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Viali alberati e torri di vedetta: un giardino che non ti aspetti a due passi da Palermo

Vi portiamo a Bagheria, nel maestoso giardino settecentesco di Villa San Cataldo, rimasto per lungo tempo abbandonato e non fruibile e oggi invece restituito ai cittadini

Sara Abello
Giornalista
  • 7 gennaio 2022

Il giardino di Villa San Cataldo a Bagheria

Proprio al confine con Santa Flavia, in quella che potrebbe essere definita la “terra di mezzo” per intenderci, non escludo del resto che qualche elfo, orco o troll lo si trovi anche in quei giardini, si trova un piccolo polmone verde che a Bagheria quasi non ti aspetti.

Questo non per il solito sparlare le proprie radici, ma perchè a Bagheria davvero c’è la tendenza a far scivolare un po’ di cemento ogni volta che si vede sbucare un filo d’erba.

Ma torniamo a quel po’ di verde di cui vi parlavo.

A partire dalla fine del 2019 è stato infatti riconsegnato alla cittadina di baarioti il maestoso giardino settecentesco di Villa San Cataldo, rimasto ahinoi a lungo non fruibile.

Negli anni era stato oggetto di numerosi lavori di ripristino coordinati dai vari assessori di riferimento, giunta dopo giunta, e vittima di ulteriori “apri/chiudi, chiudi/riapri”.

Poi chiaramente la lunga pandemia non è stata di aiuto in quello che doveva essere un progetto che prevedesse centralità, rispetto agli eventi della comunità baariota, del giardino di Villa San Cataldo e della chiesetta sconsacrata, per organizzare eventi e so- prattutto per renderlo fruibile alle famiglie, del resto un gioiello così non era normale restasse chiuso.
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Villa San Cataldo è stata costruita agli inizi del XVIII secolo dal principe di Cattolica, assumendo l’aspetto di un castello medievale, già all’epoca le cose stranulidde a Bagheria non si contavano.

Sino a quando poi, a partire dal 1860, fu radicalmente trasformata e decorata in stile neogotico dai nuovi proprietari, il principe Galletti di San Cataldo con la sua famiglia. Un tipo dall’anima dark di sicuro.

La demolizione e la consecutiva ristrutturazione del XIX secolo hanno risparmiato solo la chiesetta, successivamente sconsacrata, e il maestoso giardino, all’epoca ricco di piante esotiche e circondato da una balaustra di recinzione realizzata in pietra di tufo di Aspra, la stessa utilizzata per i mostri di Villa Palagonia.

Nel 1906, il complesso che comprendeva una villa costituita da un lungo corpo a due piani, fu acquistato dai signori Meyer e Chandlory, i quali la cedettero in locazione alla Compagnia di Gesù, che procedette all’ampliamento e all’abbellimento dell’edificio, fino a che divenne “Seminario per le missioni estere”.

Numerosi furono i seminaristi Gesuiti della scuola di San Cataldo che, ordinati sacerdoti, si sparsero in giro per il mondo per diffondere il Verbo di Cristo, la religione e la civiltà tra i popoli che vivevano ancora come selvaggi.

Oggi al posto di quelle piante esotiche ci sono per lo più agrumi, uno spazio verde ricco di fiori, piante, viali alberati con torri di vedetta e pilastri storici.

Un giardino d’altri tempi dove concedersi una passeggiata solitaria o in compagnia dei più piccoli che inizieranno a godere di uno spazio troppo a lungo precluso e pertanto del tutto sconosciuto a questa generazione di mini baarioti.

Il progetto di ripristino del giardino non si è concluso con la sua riapertura, sono ancora in corso, dopo anni dal suo ritorno alla cittadina, ulteriori interventi di restauro dei sedili ad esempio, lavori tutti che lo renderanno senza dubbio una delle tappe dei turisti che visiteranno Bagheria e anche di noi autoctoni che, di sicuro, ci meritiamo un po’ di bello.
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