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Un viaggio nella mitologia: tra visite guidate e antiche leggende apre la Fonte Aretusa

Ne hanno scritto, affascinati, Pindaro, Mosco, Ovidio, Virgilio, D'Annunzio: lo specchio d'acqua nell'isola di Ortigia, è uno dei più bei monumenti tra Siracusa e il mare

Balarm
La redazione
  • 26 luglio 2019

La Fonte Aretusa (foto di Vincenzo Perricone)

La Fonte Aretusa apre al pubblico (a partire dal 6 agosto) con i percorsi di visita guidati che permettono di ammirarne dall’interno la bellezza: ad accompagnare le visite le voci italiane di Isabella Ragonese, Sergio Grasso e Stefano Starna (audioguida disponibile anche in inglese, francese, spagnolo e cinese a questo link trovi informazioni e contatti per prenotare la tua visita).

Il percorso restituisce l’emozione di un viaggio tra gli antichi papiri (il papireto di Siracusa e quello del Fiume Fiumefreddo sono gli unici d'Europa) e animali acquatici donati dai siracusani come devozione a una mitologia lontana dalle moderne religioni, superando le difficoltà di accedervi e permettendo di compiere una specie di percorso devozionale in piena sicurezza.

Da oltre duemila anni, la Fonte Aretusa è uno dei simboli della città di Siracusa: le acque che scorrono nel sottosuolo di Ortigia, ragione prima della sua fondazione, ritornano in superficie al suo interno, dove il mito vuole che si uniscano a quelle del fiume Alfeo in un abbraccio senza tempo.
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È un mito straordinario, cantato nei secoli da poeti, musicisti e drammaturghi: la storia di Aretusa e Alfeo è una storia d’amore, inizialmente non corrisposto, tra una ninfa e un fiume che inizia nella lontana Grecia e trova qui il suo epilogo, simbolo del legame che esiste tra Siracusa e la madrepatria dei suoi fondatori.

Ma la Fonte Aretusa è anche il luogo nelle cui acque, nel corso dei secoli, filosofi, re, condottieri e imperatori si sono specchiati e genti venute da lontano, molto diverse tra loro, sono rimaste affascinate, anche attraverso le numerose trasformazioni del suo aspetto esteriore.

La Fonte ospita da millenni branchi di pesci un tempo sacri alla dea Artemide e, da tempi più recenti, una fiorente colonia di piante di papiro e alcune simpatiche anatre che le valgono il nomignolo affettuoso con cui i Siracusani di oggi talvolta la chiamano, "funtàna de’ pàpere".

Dalla Fonte si gode un tramonto che Cicerone descrisse "tra i più belli al mondo" e la vista del Porto Grande dove duemila anni fa si svolsero epiche battaglie navali che videro protagonista la flotta siracusana e dove le acque di Alfeo e Aretusa si disperdono nel mare in un abbraccio eterno.

Il fascino visivo di questo luogo ha affascinato molti poeti e scrittori tra cui Pindaro, Mosco, Ovidio, Virgilio, D'Annunzio, Alexander Pope e storici come Timeo, Pausania, Diodoro Siculo, Strabone, Cicerone.

La tradizione, raccolta da Pausania, vuole che Archia, prima di partire per fondare la colonia, interpellasse l'oracolo di Delfi che così gli rispose: "Un'isoletta, Ortigia, in mezzo al fosco mare ne sta, di contro alla Trinacria, ove la bocca sgorga dell'Alfeo, mista alla polla d'Aretusa bella".

Nei secoli la fonte ha subito diverse trasformazioni: inizialmente esterna alla cinta delle fortificazioni, era possibile accedevi dal mare attraverso una ripida scala dove sorgeva anche una porta, dove pare siano penetrati i Romani durante la conquista della città. Nel XVI secolo era divisa in più rivoli utilizzati per la concia delle pelli: i rivoli formavano un lago di circa 200 metri di diametro.

Nel 1540 fu inglobata alle fortificazioni quando Carlo V potenziò le strutture militari di Ortigia, per esserne liberata nel 1847 quando l'invaso assunse la forma attuale e il belvedere posto accanto alla Fonte è ciò che rimane dell'antico bastione, demolito nella seconda metà del XIX sec.

La fonte Aretusa è ad oggi il cuore di Ortigia, luogo di ritrovo e passeggio più volte sottratto al rischio di prosciugamento.

L'apertura è resa possibile dal progetto di valorizzazione elaborato da Civita Sicilia, concessionario del Comune di Siracusa con la collaborazione della Fondazione per l’Arte e la Cultura Lauro Chiazzese.

Il progetto, elaborato e diretto per la parte architettonica da Francesco Santalucia, Viviana Russello e Domenico Forcellini, ha visto la collaborazione della Struttura Didattica Speciale di Architettura di Siracusa e si è avvalso della consulenza scientifica di Corrado Basile, Presidente dell’Istituto Internazionale del papiro - Museo del Papiro.

«Avere condiviso con il Comune di Siracusa il progetto di valorizzazione della Fonte Aretusa ci riempie di orgoglio e di emozione – ha dichiarato Renata Sansone, Amministratore Delegato di Civita Sicilia – siamo entrati in questo monumento simbolo in punta di piedi per il grande valore che esso rappresenta e con il contributo di straordinari professionisti e maestranze del territorio oggi lo rendiamo fruibile e accessibile ai cittadini e ai viaggiatori. È la missione del Gruppo Civita, tesa a valorizzare il proficuo - e a nostro modo di vedere essenziale - rapporto tra pubblico e privato nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali».

«Si recupera l’Anima di un luogo che è soprattutto Mito e Patrimonio immateriale – ha affermato l’Assessore alla Cultura del Comune Fabio Granata - Auspico che Civita possa adottare anche lo splendido giardino botanico degno del Grand Tour e la Fontana degli Schiavi. Una pagina di rigenerazione culturale della nostra Siracusa».

«L’apertura della Fonte Aretusa è un traguardo a cui guardavo da tempo - afferma il Sindaco di Siracusa Francesco Italia - Attraverso un bando pubblico abbiamo individuato un partner privato serio e competente come Civita, insieme al quale tra pochi giorni renderemo visitabile per i cittadini e i turisti un luogo simbolo dell’identità siracusana».
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