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A Palermo gli asili nido non sono per tutti: la mappa delle scuole "strappate" ai bambini

Tra fondi persi e occasioni mancate in città: quella degli asili nido è una voragine che oltraggia i diritti di tutti, com'è la situazione dal centro alla periferia

Alice Marchese
Giornalista
  • 14 giugno 2025

A Palermo gli asili nido non sono per tutti e i numeri parlano chiaro.

Sono registrate 25 strutture nel sito del Comune di Palermo e nessuno di loro supera i 30 posti, un dato che preoccupa la città, soprattutto chi ha una famiglia e si trova in difficoltà o chi spera di averla in futuro.

«Palermo è stata inserita tra le città con gravi carenze di asili nido - racconta a Balarm la consigliera comunale Giulia Argiroffi -.

Aveva la possibilità entro fine aprile di chiedere finanziamenti per 7.2 milioni di euro per ristrutturare edifici, sistemare e costruire asili nido per garantire almeno 300 posti.

Palermo è la quinta in graduatoria (tra le città con gravi carenze, ndr) e soddisfa meno del 30% dell'esigenza, motivo per l'intervento è più che necessario. Nel bando c'era un margine di tolleranza del 20%, quindi anche 240 posti andavano bene.

Ho fatto un'interrogazione e, durante questa, ho appreso che Palermo non aveva partecipato al bando rinunciando così a un'occasione preziosissima.

Dopo queste ricerche hanno trovato due immobili che potevano soddisfare i requisiti come potenziali asili nido, anche se tra questi c'è l'obbligo di proprietà del Comune.

Tra questi - precisa Giulia Argiroffi - c'era una struttura abbandonata che si trova poco dopo lo "Stand Florio" in via Messina Marine di cui si parla dal 2021, ma è di proprietà demaniale.

Basterebbe una convenzione, ma c'è stata una rinuncia da parte del Comune. Ad oggi non c'è stato nessun risvolto».

Quella degli asili nido a Palermo è una mancanza che oltraggia i diritti di tutti perché non dà l'opportunità alle famiglie e alle donne di vivere serenamente, ma anche ai bambini che vengono privati di un servizio a dir poco essenziale in un momento delicatissimo della loro vita.

Secondo il decreto sul piano di interventi per gli asili nido, i dati sono disastrosi e occorre fornire un'offerta adeguata creando minimo nuovi posti.

Inoltre si afferma che «possono partecipare alla procedura per la manifestazione di interesse anche gli enti locali con una popolazione residente nella fascia 0-2 anni inferiore a 45 bambini».

La città comunque avverte questa mancanza come una voragine. Gli anni scorrono, le generazioni crescono e la tutela dell'infanzia è sempre più minacciata.

Questa fase è cruciale per lo sviluppo del bambino e non soltanto da un punto di vista didattico, ma umano.

«Palermo è lontanissima dal raggiungimento dei target - ci racconta Lucia Bonaffino, già responsabile scuola del Partito Democratico federazione di Palermo -.

Bisogna investire sul segmento "0-6 anni" e garantire la scolarizzazione precoce perché incide sul loro futuro didattico.

Tutte le rilevazioni parlano di successo scolastico per chi affronta questo percorso sin da subito.

Istruire una bimba molto piccola significa garantirle immediatamente percorsi educativi, ma significa anche aiutarla a sviluppare la socialità, a nutrirsi con un pasto adeguato, sempre per migliorare la qualità della vita dei minori».

Una scolarizzazione precoce consente soprattutto di diagnosticare ritardi e disturbi dell'apprendimento e quindi se si riesce a intervenire subito, si dà ai bambini il futuro che meritano».

Tra le strutture abbandonate che potrebbero diventare scuola c'è l'ex asilo nido Alessandra Parisi a Borgo Vecchio.

La storia di edificazione di questa struttura sebbene l'immobile sia di proprietà del Comune di Palermo, deriva da una donazione del 1980 ad opera dell'ingegnere ed ex presidente del Palermo Roberto Parisi che nella strage di Ustica ha perso la moglie e la sua piccola Alessandra, la vittima più giovane della tragedia.

Seppur con un dolore indicibile nel cuore, Roberto Parisi ha donato le somme necessarie per dar vita a questo asilo dedicandolo alla figlia prematuramente scomparsa. L'edificio nasce in memoria della piccola di tre anni.

«Questa scuola è essenziale per Borgo Vecchio - ci racconta il presidente dell'VIII Circoscrizione Marcello Longo -. La struttura comunale è considerata come il simbolo dell'attuale stato di abbandono e degrado.

Come VIII circoscrizione ci siamo attivati per il recupero e reinserimento con i fondi del Pnrr per la riapertura dell'asilo nido anche perché questo quartiere di Palermo non ne ha uno di riferimento.

Gli altri sono lontani e si trovano in via Monte Pellegrino o in via Toselli. A luglio del 2024 è stato pubblicato un bando di Invitalia di 500 mila euro.

