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Cantieri culturali alla Zisa: bilanci e prospettive

Oltre ai dibattiti, concerti, laboratori teatrali, proiezioni attivate in nome della cultura, un'assembea permanente destinate a maturare una progetto reale

  • 11 gennaio 2012

Una Palermo viva e intenzionata a concretizzare le proprie idee è quella che da venerdì 6 a domenica 8 gennaio si è mobilitata per la riapertura dei Cantieri Culturali alla Zisa su impulso del movimento I Cantieri che Vogliamo. "Cultura Bene Comune" è stata una tre giorni di dibattiti, assemblee, concerti, laboratori teatrali, proiezioni cinematografiche, attivate in nome della cultura e supportata da un’unica parola chiara, “fare”, intesa come movimento, produzione, agitazione, partecipazione, intuizione pratica. Giorni caldi per il mondo artistico palermitano che tra buoni propositi e polemiche incandescenti ha dovuto anche apprendere la notizia, arrivata come un fulmene a ciel sereno, della possibile chiusura del Museo di Arte Contemporanea Riso.

Tutti gli incontri alla Zisa si sono così trasformati in attività effettiva e dai tanti forum tematici sono emerse proposte valide sulla gestione dei beni comuni e sulle politiche, pratiche ed economie per la cultura e per la gestione sostenibile degli spazi culturali. Gi spazi della Zisa si sono riappriopriati d'un fermento da cui non venivano investiti da tempo, grazie ad un’assemblea plenaria, composta da artisti, critici, intellettuali e cittadini pieni di idee, alla quale si sono associate centinaia di persone, mosse dal desiderio di partecipare, ripensare gli spazi, assumere la consapevolezza che è possibile scegliere, decidere, proporre per esser parte d’un cambiamento collettivo.

Al termine dei tre giorni di ferventi attività è arrivata la decisione di mantenere un presidio all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa. Parallelamente proseguirà il lavoro dei tavoli di progettazione partecipata secondo temi e proposte emersi all'interno dei forum. Un percorso a tappe che riporterà nel più breve tempo possibile i cittadini all'interno dei Cantieri Culturali alla Zisa, attraverso un programma di attività culturali pensato e gestito collettivamente. Una mobilitazione, nata da un’ormai solida indignazione per l’abbandono di spazi per la cultura esistenti in Italia che versano in uno stato di devastante degrado.

I Cantieri culturali della Zisa rappresentano per noi il primo degli spazi cittadini da salvaguardare - recita il documento conclusivo della tre giorni - per il valore concreto e simbolico che hanno avuto nella storia recente di Palermo e per il grave stato di degrado in cui abbiamo accettato che fossero lasciati. Dai Cantieri partiamo per sperimentare e proporre alla città un modello di azione virtuosa e al contempo un laboratorio di gestione alternativa di spazi e risorse che sia riproducibile ed estendibile. Questo percorso muove da alcuni obiettivi immediati: vogliamo che spazi come il museo di arte contemporanea e la sala cinematografica Vittorio De Seta, realizzati e allestiti con un impiego massiccio di risorse pubbliche e scandalosamente inutilizzati, siano subito riaperti al pubblico e subito ci impegniamo a vigilare su questo processo e a parteciparvi attivamente.

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