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Firme false a Palermo. E i diritti d'autore?
Una gravissimissima violazione delle regole, una di quelle cose che possono succedere solo a Palermo e solo al M5S. In confronto, il fenomeno della compravendita dei voti o dei voti controllati delle mafie è solo una bazzecola.
In quel caso si riusciva pure a portare a casa un'assunzione, una concessione, un appalto o un “favore” pesante. E così le elezioni per tanti e tanti anni, specialmente al sud, sono state pesantemente condizionate dai cercatori e dai venditori di X. Per fortuna queste cose non accadono più. Un'estinzione avvolta dal mistero della bella politica che ha trionfato in questi anni.
Quella sì che era una cosa imbarazzante, difficile da dimostrare e quando qualche Procura apriva un'inchiesta le notizie erano avare di particolari e duravano quanto un acquazzone in agosto. Il fatto è che il commercio dei voti è stato visto come qualcosa di volgare, un po' come andare ad una mostra e parlare del prezzo dei quadri.
I “falsari” del M5S hanno avuto un successo incredibile, come se si trattasse non di un falso qualunque, ma di un falso d'autore. Certo, è una cosa grave trascrivere delle firme per la presentazione di una lista elettorale perché ci si è accorti di un errore oltre il tempo limite e magari inserire anche qualche firma in più. È una gravissimissima violazione delle regole, una di quelle cose che possono succedere solo a Palermo e solo al M5S. In confronto, il fenomeno della compravendita dei voti o dei voti controllati delle mafie è solo una bazzecola.
Per questo i tg non ci hanno mai speso neanche un decimo del tempo dedicato alle firme false a Palermo. Eppure, sfogliando i titoli online di un noto quotidiano nazionale, è facile accorgersi che i “precessori” dei falsari di Palermo non hanno avuto lo stesso successo di pubblico.
Non erano “falsi d'autore” quelli. In altre città e in altri partiti gli amanuensi delle firme false sicuramente non avevano lo stesso talento. Ma scorriamo un po' di questi titoli: «Firme false a Reggio Emilia, 300 indagati: “Irregolarità sulle liste di tutti i partiti”», «Firme false, inchiesta su una lista civica di renziani a Siracusa: gli elenchi saranno sottoposti alle perizie dei pm», «Firme false, a Verona 71 condannati Pd, Fi, Lega e Ncd. Ma nessuno si dimette», «Firme false Piemonte, quattro nuovi indagati: sono funzionari Pd», «Mattarella, quando la Margherita raccolse firme false per candidarlo a Bolzano», «Elezioni, “900 firme false per la lista Maroni”. Pm Monza apre un'inchiesta», «Elezioni, scoperta la “cartiera” di firme false. Coinvolta la destra di Storace», «Firme false, a giudizio il presidente della provincia di Milano Podestà».
Adesso lasciamo perdere gli analfabeti, molti di noi certamente non sapevano o non ricordavano di molti di questi episodi, che sono solo una piccola parte di quello che è successo in questi anni su e giù per lo stivale e che ha coinvolto a destra e a manca tutto l'arco parlamentare.
Chi non crede alle sensazioni e si affida solo ai numeri può fare una piccola ricerca su google. Se provate a digitare firme false Maroni otterrete 41mila risultati, se digitate firme false Piemonte 164mila risultati”, firme false Storace 13mila risultati, firme false Palermo ben 421mila risultati.
Conclusione: se fossero dei falsi d'autore, quelle firme false peserebbero molto di più nel mercato dell'arte. Ma il mercato, cioè scusate... il mondo dell'informazione ha regole diverse. Non ci sono diritti d'autore da far valere a Palermo. É tutto aggratis.
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