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Una seconda casa per famiglie con piccoli pazienti: nasce "WonderLAD" a Catania

WonderLAD è l’esempio concreto di come la bellezza possa curare. L’idea è nata da due persone che della cura hanno fatto la propria missione, ve la raccontiamo

Federica Dolce
Avvocato e scrittrice
  • 23 novembre 2025

C’è una parola inglese, wonder, che significa meraviglia, stupore. E poi c’è LAD, acronimo de "L’Albero dei Desideri", un nome che richiama la crescita, la speranza, la vita. Insieme formano "WonderLAD", un progetto unico al mondo che nasce a Catania e che unisce architettura, arte e psicoterapia per accompagnare i bambini affetti da malattie oncologiche e le loro famiglie in un percorso di rinascita.

Una casa che non è solo struttura, ma abbraccio. Un progetto che nasce in a Sicilia che ancora una volta si fa madre, accoglie, ama. "WonderLAD" è l’esempio concreto di come la bellezza possa curare. L’idea è nata da due persone che della cura e della creatività hanno fatto la propria missione: l’architetto Emilio Randazzo e la psicoterapeuta Cinzia Favara Scacco, sua moglie. Dall’unione delle loro esperienze è nata la visione di un luogo in cui la sofferenza non annulli la gioia, ma la trasformi in forza, arte, condivisione.

«Avere sposato Cinzia, psicoterapeuta che attraverso l’arte terapia si prende cura di bambini affetti da malattia oncologica - ci rivela l’architetto Randazzo - mi ha portato a pensare che anche l’architettura potesse avere un ruolo da protagonista nella cura di questi bambini ammalati di cancro».

Da questa intuizione è germogliato un sogno, che oggi vive in una struttura immersa nel verde, progettata per abbracciare e proteggere chi vi entra. "WonderLAD" è un progetto che supera l’idea di “centro terapeutico”: è una casa dove il bambino e la sua famiglia vengono accompagnati in un percorso di riabilitazione globale, fisica ed emotiva. Un luogo dove curare il corpo e guarire l’anima.

Infatti l’architetto specifica che: «La finalità principale di LAD ETS è la riabilitazione globale, di corpo e anima, del bambino e dei suoi cari. È necessaria la presa in cura dell’intero nucleo familiare. Il rischio è quello che, pur riuscendo a sconfiggere la malattia, venga bloccato il processo di crescita dei giovani pazienti». Un pensiero che ribalta la prospettiva della cura: non solo guarire, ma restituire vita.

Appena varcata la soglia di "WonderLAD", si percepisce un’armonia profonda. Le linee architettoniche sono morbide, ispirate a un abbraccio e ogni dettaglio è pensato per far sentire chi entra protetto, al sicuro, amato. L’architetto Emilio Randazzo ci spiega infatti che «il desiderio è che ognuno percepisca una sensazione di benessere. La stessa forma architettonica, ispirata a un abbraccio, trasmette immediatamente un senso di bellezza e di protezione.»

Dunque l’architettura che contiene e sostiene il progetto e l’emozione che tutto l’insieme (progetto, programmi, finalità, persone) suscita creano bellezza che diventa essa stessa terapia. Ma realizzare "WonderLAD" non è stato facile: come ogni grande sogno, ha chiesto determinazione, visione e una comunità che credesse nella possibilità di cambiare le cose.

«Dire quale sia la sfida più grande è difficile? – l’architetto risponde - trovare i fondi per la struttura e per sostenere le attività, inserirsi con nuovi strumenti all’interno di percorsi terapeutici che non prevedevano una così ampia multidisciplinarietà, realizzare spazi adeguati ad accogliere le attività previste dal nostro metodo.»

Catania e la sua gente hanno accolto "WonderLAD" con calore e orgoglio. «L’amministrazione e la cittadinanza catanese hanno accolto in maniera entusiastica sin dall’inizio l’idea che si potesse realizzare una struttura innovativa e questo ci ha incoraggiato ad andare avanti», afferma con orgoglio Emilio Randazzo.

