ARTE E ARCHITETTURA
Un team di archeologi siciliani "scopre" una città: in Iraq sulle tracce di Hammurabi
I nuovi scavi, diretti dal professore Laneri dell’università di Catania, hanno fatto emergere un complesso sistema di fortificazioni e gestione delle acque
				È una delle poche città mesopotamiche che testimoniano le capacità ingegneristiche degli antichi babilonesi nell’epoca dei sovrani della I dinastia di Babilonia.
Torna pian piano alla luce l’antica città di Tell Muhammad, nei pressi dell’odierna Baghdad, abbandonata dopo la Caduta di Babilonia (1595 a.C.).
I nuovi scavi nel sito mesopotamico, diretti dal professore Nicola Laneri, docente al dipartimento di Scienze umanistiche dell’università di Catania, hanno fatto emergere il complesso sistema di fortificazioni e di gestione delle acque che segnava il versante nord-orientale della città.
Nel team di ricerca anche gli allievi dei corsi di triennale, magistrale e della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Catania: Rachele Mammana, Aurora Borgesi, Lucrezia Bellofiore, Antonio Maggiore.
Negli spazi interni alla cinta muraria sono stati scoperti edifici legati alla lavorazione dei cereali e alla panificazione, oltre che alcuni forni probabilmente impiegati per liquefare il bitume, fondamentale per l’impermeabilizzazione dei vasi e dei luoghi legati alla gestione dell’acqua.
Straordinaria la scoperta di uno spazio sacro con altare e tombe dedicato al culto degli antenati (in Babilonese, kispum) attestato nei contemporanei testi in cuneiforme e di un bagno con foro e latrina sottostante.
Insieme alle forme ceramiche tipiche dell’epoca Paleobabilonese, sono stati poi ritrovati tre preziosi sigilli cilindrici con funzione amministrativa che presentano iconografie e iscrizioni tipiche di questa epoca, e delle placchette votive in terracotta con iconografie femminili, modellini di letti legati al matrimonio sacro e figurine di musici, tutti elementi tipici della tradizione babilonese della prima metà del II millennio avanti Cristo.
			
							Torna pian piano alla luce l’antica città di Tell Muhammad, nei pressi dell’odierna Baghdad, abbandonata dopo la Caduta di Babilonia (1595 a.C.).
I nuovi scavi nel sito mesopotamico, diretti dal professore Nicola Laneri, docente al dipartimento di Scienze umanistiche dell’università di Catania, hanno fatto emergere il complesso sistema di fortificazioni e di gestione delle acque che segnava il versante nord-orientale della città.
Nel team di ricerca anche gli allievi dei corsi di triennale, magistrale e della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università di Catania: Rachele Mammana, Aurora Borgesi, Lucrezia Bellofiore, Antonio Maggiore.
Negli spazi interni alla cinta muraria sono stati scoperti edifici legati alla lavorazione dei cereali e alla panificazione, oltre che alcuni forni probabilmente impiegati per liquefare il bitume, fondamentale per l’impermeabilizzazione dei vasi e dei luoghi legati alla gestione dell’acqua.
Straordinaria la scoperta di uno spazio sacro con altare e tombe dedicato al culto degli antenati (in Babilonese, kispum) attestato nei contemporanei testi in cuneiforme e di un bagno con foro e latrina sottostante.
Insieme alle forme ceramiche tipiche dell’epoca Paleobabilonese, sono stati poi ritrovati tre preziosi sigilli cilindrici con funzione amministrativa che presentano iconografie e iscrizioni tipiche di questa epoca, e delle placchette votive in terracotta con iconografie femminili, modellini di letti legati al matrimonio sacro e figurine di musici, tutti elementi tipici della tradizione babilonese della prima metà del II millennio avanti Cristo.
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