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C'era una volta (e c'è ancora) una festa con i santi che ballano: tutto partiva dal Capo

Perché i santi Cosma e Damiano "ballano"? Perché la processione partiva dal Capo per arrivare - di corsa - alle borgate marinare: era "La festa grande" del 27 settembre

  • 30 settembre 2019

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Se chiedete agli abitanti delle tre antiche borgate marinare di Palermo, quella della Kalsa, di San Pietro (adesso Borgo Vecchio) e di Santa Lucia qual è la festa religiosa più importante per loro, solo qualche vecchio abitante vi racconterà quella che una volta era "La festa grande". Attesa tutto l'anno con trepidazione, aveva luogo il 27 di settembre. Era la festa di San Cosma e Damiano.

La chiesa dedicata ai due santi era nel rione del Capo (in piazza Beati Paoli) abitato da "gente di terra" e non "di mare". I pescatori della Kalsa non si ritenevano palermitani come i loro concittadini che pensavano fossero pieni di tutti i difetti che hanno gli abitanti delle grandi città.

Ma sin dal 1620 la confraternita dei santi Cosma e Damiano aveva avuto assegnata quella chiesa ch'era stata prima di San Rocco e quindi bisognava fare buon viso a cattivo gioco.

La solenne processione però era esclusivamente gestita dalla gente di mare, ad essi soltanto toccava l'onore di portare la vara dei santi.
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La vara non procedeva nel modo che si defisce "processionale" bensì abbandonava rapidamente quei luoghi, di corsa, con uno slancio irresistibile saliva rapidamente via Gioiamia, faceva una breve sosta in Cattedrale e poi di corsa, quasi volando, per il Papireto, lungo il circuito delle antiche mura raggiungeva il rione di San Pietro soffermandosi nella piazza antistant il Castello a Mare.

Era allora tutto un accorrere festoso degli abitanti che uscivano dai vicoli per unirsi alla processione, fino al suo rumoroso ingresso attraverso la Porta dei Greci, nella piazza della Kalsa, e lì era la vera grande festa chiassosa e molto movimentata, fino a mezzanotte, quando i santi ritornavano al Capo. Questa era la grande festa della Kalsa.

Questa strana e rumorosissima processione era osteggiata dalle autorità costituite per motivi di ordine pubblico e più volte si tentò di abolirla. Oggi la chiesa di San Cosma e Damiano (al Capo) è chiusa al culto, i pescatori (se ancora ne esistono) della Kalsa e del Borgo San Pietro e Santa Lucia hanno dimenticato i loro santi medici.

La tradizione è ancora viva nell'antica borgata marinara di Sferracavallo, anche qua la vara corre, e balla a ritmo di marce militari, infatti da molti sono conosciuti come "I santi che ballano".

(Fonte Rosario De Luca, per il video si ringrazia sentitamente Daniel Mally)
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