Apparve (e scomparve) come fosse un sogno: gli anni dell'Hard Rock Cafè a Catania
Un nome che fino a quel momento i catanesi avevano letto solo sulle magliette dei turisti, apparve sulle magliette accanto a città mitiche come London, New York, Paris
L'ex Hard Rock Cafè di Catania
Nel corso degli anni 2000, Catania fu scelta come sede per una delle aperture italiane del marchio. Erano gli anni in cui la movida si prendeva le piazze, in cui nascevano locali, concerti, festival, e la musica sembrava davvero la lingua universale dei ventenni. Fu allora che arrivò l’Hard Rock Café a Catania.
Un nome che fino a quel momento i catanesi avevano letto solo sulle magliette dei turisti, accanto a città mitiche come London, New York, Paris e improvvisamente, tra quelle, compariva Catania. Apparve quasi come un sogno e fu una sorta di inno alla libertà. Il locale aprì sul porto, in via Cristoforo Colombo, nella zona della Pescheria, una posizione che voleva unire la città al mare, al turismo, alla modernità ma in realtà lontana dal centro cittadino.
Dentro, tutto profumava d’America e di rock: chitarre alle pareti, vinili incorniciati, poster dei Beatles e di Hendrix. Sulle casse suonavano i Led Zeppelin, e per un attimo sembrava che il mondo si fermasse. Chi era giovane in quegli anni lo ricorda come un punto di riferimento. Gli studenti universitari, i militari americani di Sigonella, i turisti di passaggio, tutti si mescolavano sotto quel logo dorato. Si parlava inglese, si ascoltava musica dal vivo, si facevano amicizie che profumavano di rock e libertà. In fondo, l’Hard Rock Cafè rappresentava un’idea di modernità che la città stava cercando.
Una Catania che voleva essere più aperta, più cosmopolita, più coraggiosa. E per un po’ lo è stata davvero. Purtroppo, la storia dell’Hard Rock Cafè a Catania non è stata un grande successo per diverse problematiche: la zona scelta, pur promettente, non ebbe il riscontro sperato: molti catanesi preferivano zone più centrali per la movida, meno isolate.
Inoltre i costi di gestione erano elevati, e la società che gestiva l’Hard Rock Cafè Sicilia Srl risultò in perdita già nei primi anni. Così, nel 2009 arrivò l'epilogo più triste: il fallimento. Da allora, quell’edificio rimase come una carcassa di un sogno interrotto, oggi oggetto di occupazioni e di iniziative sociali.
Eppure, le prime serate all'Hard Rock Cafè Catania erano affollate, curiose, elettriche. I ragazzi entravano come in un tempio, portavano con sé le loro fotocamere digitali compatte e scattavano foto accanto alla parete delle chitarre. C’erano band locali che sognavano di poter suonare proprio lì, e giovani che ordinavano un cocktail solo per poter dire "siamo all’Hard Rock". Era più di un locale: era un simbolo di appartenenza, la prova che anche Catania poteva stare nella mappa del mondo.
Forse un giorno tornerà, chissà. Questo interrogativo malinconico emerge proprio adesso che Palermo sta aprendo le porte al nuovo Hard Rock Cafè. La notizia è stata annunciata da poco, sembrerebbe che, durante le prime settimane del 2026, in via Maqueda, sorgerà l’Hard Rock Cafè. Di certo, adesso che a Palermo si apre un nuovo capitolo della storia della movida siciliana, per Catania rimane il ricordo ma anche la speranza che, magari un giorno, un marchio simile possa tornare e trovare condizioni migliori. Forse con una location più centrale, con nuova gestione, con una città che oggi ha più turismo e desiderio di offrire esperienze.
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