Una riserva di cenere, dramma allo Zingaro devastato dai roghi: "Il mio lavoro in fumo"
Leonardo Vasile, guida escursionistica, racconta gli ultimi incendi che hanno cancellato 1600 ettari di vegetazione. "Ora non so più cosa raccontare ai turisti"

L'incendio nella riserva dello Zingaro nella notte tra il 25 e 26 luglio
Un dramma per chi in quel territorio vive e lavora. Come Leonardo Vasile, guida escursionistica, che ancora oggi fatica a contenere la rabbia quando descrive l'ennesimo scempio causato dalle fiamme. «Ora cosa faccio vedere ai turisti? Avevo raccolto un sacco di prenotazioni, cosa mi tocca raccontare adesso?».
Da una parte c'è il rammarico di un giovane di 35 anni che assiste alla devastazione della terra nella quale è nato e dove è tornato dopo alcuni anni al Nord, dall'altra l'indignazione per aver perso una parte del suo lavoro come ha sottolineato in un post sulla sua pagina Instagram.
Leonardo è un ex atleta, con trascorsi di un certo rilievo nel canottaggio prima di abbandonare questo sport per dedicarsi alle moto enduro. Dopo il lockdown è tornato nella sua Sicilia col desiderio di creare un attività a Scopello.
Ha fatto l'istruttore di canotaggio al Telimar, ha insegnato anche a utilizzare il Sup, poi si è innamorato della montagna siciliana e ci ha messo poco a diventare guida escursionistica e istruttore federale di mountain bike.
«Adoro portare i turisti alla scoperta di piccole realtà locali, di piccoli angoli di Sicilia, soprattutto nella riserva dello Zingaro con cui ho un legame forte. Mio nonno è stata una delle prime guide lì, sin da quando è diventata riserva».
Oggi è uno scenario desolante quello che vede dalla sua casa nella baia di Guidaloca. «Più della metà della riserva è andata fiamme, sentieri, vegetazione. Non ho ancora fatto un sopralluogo, ma da casa mia vedo una grande fascia nera. Un danno enorme per una perla come lo Zingaro, un danno anche per il mio lavoro».
Quella notte Leonardo non ci ha pensato due volte. A bordo di un furgone si è prodigato per soccorrere i turisti in difficoltà per le fiamme che bruciavano attorno a loro.
«Mi sono sentito in dovere di dare una mano, c'erano lì tanti miei clienti venuti a fare attività. Ho apprezzato la presenza del sindaco di Castellammare Giuseppe Fauso, mi è dispiaciuta invece l'assenza di altra gente del posto che nemmeno rispondeva al telefono».
Leonardo racconta quei momenti con angoscia. «Io e una mia collaboratrice abbiamo aiutato ad evacuare le strutture, abbiamo soccorso ragazzi impauriti, caricandoli sul furgone con le loro valigie. Abbiamo trascorso tutta la notte così».
E non nasconde il suo dispiacere per gli interventi che, commenta, sarebbero arrivati in ritardo. «Il fuoco è partito da Monte Cofano e Monte Sparagio come nei due weekend precedenti. Perché i canadair non si sono attivati subito? Perché le operazioni di spegnimento sono state concentrate tutte su Monte Cofano e solo dopo sulla riserva dello Zingaro?».
Secondo Leonardo Vasile la macchina degli interventi andrebbe organizzata meglio. «C'è una perla da tutelare - aggiunge - con un patrimonio incredibile. Non è possibile che tutto questo vada in fimo e che si lascino i turisti allo sbando».
Il momento peggiore, racconta, è stato quando le fiamme sono arrivate a Scopello. «Per fortuna non hanno beccato il bosco - continua -. Ma hanno messo a rischio anche le case bruciando i giardini».
Dalle testimonianze alle azioni parlamentari. I deputati siciliani del Movimento 5 Stelle alla Camera, Daniela Morfino, Luciano Cantone, Valentina D’Orso, Filippo Scerra, Davide Aiello, Ida Carmina, hanno firmato un’interrogazione parlamentare rivolta al Governo.
Cosa chiedono? «L'attivazione immediata di un piano straordinario per rafforzare la prevenzione e la capacità di risposta agli Incendi boschivi in Sicilia e nelle regioni a rischio. È necessario aumentare gli organici dei vigili del fuoco e degli operatori antincendio, migliorare la logistica operativa, garantire la piena utilizzazione dei fondi disponibili - inclusi Pnrr e Fondo per lo sviluppo e la coesione - e potenziare le attività di sorveglianza sul territorio».
Anche il Pd - primo firmatario il deputato Peppe Provenzano e sottoscritto anche dai deputati siciliani Anthony Barbagallo, Maria Stefania Marino, Fabio Porta e Giovanna Iacono - ha presentato a Roma una interrogazione, rivolta al ministro della Protezione civile Nello Musumeci.
Al governo si chiede come «incrementare le giornate lavorative per i forestali e assicurare loro anche maggiori mezzi strumentali con l'obiettivo di migliorarne l'efficacia e metterli in condizione di poter meglio operare nella cura del territorio e nell'azione di prevenzione dal rischio incendi'».
Il deputato regionale Dario Safina ha invece sollevato all'Ars la questione legata all'impiego dei mezzi aerei di soccorso, in particolare il 25 luglio scorso.
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