Prodotti eccellenti ma nessuno lo sa: se a fregare la Sicilia è la mancanza di dialogo
Potremmo imparare le lezione dei 363 caseifici di Parmigiano Reggiano (sì, sono tanti): un marchio collettivo aiuterebbe il commercio ma noi siamo individualisti
L'oliva di Sicilia o Nocellara del Belice
Il fallimento della Sicilia nei numeri dell’Emilia-Romagna: i due prodotti alimentari simbolo dell’Italia sono senza dubbio il prosciutto crudo di Parma ed il Parmigiano.
Il Parmigiano è prodotto da 363 caseifici che trasformano il latte di 244mila vacche di 3500 allevamenti, utilizzando il 15% del latte prodotto in Italia, e realizzando oltre tre milioni di forme.
Sono 145 aziende le aziende produttrici di prosciutto crudo di Parma, che sono collegate con 4mila allevamenti e che realizzano oltre 8 milioni di prosciutti l’anno.
I consorzi di tutela hanno un ruolo importante nel posizionamento del marchio collettivo e nella commercializzazione.
Pensiamo al Barolo, un vino prodotto con Nebbiolo in purezza e che difficilmente si può trovare sul mercato a meno di 20 euro a bottiglia. Mentre il nebbiolo, non certificato come Barolo (che di fatto è lo stesso vino) si trova facilmente sotto i 10 euro a bottiglia.
La Sicilia è leader nazionale nella produzione di vino, olio, olive, grano e ortofrutta, con una serie infinita di specificità, che purtroppo difficilmente superano la diffusione locale.
Basti pensare che si trova in Sicilia la più grande coltivazione di una monocultivare in tutta Europa: la Nocellara del Belice, cultival di olio della Sicilia occidentale.
Abbiamo eccellenze e specificità di ogni genere, però siamo inconsistenti sui mercati, talmente che i nostri produttori hanno difficoltà a spuntare prezzi superiori ai costi di produzione, ad esempio per il grano e spesso anche per le arance.
Eppure le questioni sul glifosato, l'inquinante del grano, dovrebbero indurre i consumatori a riflettere e dare grande valore alle nostre produzioni.
Il punto è che il valore ed il prezzo sono due cose distinte. E se una cosa ha valore, ma non sei in grado di difendere e raccontare quel valore, non avrai riconosciuto quel valore come prezzo sul mercato.
Questo lavoro lo si fa insieme, e non gli uni contro gli altri, come insegnano i 363 caseifici di Parmigiano Reggiano ed i 145 produttori di prosciutto crudo di Parma.
In Emilia-Romagna c’è una lezione aperta, indirizzata a tutti i nostri produttori, ed anche ai nostri amministratori. La lezione si chiama cooperazione.
Lo sfrenato individualismo di noi Siciliani non porta lontano ed è forse il momento di prenderne atto ed agire conseguentemente.”
Il Parmigiano è prodotto da 363 caseifici che trasformano il latte di 244mila vacche di 3500 allevamenti, utilizzando il 15% del latte prodotto in Italia, e realizzando oltre tre milioni di forme.
Sono 145 aziende le aziende produttrici di prosciutto crudo di Parma, che sono collegate con 4mila allevamenti e che realizzano oltre 8 milioni di prosciutti l’anno.
I consorzi di tutela hanno un ruolo importante nel posizionamento del marchio collettivo e nella commercializzazione.
Pensiamo al Barolo, un vino prodotto con Nebbiolo in purezza e che difficilmente si può trovare sul mercato a meno di 20 euro a bottiglia. Mentre il nebbiolo, non certificato come Barolo (che di fatto è lo stesso vino) si trova facilmente sotto i 10 euro a bottiglia.
La Sicilia è leader nazionale nella produzione di vino, olio, olive, grano e ortofrutta, con una serie infinita di specificità, che purtroppo difficilmente superano la diffusione locale.
Basti pensare che si trova in Sicilia la più grande coltivazione di una monocultivare in tutta Europa: la Nocellara del Belice, cultival di olio della Sicilia occidentale.
Abbiamo eccellenze e specificità di ogni genere, però siamo inconsistenti sui mercati, talmente che i nostri produttori hanno difficoltà a spuntare prezzi superiori ai costi di produzione, ad esempio per il grano e spesso anche per le arance.
Eppure le questioni sul glifosato, l'inquinante del grano, dovrebbero indurre i consumatori a riflettere e dare grande valore alle nostre produzioni.
Il punto è che il valore ed il prezzo sono due cose distinte. E se una cosa ha valore, ma non sei in grado di difendere e raccontare quel valore, non avrai riconosciuto quel valore come prezzo sul mercato.
Questo lavoro lo si fa insieme, e non gli uni contro gli altri, come insegnano i 363 caseifici di Parmigiano Reggiano ed i 145 produttori di prosciutto crudo di Parma.
In Emilia-Romagna c’è una lezione aperta, indirizzata a tutti i nostri produttori, ed anche ai nostri amministratori. La lezione si chiama cooperazione.
Lo sfrenato individualismo di noi Siciliani non porta lontano ed è forse il momento di prenderne atto ed agire conseguentemente.”
|
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
Era il luogo sacro più grande di Sicilia e (ora) è in rovina: cosa resta del Tempio di Zeus
46.233 di Aurelio Sanguinetti -
STORIA E TRADIZIONI
In Sicilia c'è un detto (davvero) bestiale: che succede se la gallina ha la "vozza china"
40.321 di Francesca Garofalo -
ITINERARI E LUOGHI
Non te l'aspetti (sicuro): c'è una siciliana tra le città italiane in cui ci si diverte di più
39.646 di Redazione










Seguici su Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al canale TikTok
Iscriviti al canale Whatsapp
Iscriviti al canale Telegram




