collettivo con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un’area attraverso un progetto condiviso di tutela, valorizzazione, manutenzione e produzione di cultura di un ambiente omogeneo.
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Gli ecomusei che in Sicilia hanno ottenuto l’approvazione, in particolare in base al criterio dell’esperienza di attività, sono 11: nella zona del palermitano ci sono “Mare memoria viva“, che racconta le trasformazioni urbanistiche e sociali della città di Palermo dal dopoguerra a oggi attraverso testimonianze, storie, immagini e memorie legate al mare di città (ne abbiamo parlato qui), e “Madonie” a Castellana Sicula.

Nella zona del catanese, invece, “Grotta del Drago” a Scordia, “Cielo e Terra” ad Acireale, “Riviera dei Ciclopi” ad Acicastello, “Valle del Loddiero” a Militello Val di Catania; per passare poi a “I luoghi del lavoro contadino”, a Buscemi-Palazzolo Acreide, e “Iblei” a Canicattini Bagni, nel siracusano.

Presente anche Sciacca con i suoi “Cinque Sensi” (di cui abbiamo già parlato qui) e “I sentieri della memoria” a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento e, infine, l’ecomuseo “Rocca di Cerere Geopark” a Enna.

«Finalmente – dichiara il presidente Musumeci - la Sicilia ha i primi ecomusei che arricchiranno l’offerta culturale della Regione, rafforzando la rete dei nostri attrattori turistici e coinvolgendo i territori e le comunità locali. Considero, questo, un passaggio innovativo e importante nella gestione dei beni culturali dell’Isola, per la cui realizzazione abbiamo dovuto superare un immobilismo che perdurava da anni.

Prendo impegno che al decreto di riconoscimento farò seguire, in tempi brevi, un provvedimento con il quale assicurerò le prime risorse finanziarie agli 11 ecomusei e misure di accompagnamento alle altre sei strutture museali del territorio che non hanno ancora raggiunto i requisiti minimi previsti dalla legge».

Il governatore aveva nominato e insediato, otto mesi fa, un apposito comitato tecnico-scientifico - formato da funzionari ed esperti - che ha valutato le istanze in conformità alle disposizioni normative, che affidano alle Soprintendenze l’istruttoria formale degli atti.

Altri sei ecomusei, pur non avendo ottenuto la qualifica, soprattutto in carenza dei requisiti richiesti in ordine alla triennalità di esercizio, inizieranno un percorso di riconoscimento con misure di accompagnamento da parte dell’assessorato ai Beni culturali.

«È intendimento del mio governo – conclude Musumeci - incentivare e moltiplicare gli ecomusei, sollecitando l’iniziativa degli enti locali e delle agenzie del territorio siciliano. Sarà mia cura, d’intesa con i componenti del comitato tecnico-scientifico, che ringrazio per il loro lavoro, organizzare una conferenza regionale a cui saranno invitati i rappresentanti delle amministrazioni e dell’associazionismo locale».
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