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A Sciacca (e non solo) se li ricordano ancora: le vittorie di quei ragazzi a "Chissà chi lo sa"

Tennero inchiodati per quasi quattro mesi davanti al televisore, in bianco e nero, i telespettatori che facevano il tifo per loro. Quei giovani siciliani riscattarono il Sud

Elio Di Bella
Docente e giornalista
  • 27 marzo 2023

I ragazzi della scuola media "Iveges" di Sciacca

Tennero inchiodati per quasi quattro mesi davanti al televisore, allora in bianco e nero, i telespettatori di tutte le età che facevano il tifo per loro. Quei ragazzi siciliani, con le loro vittorie, ebbero nel 1966 e nel 1967 un’importanza sociale incredibile per rivalutare un Sud mal considerato al Nord.

Piero Falcone (caposquadra), Domenico Randisi Pietro Galluzzo, Raimondo Campisi, MIchelangelo Scaglione, Rino Dulcimascolo, Michele Bobbio, Francesco Porrello: questi gli otto ragazzi della scuola Media Inveges di Sciacca che parteciparono al gioco televisivo “Chissà chi lo sa”, presentato da Febo Conti e diretto da Cino Tortorella (divenuto poi celebre “Magò Zurlì” dello Zecchino d’Oro).

Chissà chi lo sa: sfida settimanale tra due squadre di sette ragazzi ciascuna, provenienti da due scuole medie italiane, che gareggiavano nel rispondere agli indovinelli e alle domande di cultura elementare, proposti dal conduttore.
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La scuola vincitrice si ripresentava nella puntata successiva per una nuova sfida con un’altra scuola. I ragazzi di Sciacca vinsero ben quattordici gare. Il gioco televisivo cominciava con l’ingresso delle squadre annunciato dalla frase “Squillino le trombe, entrino le squadre”.

La prima puntata andò in onda il 19 luglio 1961 e il programma proseguì sino alla primavera dell'anno successivo, anche con alcune puntate trasmesse da Napoli e condotte da Achille Millo.

Dopo tre anni di sospensione, dal 4 gennaio 1966 il gioco ripartì (con Febo Conti). Andava in La gara andava in onda il sabato pomeriggio a partire dalle 17:45 e la gara era ripresa dagli studi della Rai di Corso Sempione a Milano. A più riprese, Tortorella fu sostituito alternativamente in cabina di regia da Beppe Recchia, Maria Maddalena Yon, Francesco Dama ed Eugenio Giacobino.

Ebbe un tale successo da essere riconfermato per altre 6 stagioni consecutive, fino al giugno 1972, divenendo una delle trasmissioni più longeve della Rai.

Durante il periodo di “Chissà chi lo sa” era attivo per la Rai l’Indice di Gradimento: questa trasmissione raggiunse il valore elevatissimo di 84,7 come gradimento generale.

Questo enorme successo comportò un numero di richieste di partecipazione da parte delle scuole italiane che superò in alcuni anni il tetto delle 20000 domande.

La gara era inframezzata dall'intervento di alcuni ospiti, solitamente almeno una esibizione di un artista (cantante o attore) noto del periodo, ed un incontro con un adulto affermatosi nel suo campo professionale, che spiegava ai ragazzi i "segreti" per intraprendere la sua carriera lavorativa.

Tra i numerosi ospiti si ricordano Fabrizio De André che presentò “La canzone di Marinella”, Arthur Brown che con un braciere acceso in testa cantò “Fire”, Herbert Pagani con Cin cin con gli occhiali, Gino Bramieri, Enzo Jannacci con “Vengo anch'io. No, tu no”, Paolo Villaggio, il complesso dei Personaggi con "Terra Arida", Gino Bramieri, Gianni Morandi, Rita Pavone, Mina, Nada e il premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo.

I ragazzi di Sciacca erano guidati dal Preside Prof. Salvatore Galluzzo che li ha aiutati, guidati, sorretti moralmente e materialmente, paziente, tenace, paterno con tutti Ad un cronista i ragazzi siciliani dissero: «Andremo a Milano per difendere il buon nome di Sciacca, della Sicilia, della nostra Scuola. Voleremo da Palermo a Milano per conquistare una bella vittoria!» .

Partiti carichi di speranze, di carrettini siciliani, di ceramiche, di ceste di arance, di rami di mandorlo in fiore, di vittoria in vittoria sono arrivati alla semifinale nell’edizione del 1966/67.

“Molti pensavano che saremmo stati subito sconfitti, ma che comunque quella trasferta sarebbe servita per fare promozione turistica a beneficio di Sciacca e della Sicilia. Ma si pensava che non saremmo andati oltre una puntata ed invece…”, ha detto il dottor Rino Dulcimascolo in una recente intervista, ricordando quei giorni a Milano.

Ad ogni loro ritorno era sempre un piccolo trionfo. Venivano accolti calorosamente a Sciacca, in piazza Scandaliato, dai loro concittadini.

I ragazzi di Sciacca erano diventati dei personaggi: non solo i compagni di scuola e i docenti, ma tutta la popolazione e la stampa locale, la giunta comunale, e anche il pubblico televisivo di tutta la provincia di Agrigento e delle città della Sicilia si interessava e li seguiva con simpatia e ansia per i risultati.

Il premio per la squadra vincitrice era costituito da un'enciclopedia che veniva assegnata alla scuola di provenienza della squadra vincitrice. L'enciclopedia veniva introdotta in scena da un rudimentale carrello mobile non accompagnato e spinto (come diceva Febo Conti) da un motore canciàn (in realtà Cancian era il cognome dell'addetto che lo spingeva).

I ragazzi di Sciacca eliminarono i loro coetanei di grandi città come Milano, Bologna, Firenze, Bergamo e tante altre.

Vennero sconfitti solo dai ragazzi della scuola statale “Lucio Bruno Vassena” di Valmadrera (provincia di Como allora oggi di Lecco), sbagliando due domande: 1)- quale anno precedette l’1 dopo Cristo? e 2 – “quale apostolo sostituì Giuda Iscariota?” Loro risposero: “0” (invece era 1 avanti Cristo) e “Luca” (invece era Mattia) …e persero! I ragazzi di Valmadrera quell’anno vinsero il titolo.
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