Una grande retrospettiva sull'artista giapponese Shozo Shimamoto a Palazzo Sant'Elia
"Time Rack", acrilico su tela
A metà degli anni Cinquanta, l’artista giapponese Shozo Shimamoto (Osaka, 22 gennaio 1928 – 25 gennaio 2013), nella piccola città di Ashiya (Hyogo) inizia la sua avventura con un lavoro creativo realizzato in pubblico, un giardino dove lui e altri artisti realizzano opere con tutte le interferenze di un evento in diretta.
Un’ampia retrospettiva sull’artista giapponese, a cura di Achille Bonito Oliva, è allestita a Palermo, alla Fondazione Sant’Elia dove resterà fino al 6 agosto: "Shozo Shimamoto/Spazio nel tempo" è un progetto della Fondazione Morra di Napoli con il supporto tecnico, logistico e organizzativo dell’associazione Shozo Shimamoto, in collaborazione con la Fondazione Sant’Elia e fa parte degli eventi collaterali di "Manifesta12" (leggi articolo di approfondimento) ed è inserito nel programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura.
Uno sguardo attento e completo sul percorso dell’artista giapponese, dalle prime innovative sperimentazioni degli anni ‘40 e ’50, fino alle performance degli ultimi anni. Se, infatti, gli anni ‘50 di Shimamoto sono tutti in Oriente, perché hanno luogo in Giappone, gli anni Duemila sono in gran parte in Occidente, perché è proprio qui che hanno luogo alcune delle più importanti performance del maestro.
Sono in mostra alla Fondazione Sant’Elia lavori di grande importanza storica, dalle prime opere con il gruppo Gutai alle bellissime esplosioni di colore dei lavori realizzati in Campania. E, per la prima volta in Italia, verranno esposti anche i lavori su carta degli anni ’50.
Un’ampia retrospettiva sull’artista giapponese, a cura di Achille Bonito Oliva, è allestita a Palermo, alla Fondazione Sant’Elia dove resterà fino al 6 agosto: "Shozo Shimamoto/Spazio nel tempo" è un progetto della Fondazione Morra di Napoli con il supporto tecnico, logistico e organizzativo dell’associazione Shozo Shimamoto, in collaborazione con la Fondazione Sant’Elia e fa parte degli eventi collaterali di "Manifesta12" (leggi articolo di approfondimento) ed è inserito nel programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura.
Uno sguardo attento e completo sul percorso dell’artista giapponese, dalle prime innovative sperimentazioni degli anni ‘40 e ’50, fino alle performance degli ultimi anni. Se, infatti, gli anni ‘50 di Shimamoto sono tutti in Oriente, perché hanno luogo in Giappone, gli anni Duemila sono in gran parte in Occidente, perché è proprio qui che hanno luogo alcune delle più importanti performance del maestro.
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La dialettica tra questi due momenti storici racconta di un singolare, importante ed unico processo artistico. Negli anni ‘50 Shimamoto inizia a lavorare come pittore e proprio in nome di un nuovo modo di concepire e praticare la pittura, inizia a dedicarsi all’azione, che si trasforma progressivamente in happening. Viceversa, i grandi eventi italiani degli ultimi anni rivelano un percorso inverso: c’è una grande costruzione scenica con una sua autonomia spettacolare, che si riflette dentro la realizzazione di opere che di quel momento rappresentativo pubblico, sono il risultato. Sono in mostra alla Fondazione Sant’Elia lavori di grande importanza storica, dalle prime opere con il gruppo Gutai alle bellissime esplosioni di colore dei lavori realizzati in Campania. E, per la prima volta in Italia, verranno esposti anche i lavori su carta degli anni ’50.
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