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"Come vorrei che fossi qui": un omaggio a Lia Pipitone

Il cantautore Fabio Guglielmino dedica il suo brano a Lia Pipitone, una giovane madre di 25 anni strappata alla vita troppo presto, uccisa per la sua forte sete di libertà

Balarm
La redazione
  • 6 giugno 2016

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La storia raccontata nel brano "Come vorrei che fossi qui", scritto dal cantautore palermitano Fabio Guglielmino, è quella di Lia Pipitone, giovane madre di 25 anni, figlia di un boss mafioso, strappata alla vita troppo presto a causa della sua forte sete di libertà. Dopo più di trent'anni è stato da poco riaperto il processo che riconoscerà Lia Pipitone come vittima di mafia .

Nel video si intrecciano le vite di due personaggi: una figura femminile - lo spirito di Lia, quello che amava il mare della sua terra - e un giovane che la cerca disperatamente fino alla fine per poterle dire qualcosa che, forse, non le ha mai potuto dire.

Il cantautore ha voluto dedicare il brano ai volontari dell’associazione Millecolori Onlus, attivi nel centro antiviolenza “Lia Pipitone” a Palermo, e ha deciso di donare loro la traccia perché possa essere utile a raccogliere fondi per le numerose iniziative che portano avanti nel territorio.

Il brano è inciso in collaborazione con la formazione di Fabio Gugliemino The Bornheimer, composta da Dario Gullifa al basso - da lui curata la realizzazione del video - Fabrizio Pecoraino alla batteria, Riccardo Rizzo alle chitarre. Il video è stato ideato da Fabio Guglielmino e Dario Gullifa, curatore di regia, riprese e montaggio. Protagonisti della clip sono Claudia Trianni e il biker Marco Guglielmino.

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