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Più uva, più vino (pregiato): cercasi idee per cambiare il volto dei vigneti siciliani

L'assessorato all'Agricoltura ha pubblicato un bando che, con oltre 30 milioni di euro, vuole portare aziende e produttori a trasformare i vigneti siciliani

Balarm
La redazione
  • 16 giugno 2018

Cambiare (in meglio) il modo di fare il vino in Sicilia è l'obiettivo dell'Assessorato all'Agricoltura, che promuove un bando volto a riconvertire e ristrutturare i vigneti dell'Isola.

Cosa significa? In poche parole tutte le aziende e i produttori che vogliono dare un valido contributo al settore vitivinicolo potranno accedere a dei finanziamenti che potranno essere usati per migliorare i vigneti esistenti o anche crearne di nuovi.

Per i più tecnici (leggi il bando), l'obiettivo è quello di introdurre vitigni miglioratori, rendere parzialmente o totalmente meccanizzabili i vigneti e di sostituire la forma di allevamento a tendone con la forma a spalliera.

Gli interessati hanno tempo fino al 30 giugno per inviare i progetti: la cifra totale messa a disposizione con il bando è quella di 30 milioni di euro. Tutti i progetti ammissibili avranno un finanziamento pari al 40% delle spessi, finanziamenteo che arriverà al 60% nel caso in cui i progetti siano in zona ad alta valenza ambientale.
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Per aggiudicarsi l'ammissibilità i progetti dovranno basarsi su azioni di riconversione varietale (con reimpianti sullo stesso appezzamento o sovrainnesti su impianti già in buono stato), di ristrutturazione (con spostamento del vigneto in punti più favorevoli o reinpianti con modifica di coltivazione della vita) o di miglioramento delle tecniche di gestione.

Produttori e aziende dovranno presentare la documentazione richiesta corredata a una domanda di pagamento a saldo per il collaudo delle opere e l'eventuale liquidazione del saldo spettante.

Per tutte le specifiche tecniche e per conoscere nel dettaglio i materiali da presentare è possibile consultare la pagina web dedicata al bando, all'interno della quale è possibile trovare tutti gli allegati, il bando di gara e il decreto del direttore generale.
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