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Cinema, concerti, mostre e controcultura: la settima edizione del "Sicilia Queer"

Centrale quest'anno lo "sguardo femminile su erotismo, sessualità e rapporti interpersonali" nel festival dedicato al grande cinema internazionale

  • 15 maggio 2017

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Con oltre sessanta opere in programma, tra corti e lungometraggi, grandi ospiti internazionali, workshop, incontri, riscoperte di capolavori dimenticati e tante altre sorprese, la settima edizione del "Sicilia Queer Filmfest" si preannuncia più ricca che mai, con la novità dei matinée e del concorso di lungometraggi (visualizza il programma).

Dal 24 maggio al primo giugno 2017 i Cantieri culturali alla Zisa e il cinema Rouge et Noir di Palermo saranno teatro diffuso del "Sicilia Queer Filmfest" dedicato al grande cinema internazionale.

Il programma è fittissimo e comprende numerosi film in concorso nella sezione lungometraggi "Nuove visioni" e nella sezione di corti "Queer Short", opere fuori concorso nella sezione "Panorama Queer", la prima personale in Europa dedicata al regista americano di origini portoghesi Gabriel Abrantes e preziose riscoperte nelle sezioni "Retrovie Italiane" e "Carte Postale à Serge Daney".
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Poi il cinema d’animazione, i laboratori per bambini, le letterature queer, il premio teatrale dedicato a Nino Gennaro, un omaggio al performer Franko B e altro ancora, tra cui due importanti iniziative che precedono e seguono la tradizionale settimana di svolgimento del Festival.

Si tratta di una Summer School che sarà occasione di dibattito teorico sugli studi queer e un workshop teorico-pratico sul cinema che si svolgerà tra Palazzo Branciforte e i Cantieri alla Zisa, condotto da una delle più importanti registe del panorama internazionale: Claire Simon.

Il Festival inaugura mercoledì 24 maggio al cinema De Seta con un aperitivo e una performance per orchestra di contrabbassi a cura di Lelio Giannetto in occasione dei vent’anni dell'associazione Curva Minore e Serena Ganci e Ersilia Lombardo, rispettivamente cantante e musicista e attrice, inisieme al Festival Teatro Bastardo. Al trio di Simona Norato è affidata la serata di chiusura, il primo giugno.

Sarà anche proiettato il trailer politicamente scorretto che il regista Franco Maresco ha realizzato per il festival, ovvero: il gender secondo i fratelli La Vecchia.

Infatti "Queer", aggettivo e sostantivo, significa "Sessualmente, etnicamente o socialmente eccentrico rispetto alle definizioni di normalità codificate dalla cultura egemone".

I temi del Festival, declinati in tutte le controverse sfaccettature del contemporaneo sono diversi e intrecciati: fughe, nomadismo, tecnologia, nevrosi, alienazione, crisi della famiglia tradizionale e nuove prospettive relazionali affrontate sia con la leggerezza e l’ironia della commedia, sia con le asperità del dramma.

In particolare, è centrale quest’anno lo sguardo femminile su erotismo, sessualità e rapporti interpersonali. Ampio spazio sarà dato anche alla riflessione sui movimenti politici e di controcultura del ’77, attraverso l’omaggio a vent’anni dalla scomparsa al regista Marco Ferreri con due film esemplari nella sezione Retrovie Italiane.

La stessa sera dell'inaugurazione, intanto, viene proiettato il film d’apertura: "Little Man", del regista statunitense Ira Sachs. Ma tra i film in programma, per originalità e rarità, spiccano tra gli altri "il visionario" (The Misandrists) di Bruce LaBruce, "Los objetos amorosos" di Adrián Silvestre, "Rester Vertical" di Alain Guiraudie o ancora "The Love Witch" di Anna Biller

La giuria internazionale, presieduta dal regista portoghese João Pedro Rodrigues è composta dall’attrice Silvia Calderoni, figura di spicco dell’avanguardia teatrale italiana con il gruppo Motus, dai francesi Jean-Sébastien Chauvin (critico dei Cahiers du Cinéma) e Arnold Pasquier (regista) e dall’attrice tedesca Susanne Sachsse.

La giuria avrà il compito di scegliere il miglior cortometraggio della sezione "Queer Short" e il miglior lungometraggio della sezione "Nuove Visioni", opere non necessariamente legate a tematiche Lgbt.

Alla giuria internazionale si affiancheranno la Giuria del Coordinamento Palermo Pride e quella dell’Associazione 100 Autori, composta da Marco Amenta, Carlotta Mastrangelo e Enza Negroni.

Di grande rilievo è la sezione "Presenze" dedicata quest’anno alla retrospettiva integrale, per la prima volta in Europa, del giovane e talentuoso regista Gabriel Abrantes. Del regista, che sarà presente a Palermo durante il Festival, saranno proposti 18 film, che si caratterizzano per il loro estremismo visionario e dissacrante e per la loro ironia fulminante.

Un'altra sezione caratterizzante del Festival è quella di storia del cinema intitolata "Carte postale à Serge Daney", che quest’anno recupera un capolavoro del cinema francese: "Le trou" (Il buco) di Jacques Becker, considerato da Jean-Pierre Melville il miglior film francese di tutti i tempi.

Attenzione anche alle migrazioni, con la sezione Eterotopie quest’anno dedicata alla Grecia, che prevede in catalogo un contributo d’eccezione del filosofo Georges Didi-Huberman, per la prima volta in traduzione italiana.

Confermata anche quest’anno l’attenzione alle arti visive con la mostra "Extrablatt", a cura di Verein Düsseldorf-Palermo, presso la Haus der Kunst dei cantieri culturali alla Zisa, che presenta le opere di 17 artisti ispirati ai corti in concorso nella sezione Queer Short.

E un grande appuntamento con l’arte contemporanea è a Palazzo Sant’Elia con Franko B, poliedrico artista e performer milanese che vive a Londra da diversi anni. Curata da Paola Nicita e Antonio Leone è una personale che gli dedica il "Sicilia Queer" insieme a un documentario a lui dedicato in anteprima assoluta.

Il “Premio Nino Gennaro”, realizzato dall’artista Vincenzo Vizzari, sarà assegnato quest’anno al regista Lionel Soukaz, pioniere dell’attivismo gay in Francia, del quale sarà proposto il mediometraggio "Tino".

«Il Festival a cui lavoriamo con passione dal 2010 è oggi un luogo affermato di dialogo e di confronto tra persone interessate non soltanto all'ambito del cinema o a quello della storia e della cultura lgbt, ma uno spazio per tutti quelli che sentono la necessità di oltrepassare le etichette per provare a stare nel proprio tempo con uno sguardo libero e critico».

Queste le parolde del direttore artistico Andrea Inzerillo. «Un festival che viene da lontano e guarda lontano - continua - è questo lo scopo della produzione di saperi, della condivisione di esperienze, della creazione di incontri e dell’accumulo di materiali che proiettano il "Sicilia Queer" su una dimensione più estesa nel tempo».
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