"WonderLAD" è diventata una seconda casa per tante famiglie della Sicilia orientale. «I beneficiari principali nonché i più vulnerabili sono i bambini e gli adolescenti affetti da malattia oncologica provenienti dalla Sicilia orientale e dalle zone limitrofe. L’impatto sociale – aggiunge Randazzo - è stato incredibile.

Moltissimi genitori dei bambini ci hanno detto che se non ci fosse stata "WonderLAD" non avrebbero saputo come affrontare tutte le avversità. Soprattutto chi è dovuto andare per dei periodi al nord Italia per delle particolari terapie, ci ha riferito di aver avvertito la mancanza di quella presa in cura globale. »

«Ogni angolo di "WonderLAD" ha una sua storia e un suo perché. Ma se proprio devo dirne uno… l’auditorium. Uno spazio unico, cuore pulsante per tutti - specifica l’architetto - progettato per esaltare gli aspetti sensoriali e far esibire i nostri piccoli artisti insieme a grandi artisti.

Un po’ come è successo con la realizzazione del libro "Signor sveglia Signor sonno", i cui personaggi, realizzati dai nostri bambini, hanno preso vita in un cortometraggio animato con le voci di Pif, Dori Ghezzi e Marisa Laurito». Il progetto architettonico è incentrato sul concetto di sostenibilità, intesa come rispetto per l’ambiente e per l’uomo, dai materiali alle forme questo è molto visibile e conferisce al progetto ancora più pregio.

«"WonderLAD" è stata concepita, così come richiesto dal bando del concorso internazionale di architettura attraverso il quale ne è stato scelto il progetto, come un NZEB, in bio architettura e in classe A4 – specifica Randazzo -. L’utilizzo di materiali come legno, sughero naturale, alluminio riciclabile, impianti ad alta efficienza, fanno di "WonderLAD" un edificio estremamente rispondente alla sostenibilità ambientale».

In questo progetto l’architetto Randazzo e sua moglie non hanno solo investito tempo e risorse ma ne hanno fatto una missione con dedizione e con una continua visione rivolta verso il futuro.

«Più che di sacrifici personali - afferma l’architetto - parlerei di totale dedizione. Da quando insieme a Cinzia ho iniziato questa avventura il tempo, le energie, le relazioni e le risorse messe a disposizione del progetto non sono quantificabili. Ma non è mai stato un sacrificio, anzi è una passione che aumenta col passare degli anni. Abbiamo imparato tante cose: innanzitutto che nulla è impossibile. E poi che devi prevedere tutto, anche l’imprevedibile».

E adesso, guardando al futuro, cos’ altro si pensa di progettare? «Ci piacerebbe affinare sempre più e diffondere il nostro metodo, - ci rivela l’archiettto Randazzo - realizzando altre "WonderLAD" nelle città dotate di reparti di "EmatOncologia Pediatrica", così come è stato previsto a Pavia, dove il Comune e il Policlinico San Matteo hanno beneficiato di uno stanziamento da parte del Senato della Repubblica, proprio per realizzare una casa laboratorio nella quale si utilizzi il LAD Project, ovvero il metodo che abbiamo ideato e messo a punto. »

Ancora una volta la Sicilia insegna, si fa pioniera di progetti incredibilmente belli, importanti, destinati a fare la storia di un popolo che cura, abbraccia, supporta, con uno sguardo rivolto al futuro. Oggi "WonderLAD" non è solo un edificio, ma un simbolo di amore concreto. È la dimostrazione che la Sicilia sa ancora essere madre, rifugio, e anche esempio. È un luogo che accoglie e scalda, che trasforma la sofferenza in forza, il dolore in amore, la condivisione in tenacia e la fragilità in arte.

Un luogo dove la parola cura torna ad avere il suo significato più pieno e diventa attenzione, empatia, ascolto. "WonderLAD" è casa, famiglia, amore. È la prova che la meraviglia può nascere proprio qui, nel cuore della nostra incredibile e generosa Isola.
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