Era stata preventivata la fine per marzo 2026 dall'assessore alla Pubblica Istruzione Aristide Tamajo. Ma attualmente è tutto fermo, burocraticamente non c'è stato nulla.

Da luglio 2024 sul posto non si è visto nessuno. Noi non abbiamo più traccia di nulla e tutto questo ci preoccupa.

Il degrado del centro di Borgo Vecchio non si può tollerare. Sono stati preannunciati 500 mila euro da destinare solo al piano terra che derivavano dal Pnrr.

Per il primo piano il Comune di Palermo si era impegnato non con i fondi del Pnrr perché questi sono destinati soltanto ai lavori per gli asili nido e al primo piano si sarebbero realizzate attività sociali aperte al quartiere.

Nel corso del tempo - precisa Marcello Longo - sono variati gli standard normativi per gli esercizi educativi e ovviamente l'immobile deve essere adeguato da un punto di vista strutturale come scuola».

Un progetto per cui «abbiamo perso un anno - ci racconta il consigliere comunale e capogruppo pentastellato Antonino Randazzo -. Leggendo le carte il Comune ha fatto una determina di revoca di una vecchia determina di un anno fa che dava il via alla gara.

Successivamente hanno comunicato di aver fatto un errore nella redazione del progetto perché non hanno previsto che l'ex asilo nido Alessandra Parisi fosse soggetto a vincoli della Sovrintendenza, quindi devono aggiornare il progetto. Ma il tempo passa».

Ogni struttura a Palermo, seppur abbandonata, conserva comunque la sua storia travagliata.

Come l'ex asilo Biondo vicino all'ospedale Civico di Palermo: «La scuola aveva un finanziamento Pnrr a cui il Comune - continua Antonino Randazzo - ha dovuto poi rinunciare perché si sono accorti che il proprietario di questo sito non è il Comune ma l'Arnas (ospedale Civico, ndr).

Tra i due enti c'è un contenzioso per stabilirne la titolarità. Non avendo la certezza e in attesa di definire il contenzioso che loro dicono di risolvere, ha rinunciato al finanziamento.

Di fatto, è tutto fermo e all'interno è totalmente devastato. Abbiamo avuto una conferenza di servizi con l'area "Patrimonio e Scuola" insieme all'Arnas per risolvere il contenzioso e ottenere la proprietà dell'asilo.

Ovviamente abbiamo rinunciato a richiedere i soldi per ripristinare l'asilo che è ridotto in stato pietoso e di abbandono.

Il termine ultimo per usufruire delle risorse è entro il 30 giugno 2026.

Hanno rinunciato anche all'asilo in via Paruta. Avevano ottenuto il finanziamento, dopo i rilievi hanno scoperto che l'area a disposizione era di 2800 mq, mentre quella prevista dal Comune doveva essere di 2000 mq».

Situazione paradossale quella della scuola di via Calandrucci, zona Borgo Nuovo: «Il Comune aveva ottenuto finanziamento con la verifica dei tecnici. Successivamente è stato scoperto che il sito era occupato abusivamente».

C'è qualche struttura che, nonostante non sia in totale stato d'abbandono, ha comunque bisogno di recupero: «Tra questi c'è l'asilo rurale Principe Umberto in via Sampolo ad angolo con via Di Dio - ci racconta Marcello Longo -.

Il recupero si trova in una fase più avanzata anche perché la sua condizione non era delle peggiori. Ho partecipato a un sopralluogo che è andato male, da lì i lavoro sono terminati.

Era una struttura pensata come uno "casa di tutte le chiese", un vero e proprio spazio multireligioso e quindi non era adibito a scuola».

Allo Sperone, invece, c'è un cantiere che appare fermo.

C'è chi vedendolo sogna una struttura al di là delle macerie, chi lo considera un rudere senza futuro, per i più piccoli era la "casa degli orrori". Tutto sembra tranne quello che dovrebbe essere: un asilo nido per il quartiere Sperone.

In via XXVII Maggio quel cumulo non passa inosservato e per troppi anni è stato un progetto al palo, ma adesso qualcosa si sta muovendo.

«L'asilo nido è un servizio comunale che va dai 0 ai 3 anni essenziale per un quartiere perché importante per le famiglie - racconta a Balarm la dirigente dell'Istituto Comprensivo Sperone-Pertini Antonella Di Bartolo -.

Questi lavori nello specifico non sono mai stati di pertinenza della scuola perché gli istituti comprensivi offrono un servizio al territorio dalla scuola dell'infanzia a quella di primo e secondo grado.

Ma come istituto sosteniamo questa enorme mancanza come possiamo.

Nel nostro caso, quella dell'asilo nido negato è una battaglia sul tema di riconoscimento dei diritti e di opportunità educative sia per i più piccoli sia per i grandi».

Sono trascorsi tanti anni e nel frattempo il vuoto lasciato da servizi essenziali come gli asili e le scuole si è allargato, diventando una ferita profonda nei quartieri periferici di Palermo. Non sarà facile ricucirla, ma da qualche parte bisogna pur iniziare.

Ed è proprio per questo che l'emergenza asili nido in città riguarda tutti.
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