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Chi è il candidato sindaco Roberto Lagalla: la sua "rivoluzione" per Palermo (in 8 punti)

PALERMO 2022 - Balarm vi racconta le amministrative attraverso le interviste ai candidati: Roberto Lagalla, le criticità da affrontare e come intende cambiare il volto della città

Stefania Brusca
Giornalista
  • 6 maggio 2022

Roberto Lagalla

Roberto Lagalla, 67 anni, il professore, nasce a Bari e si trasferisce a Palermo fin da piccolissimo, dall’età di due anni. Ha ricoperto diversi ruoli di rilievo nella vita amministrativa e politica della Sicilia e della città che si candida a guidare. Già rettore dell’università del capoluogo regionale, dal 2017 è stato assessore regionale all’Istruzione nel governo Musumeci. Un incarico dal quale si è dimesso proprio per poter correre per la poltrona di sindaco.

È un uomo abituato sin da giovane a misurarsi con i meccanismi complessi che muovono il mondo che ci circonda. «Ho seguito per tutta la vita scolastica una formazione impartita dai padri gesuiti – racconta Lagalla - e ho fatto tanto sport. Giocavo a pallavolo e a calcio, ho fatto anche l’arbitro. Le mie esperienze giovanili mi hanno insegnato quanto importante sia il rapporto umano e quanto fondamentale sia la competenza».

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1979, è specialista in radiologia diagnostica e radioterapia oncologica dal 1983. Ordinario di "Diagnostica per immagini e radioterapia" presso l'Università degli Studi di Palermo, autore di oltre 450 pubblicazioni scientifiche.
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«Ho sempre cercato nella mia vita di tenere alta la qualità del rapporto umano e la pluralità dei rapporti - racconta - perché si corre il rischio altrimenti di isolarsi in un "El Dorado", nel classico “castello fatato” che le istituzioni molto spesso inducono a praticare. Invece mantenendo vivo il rapporto con la gente e tra la gente, penso che si possa imparare e soprattutto svolgere meglio quella funzione di servizio, che quando si è rappresentante di un’istituzione bisogna cogliere come essenza, tanto della politica quanto dell’azione amministrativa».

Una candidatura, quella di Lagalla che ha rimescolato le carte del centrodestra, di cui è ora candidato unico, tirando dentro alla competizione per le amministrative di Palermo questioni che toccano più fronti, come il rinnovo dei vertici della Regione siciliana e le alleanze tra i partiti a livello nazionale.

Perché ha scelto di fare questo passo? «Intanto per mettere – spiega - ove fossi assistito dal consenso degli elettori, a disposizione di questa città un bagaglio di esperienze amministrative ed istituzionali che reputo utili e propedeutiche allo svolgimento di una funzione tanto complessa come quella del sindaco, che prima di essere una funzione politica, nell’immaginare un disegno della città, è una funzione amministrativa.

E poi perché rappresenta una continuità con quel lavoro che in tanti anni, prima di insegnamento e poi di attività istituzionale, mi ha consentito di tenere vivo e alto il rapporto con le persone. La città è fatta di persone e credo che tra le dieci rivoluzioni che abbiamo disegnato nel nostro programma, la vera rivoluzione sia quella di cambiare il rapporto tra le persone, modificando l’empatia e il collegamento tra la casa comunale e le case dei palermitani».

Le dieci rivoluzioni di cui parla l’ex assessore regionale si riferiscono al programma partecipato che Lagalla sta mettendo a punto coinvolgendo i palermitani. Siccome tutte le parole hanno un peso, anche il termine “rivoluzione” si porta dietro un bagaglio storico-culturale che non si identifica strettamente con il suo.

«È un vocabolo provocatorio – spiega - perché immaginiamo che rivoluzionario possa diventare, nel medio-lungo periodo, l’esito di un’azione che invece vuole essere graduale e riformista. E che porti sempre di più al coinvolgimento dei cittadini e quindi all’affermazione del concetto di partecipazione, che sta alla base del senso e delle nuove dinamiche degli enti territoriali».

PRIMI CENTO GIORNI –I primi cento giorni, se dovesse essere eletto, l’ex rettore sceglie di viverli come momento di studio, per poi passare all’azione: «Studierò per vedere come il programma elettorale possa essere applicato sulla base dello stato degli atti, cioè sulla conoscenza diretta dei fascicoli. Per deliberare in coerenza alla verità degli atti. Einaudi diceva che “occorre conoscere per deliberare”». Al momento, dice, «vedo Palermo come una città sfiduciata, dove si è rotto l’incantesimo dell’"orlandismo" e dove il rapporto tra i cittadini e l’amministrazione comunale non è più un rapporto di fiducia, né un rapporto di reciproco rispetto. Entrambi procedono su strade che appaiono lontane, e che invece vanno riportate a sintesi virtuosa, a nuova empatia e soprattutto a una grande capacità di ascolto da parte dell’amministrazione comunale».

RIFIUTI – Sui rifiuti, lo studio è ormai in una fase avanzata. «Gestirei la situazione dei rifiuti sposando ed attuando i principi della green economy e dell’economia circolare, dando nuovo impulso alla differenziata, magari con formule semplificate nei quartieri che ancora ne sono sprovvisti. Mettendo quanti più uomini possibile a servizio reale della raccolta dei rifiuti e potenziando gli impianti di Bellolampo, sia attraverso la termovalorizzazione dei rifiuti, sia tramite impianti di separazione che possano, in convenzione con i consorzi, favorire anche delle entrate, ma soprattutto decongestionare l’apporto dei rifiuti alle vasche di raccolta».

