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Un piccolo posto a Palermo che si accende una volta l'anno: la magia di vicolo Brugnò

Le famiglie che lo abitano adornano il vicoletto in centro storico con luci, fiori e antiche foto per festeggiare Santa Rosalia: un trionfo di colori che incanta i passanti

  • 11 luglio 2018

Vicolo Brugnò a Palermo (foto Eugenia Nicolosi)

Già da qualche giorno vicolo Brugnò è in fermento, le famiglie che abitano il piccolo viottolo di fronte la Cattedrale di Palermo stanno sistemando e allestendo a festa per l'arrivo del momento più atteso dell'anno: il Festino di Santa Rosalia.

Ma quest'anno al vivace fermento popolare delle devote famiglie si aggiunge una novità: ci saranno anche dei giovani artisti locali che esporanno le loro opere.

La tradizione e la storia incontrano la contemporaneità e i giovani e così degli artisti mettono in mostra le loro opere accanto ai ricordi, alle foto, alle luci e ai tappeti delle storiche cinque famiglie devote alla "santuzza".

Da circa sessant'anni infatti ogni anno durante il Festino i residenti di vicolo Brugnò costruiscono un altare con la statua di Santa Rosalia ed espongono, attaccate sui muri delle loro case che tengono aperte e della viuzza, foto, cimeli e quadri raccolti nel corso di più di mezzo secolo.
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Nel 2018 a fare compagnia ai ricordi delle famiglie e alla statua della Santuzza c'erano anche delle opere di arte contemporanea della neonata associazione Officine dell'Arte di Vittoria Naselli e Giovanna Filippone che hanno organizzato una mostra parallela.

«Quando mio suocero iniziò aveva una piccola statua della Santa che allestì all'interno di una piccola edicola votiva - racconta Gaetano Mirabella è il genero dell'uomo che sessant'anni fa diede inizio alla longeva tradizione di vicolo Brugnò, Domenico Marraffa - poi negli anni ha coinvolto un po' tutti nel vicolo e si sono sentiti partecipi di questo rito, tutti adesso siamo devoti a Santa Rosalia e per noi sono giorni intensi quelli che stanno per arrivare».

«Una ventina di anni fa una signora della via fu ricoverata e chiese una grazia alla nostra Santa, quando uscì dall'Ospedale con la grazia concessa, regalò una statua grande della Santa e ogni anno costruiamo un altare dove esporla tra fiori e piante - continua - Io da venticinque anni do una mano anche se non vivo qui, sono io che costruisco l'altare tra legno e polistirolo».

«Tutto quello che facciamo in questa via per il Festino è autoprodotto - conclude l'uomo - il Comune non ci ha mai dato finanziamenti, con le offerte che raccogliamo durante i giorni del 14 e del 15 li reinvestiamo per l'anno successivo».
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