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Arriva la bella stagione e (purtroppo) i rifiuti sulle spiagge: il punto sui lidi in Sicilia

Ciò ovviamente non ha impedito questo lunedì ad altri bagnanti di sostare in spiaggia, usando come unico mezzo per difendersi dai rifiuti un telo da mare

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 12 giugno 2025

I rifiuti in spiaggia a San Leone

Con l’approssimarsi dell’estate sono iniziati i primi week end in cui buona parte della popolazione si dirige al mare. Durante lo scorso fine settimana, numerosi siciliani hanno per esempio raggiunto le principali mete balneari dell’isola, con l’intento di effettuare i primi bagni e passare un po’ di tempo insieme.

Con la chiusura delle scuole, inoltre, frotte di studenti liceali hanno festeggiato l’inizio delle vacanze, organizzando per l’intero week end delle spedizioni in spiaggia, dove poter effettuare le classiche partite a pallone e i primi timidi corteggiamenti.

Non tutto però è risultato idilliaco. Nelle scorse ore, in diverse spiagge siciliane sono stati infatti segnalati i primi cumuli di rifiuti della stagione, abbandonati dai bagnanti. La situazione più grave si è osservate lungo la costa agrigentina, posta al momento sotto l’attenzione dei media per via di Agrigento Capitale della Cultura.

A San Leone - da Lido Cannatello fino al Lido Bella Vista - diversi cittadini hanno infatti segnalato sui propri canali social diverse porzioni di spiaggia completamente ricoperti di plastiche e di rifiuti, provenienti soprattutto dai frequentatori occasionali.

Ciò ovviamente non ha impedito questo lunedì ad altri bagnanti di sostare in spiaggia, usando come unico mezzo per difendersi dai rifiuti un telo da mare.

Alle domande però degli attivisti presenti, che chiedevano a chi dovesse essere attribuito la presenza dei rifiuti in spiaggia, i cittadini intervistati hanno scaricato le responsabilità alle amministrazioni cittadine, colpevoli secondo loro di non pulire le spiagge, quando è palese che la maggioranza dei rifiuti trovati sulla battigia proviene dai bagnanti stessi.

Una scena molto simile si è vista anche lungo le spiagge del palermitano, come la spiaggia di Romagnolo, dove però la situazione si è parzialmente risolta grazie all’intervento di altri cittadini. Oppure altri disagi come quelli causati a Vergine Maria da alcuni incivili.

Altre zone fortemente inquinate per via della diseducazione dei bagnanti e dei pescatori sono le spiagge di Siracusa, Avola e Milazzo, dove il mese scorso gli attivisti hanno recuperato dalla sabbia circa 3 tonnellate di reti fantasma e di rifiuti, consentendo la bonifica di oltre 52.000 metri quadrati di spiaggia e di fondali marini.

Il tema dell’abbandono dei rifiuti in spiaggia è d’altronde uno dei problemi più delicati che ogni anno viene affrontato dalle associazioni ambientaliste, impegnate in diverse attività di beach litter e di divulgazione in tutta la regione.

In Sicilia fino a qualche anno fa si potevano contare 787 rifiuti per ogni 100 metri di costa, mentre negli ultimi due anni MareVivo ha raccolto oltre 2 tonnellate di plastica nella sola Riserva Naturale Orientata Foce del Fiume Platani.

Per affrontare questo problema, le amministrazioni si dovrebbero impegnare di più nell’educare i bagnanti su come comportarsi in spiaggia e sostenere quelle attività che hanno lo scopo di ridurre le quantità di rifiuti negli oceani.

I cittadini dovrebbero inoltre comprendere che c’è modo e modo di vivere la spiaggia e che molti comportamenti considerati un tempo normali – come costruire ogni sera un falò o gettare la stagnola con cui si era ricoperto il proprio panino sulla sabbia – sono dannosi non solo per l’ambiente, ma anche per la nostra salute, come dimostrano i recenti studi che hanno identificato la presenza di microplastiche all’interno delle uova dei pesci di cui ci nutriamo.
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