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Ce l'ha fatta: l'eroica storia del giornalista di Palermo alla Maratona di New York

"Gli ultimi chilometri li ho fatti piangendo" questo è il racconto di Fulvio Viviano e degli altri Gentlemen che sono andati a provare a tutti che nessuna impresa è impossibile

  • 14 novembre 2018

Fulvio Viviano indica il proprio nome sul tabellone dei partecipanti alla maratona

C'è chi di fronte a una grazia ricevuta decide di fare la proverbiale "acchianata" da Santa Rosalia e c'è Fulvio Viviano, che invece decide di fare le cose più in grande, di allenarsi per un anno intero e di volare a New York per partecipare alla maratona.

Ma andiamo per gradi. Fulvio Viviano è un giornalista palermitano corrispondente per la Sicilia di Sky Tg24 che un anno fa si è trovato a dovere fronteggiare la brutta malattia di una persona a lui molto cara: da qui la promessa «Se tutto andrà bene parteciperò alla maratona di New York».

Fulvio però ha iniziato a correre da pochissimo: più o meno dal 19 novembre del 2017 quando partecipa incoscientemente alla mezza maratona di Palermo.

Ma è deciso e dunque spende un intero anno ad allenarsi, un anno in cui si fa anche male a un ginocchio ma nel frattempo (e grazie al cielo) la persona a cui tiene guarisce quindi la maratona ormai si deve fare.
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Nella sua avventura decide di coinvolgere "i Gentleman": un gruppo di amici di cui lui è il presidente, tutti uomini e quasi tutti giornalisti, che si riunisce ormai da cinque anni tutti i giovedì a cena nello stesso locale.

Uno di loro che ha creato l'ormai famosissimo gruppo Facebook Corro col presidente, per fare seguire a tutti la titanica impresa sui social.

«Il gruppo è stato istituito da me - dice Fulvio - e da Vladi Pantaleone. Per questa ragione ci chiamano presidente e il segretario. Adesso siamo circa 12 e ci definiamo dei simpatici minchioni».

Sempre loro, nel corso dell'anno, hanno cercato degli sponsor che finanziassero l'impresa e li hanno anche trovati: complici di quest'avventura troviamo quindi Butticè (il quartiere generale dei Gentlemen), la pasticceria Massaro e pure Kia Astercar.

Alla volta del nuovo continente parte infine una delegazione del gruppo formata dai maratoneti Giacinto Pipitone (Giornale di Sicilia), Fabio Russomando (Sky Sport), Alessandro Lipari (lui è un perito assicurativo) e il non maratoneta Andrea Tuttoilmondo (Askanews), lui è il gentleman che segue il gruppo negli Stati Uniti con la telecamera per immortalare tutto con l'idea di farne un documentario.

Domenica 4 novembre 2018 i nostri eroi sono al centro di New York con tanto di pettorina, maglia con su scritti gli sponsor e il loro nome pronti a percorrere tutti i 42.195 metri come dei guerrieri.

«Il tempo limite è otto ore - racconta il presidente - io ce ne ho messe oltre sette e gli ultimi chilometri li ho percorsi piangendo».

«Mi sono passati un sacco di pensieri per la testa, paure e sentimenti sopiti - racconta - New York è una città splendida e la maratona è sentitissima, ci sono cica due milioni di spettatori che ti incitano dal primo all'ultimo minuto gridando il tuo nome (che vedono scritto sulla maglietta) e ti offrono frutta e acqua».

La maratona attraversa tutti e cinque i distretti partendo da Staten Island, Brooklyn, il Queens, Manhattan, Harlem e si conclude a Central Park.

«C'è un'organizzazione dietro incredibile - spiega ancora - è tutto pensato nei minimi dettagli, niente è lasciato al caso. A Palermo non è così, a Palermo ci sono gli automobilisti incarogniti per la chiusura delle strade, non c'è lo stesso entusiasmo».

La grande mela è invece una città felice di ospitare un evento che ogni anno vede coinvolti circa 70mila partecipanti in arrivo da tutto il mondo.

E tutti i partecipanti a quanto pare hanno un motivo per essere lì.

«Tutti quelli che decidono di partecipare lo fanno per un proprio personalissimo motivo - conclude il presidente - c'è chi ha superato una malattia o chi vuole superare un proprio limite».

«La maratona - conlude - è un viaggio emotivo fortissimo, sei solo a correre in mezzo a centinaia di sconosciuti, tutti determinati a superare quel cavolo di traguardo. Perché non esiste niente di impossibile, se vuoi qualcosa e la vuoi davvero, devi andartela a prendere».
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