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Dai migranti, alla gioia, alla religione: le toccanti parole del Dalai Lama a Palermo

Il Teatro Massimo di Palermo era gremito per la conferenza sull'Educazione alla Gioia tenuta lo scorso 18 settembre dal Dalai Lama Tenzin Gyatso, leader spirituale

Balarm
La redazione
  • 20 ottobre 2017

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Sono stati molti gli argomenti trattati dal Premio Nobel per la Pace, sua santità il Dalai Lama, durante la sua visita a Palermo e in particolare durante la conferenza di educazione alla gioia, che si è tenuta al Teatro Massimo lo scorso 18 settembre.

Il leader spirituale ha affrontato con serietà, seppur inserendo momenti di leggera simpatia, alcuni caldissimi temi di attualità: la migranzione, i conflitti tra la Corea del Nord e l'America, l'uso dei social e della tecnologia e fino naturalmente alla religione e alla crescita personale e spirituale dell'individuo.

«Noi dobbiamo accogliere migranti, che arrivano nei luoghi che li accolgono pensando a come poter ricostruire i luoghi da cui sono scappati - afferma - Noi tibetani abbiamo trovato rifugio in una nazione democratica e penso che gli individui, i gruppi, le organizzazioni possano aiutare gli altri più che i grandi governi, perché fanno meno paura».

Il nome della conferenza nasce da "Il libro della Gioia. Dialogo tra due Nobel per la Pace" di Douglas Abrams, incentrato sul dialogo tra lo stesso Dalai Lama Tenzin Gyatso e l’arcivescovo africano Desmond Tutu.
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Per arrivare alla pace nel mondo bisogna unire la compassione con l'azione e «Chiedersi perché la comunità musulmana abbia tanta rabbia è cruciale. Dobbiamo capire da dove viene. Dopo l’11 settembre scrissi a Bush, che rispetto, dicendogli che una reazione violenta avrebbe moltiplicato la violenza. Se adesso hai un Bin Laden, reagendo con la guerra ne avrai dieci, cento».

L'esistenza di diverse religioni, secondo il Premio Nobel, è inevitabile. «Gli individui non sono tutti uguali - ha detto il Dalai Lama - e devono avere la possibilità di praticare il culto che ritengono opportuno, sempre guidati dall'amore».

«Anche l’uso sbagliato della religione può essere distruttivo. Denominare un certo tipo di religione come terrorismo è sbagliato. Il terrorismo è qualcosa che fa male agli altri e se fa male agli altri, non non sei più buddista, non sei più musulmano. Un vero musulmano mai uccide, un vero buddista mai uccide. È sbagliato titolare con frasi come terrorismo islamico perché la gente si fa un’idea sbagliata» ha aggiunto.

Il Dalai Lama accusa infine la società occidentale di essere troppo materialista. «La pace ha a che fare con il mondo interiore, con la gioia e i pensieri, non con il mondo esterno. Non possiamo trovare la felicità negli oggetti esterni. Serve un nuovo sistema educativo in questo secolo, da tempo propongo di inserire nell’odierno sistema di istruzione i valori della compassioneı.
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