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Una notte con i senza tetto di Palermo: chi sono i volontari che donano cibo (e sorrisi)

La nuova associazione "Io sono l'altro" è nata dal desiderio di creare una realtà, fatta di certezze e di presenza, e dedicata alle persone più vulnerabili. Ecco com'è nata

  • 18 maggio 2021

«Io penso che quando nasciamo abbiamo nel cuore il nostro progetto di vita. Il difficile è dire di sì e metterlo in pratica».

Non ha dubbi Lina Trimarchi, presidente e tesoriere della (neo)nata associazione di volontari “Io sono l’altro”, formalizzata lo scorso gennaio, che opera a Palermo.

Al momento, nonostante i pochi mesi dalla sua fondazione, l’Associazione conta una trentina di volontari attivi, oltre ai dieci soci fondatori, tra i quali Enza Baldi (vicepresidente), Sabrina Alongi, Danilo Di Gaetano, Roberta Cocheo, Giovanni Cocheo, Zaira Zimmardi, Marco Salomone, Gabriella Lupo e Laura Moreschi, un gruppo di persone che condividono gli stessi ideali e che hanno fatto tesoro delle esperienze vissute e condivise negli anni insieme.

La neo associazione, infatti, nata dal desiderio di creare una realtà per i più vulnerabili fatta di certezze, carezze, di presenza e di amore, è stato un sogno chiuso in un cassetto per circa dieci anni e tirato fuori per renderlo realtà attiva.
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«Per diversi anni - ci ha detto Lina Trimarchi - ho lavorato come volontaria in una unità di strada di assistenza ai senza tetto per l’Associazione gli Angeli della Notte, e con me altri volontari con i quali ho fondato quest’altra associazione.

Non ci si può improvvisare volontari e l’esperienza, giorno dopo giorno, ti permette di comprendere quali sono le esigenze e le azioni che meglio possono andare incontro alle necessità di queste persone.

Diciamo sempre che a Palermo non si muore di fame, si muore di solitudine. Certo, molte di queste persone non riescono ad avere un pasto ogni giorno ma hanno bisogno anche, di conforto, opportunità di socializzazione e attività che li tirino fuori dal loro isolamento.

La necessità della formalizzazione dell’istituzione è il passo indispensabile per poter progettare tutto questo. L’essere un ente a tutti gli effetti ci permette di programmare tante iniziative via via più grandi.

Il sogno, per diventare realtà, deve essere condiviso e camminare sulle gambe di quanti lo sposano, così diventa azione».

Le attività del gruppo di volontari sono iniziate lo scorso anno e poi si sono rallentate a causa della pandemia.

«Avevamo iniziato delle interlocuzioni con le scuole perché il nostro obiettivo è anche quello di sensibilizzare i giovani al volontariato attivo, così come allargare il nostro sostegno lì dove c’è più bisogno, come a Lampedusa ad esempio.

Poi il lockdown ci ha chiusi tutti in casa ed è stato allora che ho capito che era arrivato il momento di fare quel passo in più».

I volontari di “Io sono l’altro”, al momento, in collaborazione con la comunità di Sant’Egidio, distribuisce pasti e un kit per l’igiene personale il lunedì sera, in attesa di crescere e mettere in campo altre azioni.

«In brevissimo tempo, grazie alle donazioni dei privati e al passaparola attraverso la nostra pagina Facebook abbiamo già riserve di cibo ma non basta assicurare un pasto; contiamo nel sostegno e nell’aiuto di quanti come noi credono nel soccorso al prossimo.

Vorremmo presto avere una sede, così da poter organizzare meglio le distribuzioni, e un pulmino. Nel frattempo, però, continuiamo a fare quello che possiamo. Palermo è una città molto generosa e sensibile, sono sicura che presto tanti altri volontari si uniranno a noi.

Molti non lo sanno ma circa l’80% dei senza tetto sono palermitani che, per vari motivi, non hanno più una casa o sono stati allontanati dalle famiglie; mi sembra doveroso precisarlo perché spesso non si ha contezza delle motivazioni per cui si arriva a vivere in strada.

Ecco perché abbiamo anche chiamato l’associazione in questo modo: ognuno di noi è l’altro che incontriamo, molto più vicino a noi di quanto possiamo immaginare».

Per chi volesse sostenere “Io sono l’altro” può farlo attraverso la donazione di cibo o vestiti (solo stagionali al momento, in attesa di avere una sede operativa) o, per i maggiorenni, anche attraverso il servizio volontario per le attività.

«Accogliamo tutti ovviamente - ha concluso il presidente Trimarchi - Siamo pronti a formare nuovi volontari che con noi vorranno donare un sorriso e una calda accoglienza al prossimo meno fortunato».
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