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Atmosfere western a due passi da Palermo: la nuova vita di un piccolo borgo "fantasma"

Il paese vicino a Monreale negli anni ha attratto l'interesse di documentaristi e fotografi affascinati dagli edifici abbandonati. Adesso c'è un progetto per il recupero

Balarm
La redazione
  • 6 gennaio 2022

Borgo Borzellino a due passi da Palermo

Da un lato i suoni delle auto che sfrecciano sulla statale Palermo-Sciacca e della vitalità quotidiana della vicina cittadina di San Cipirello, dall'altra il silenzio spezzato soltanto dai rumori della placida campagna circostante. In mezzo edifici abbandonati ormai da decenni, come un set di un vecchio film di Sergio Leone.

Dalle atmosfere western a immaginare un centro per l'arte contemporanea e agro culturali il passo non è affatto breve ma la Regione ha finanziato il recupero del Borgo Borzellino, nel territorio di Monreale, realizzato in epoca fascista e progettato da Giuseppe Caronia Roberti e Guido Puleo.

I lavori cominciarono agli inizi degli anni Quaranta ma furono interrotti dallo sbarco in Siciilia degli americani, con i britannici e i canadesi, del 1943. Borgo Borzellino è stato pensato per essere di tipo “A” e dunque con tutti i servizi necessari per i coloni.

Realizzato in una posizione che domina la valle dello Jato, il borgo è costituito da edifici che ospitavano una scuola, una delegazione comunale, un ufficio postale, una caserma dei carabinieri e ancora una casa sanitaria, botteghe artigiane, una trattoria e una rivendita di tabacchi.
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I fabbricati includono, nella maggior parte dei casi, anche alcuni alloggi come quelli per gli insegnanti e per gli artigiani. A causa della guerra non si arrivò mai alla costruzione di una chiesa e negli anni ‘50 vennero realizzati diversi interventi di manutenzione fino all’abbandono dei borghi agricoli con la riforma agraria. La stessa sorte, l'abbandono, è toccata anche a molti altri borghi simili a questo.

Ne sono stati censiti circa 80, realizzati tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento, e sono disseminati nell’immensa campagna siciliana. Si tratta di borghi, villaggi rurali, case cantoniere e piccoli raggruppamenti di case coloniche previsti dai vari piani per lo sviluppo del sistema agricolo siciliano che si sono succeduti dall’inizio del secolo scorso.

Il paese "fantasma" negli anni ha attratto l'interesse di documentaristi e fotografi affascinati dagli edifici abitati soltanto per poco, per appena vent'anni e poi abbandonati a causa dello spopolamento di massa nel 1960.

A maggio dello scorso anno era arrivato il via lbera per il recupero degli edifici e degli spazi esterni ma finora il progetto era rimasto lettera morta. Adesso arriva un nuovo passo avanti verso il recupero e la riqualificazione del paese rurale che sembra uscito da un film western.

Partirà a breve, dicono dalla Regione siciliana, la procedura aperta per l'affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori. Il bando è stato già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

Per il recupero del borgo, il governo regionale ha stanziato 5 milioni e mezzo di euro provenienti dal fondo istituito presso l’assessorato dei Beni culturali per la riqualificazione degli insediamenti costruiti negli anni Trenta dall’Ente di colonizzazione del latifondo siciliano, poi ampliati negli anni Cinquanta e infine affidati in gestione all’Ente sviluppo agricolo.

«Il progetto - sottolinea l’assessore Alberto Samonà - mira ad attivare un percorso sperimentale di collaborazione tra enti e partner per creare una nuova destinazione turistico culturale in Sicilia. Sottrarre Borgo Borzellino al degrado va nella direzione, che ci siamo dati, di valorizzare i territori della nostra Isola, anche a partire da luoghi unici come questo».

Riqualificare gli spazi significa dare ad essi nuova vita, cercando di renderli funzionali e utili per la collettività. «Con il recupero di Borgo Borzellino vogliamo non solo tutelare un bene dal grande valore storico - afferma il governatore Nello Musumeci - ma anche creare un centro per attività agro culturali dedicato, ad esempio, all’educazione alimentare e alla valorizzazione dei prodotti tipici. La grande piazza e gli ampi locali di alcuni edifici potranno, inoltre, ospitare attività artistiche contemporanee».

La Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo è chiamata a gestire l'attuazione del recupero del borgo in collaborazione con l'Esa, Ente Sviluppo Agricolo.
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