MOBILITA’ – Anche sulla mobilità ha le idee chiare: «La Ztl deve essere ripensata e soprattutto proposta non in funzione di esigenze di traffico di cassa ma soprattutto nel rispetto dell’ambiente e quindi dei principi ecologici fondamentali. Sul piano dei trasporti occorre facilitare l’utilizzo dei mezzi pubblici, ma perché questo avvenga bisogna creare delle vere e proprie piattaforme di intermodalità tra le varie forme di trasporto, mettendo i parcheggi in forte raccordo con le aree di scambio».

Un altro nodo è quello di via Roma che per Lagalla «è uno degli impegni che l’amministrazione deve assumersi: è in fase di deperimento ed è invece una delle strade più importanti di questa città. Bisognerà rivedere tutta la normativa sul commercio e abbiamo già individuato con Confcommercio momenti di collaborazione per procedere sia sul fronte, ove necessario, di modifiche regolamentari, sia anche per immaginare un’azione strategica».

Il Ponte Corleone invece «rappresenta un’emergenza – sottolinea -. Ed è chiaro che lì occorrerà confrontarsi al più presto con l’autorità commissariale ma soprattutto con il governo nazionale. È impensabile che una città come Palermo abbia difficoltà a far defluire il traffico dal centro urbano verso la mobilità generale».

Anche i cantieri aperti in città «costituiranno oggetto di analisi approfondita nel momento dello studio dei primi cento giorni – afferma - per poter concordare con le aziende che stanno operando le più adeguate e sollecite modalità di rimozione di questi stessi cantieri e quindi la definizione delle opere».

Sul tram invece resta molto prudente. «Dobbiamo anche in questo caso accertare lo stato dei contratti e gli impegni già assunti – dice - ai quali si è obbligati. Di certo la mia idea da cittadino in questo momento è quella di proseguire utilmente il tragitto dei convogli di tram sulle linee già esistenti, immaginare una perimetrazione nel centro storico ma cercare di sostituire nel centro storico l’ipotesi del tram con sistemi più eco-sostenibili e meno impattanti sul piano degli spazi».

GRANDI EVENTI – Su questo fronte, Lagalla ha studiato: «Abbiamo fatto un censimento delle strutture sportive – riferisce - che versano per la maggior parte dei casi in totale abbandono. Riteniamo che qui il coinvolgimento del privato sociale e dell’associazionismo sportivo debba essere fondamentale e che alcune di queste strutture debbano essere rifunzionalizzate anche per poter accogliere grandi eventi, che oggi Palermo non è in condizione di accogliere».

SPAZI VERDI, COSTE, AMBIENTE. Sul tema del verde a Palermo «penso a una migliore fruizione pubblica della Favorita, che al momento è rimasta soltanto una strada di attraversamento che porta dalla città a Mondello. Quindi a una grande azione di riqualificazione dello spazio che va dalle falde di Monte Pellegrino, cioè dalla Fiera del Mediterraneo fino all’area portuale e con una trasformazione della Fiera in un grande centro congressi per favorire il turismo congressuale. Sulla Costa Sud, esauriti i lavori relativi alla depurazione e agli scarichi fognari, è necessario mettere mano alla riqualificazione della costa, a partire da Sant’Erasmo verso Ficarazzi».

CIMITERI – Un tasto dolente per Palermo è quello dei cimiteri. «Mi risulta – afferma Lagalla - che l’amministrazione in atto sta utilizzando i due milioni inviati dal governo nazionale per questa emergenza. Mi auguro che questo possa risolvere i problemi più urgenti. Dopo di che penso a una cooperazione anche con gli operatori del settore funerario per potere mettere a sistema l’inceneritore ma anche per procedere all’estumulazione delle salme dopo i prescritti venti anni, in modo tale che si possano liberare posti e accoglierne di nuove».

PARTECIPATE – Le partecipate «meritano una riflessione profonda. Certamente vanno migliorate in termini di funzionalità e redditività sociale, perché i cittadini sono stanchi di subire disservizi in questo ambito. Vedremo, anche attraverso consulenze tecniche, quali saranno le modalità più opportune con l’obiettivo di non aumentare gli oneri a carico dei cittadini e migliorare la qualità dei servizi».

FONDI - Una "rivoluzione" per Palermo, quella auspicata da Lagalla, che non può essere portata avanti senza le necessarie risorse come quelle del Pnrr e dei Fondi Po-Fesr/21-27. «Dovremo vedere se saremo in condizione di intercettarle queste risorse – conclude-. Finora mi sembra che sia stato fatto abbastanza poco per fare questo, e quindi è assolutamente necessario migliorare la capacità operativa dell’amministrazione comunale, soprattutto nella fase progettuale. Per fare questo dobbiamo immaginare, ove possibile, un reclutamento di tecnici qualificati. Ovvero valuteremo se farci assistere da supporti tecnici che possono essere rinvenuti anche in soggetti esterni, come gli ordini professionali e le Camere di Commercio».
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