CURIOSITÀ
Come ti "scaccio il demonio" in Sicilia: le 18 regole dei vescovi (da sapere) sugli esorcismi
La Cesi ha pubblicato un (vero e proprio) decreto che stabilisce regole chiare e perentorie su chi può, e come, praticare esorcismi e rituali liberatori
Un atto che la Cesi ha evidentemente sentito come necessario dopo i recenti fatti di cronaca: uno su tutti la strage familiare di Altavilla Milicia.
Il documento offre indicazioni per «una sana vita spirituale che blocca l'influsso del demonio - si legge nel testo -, fa un'analisi della situazione in Sicilia e offre una serie di indicazioni pratiche sul tema trattato destinate ai sacerdoti e ai laici».
Come sottolineato nel documento, in Sicilia è in continuo aumento il numero di fedeli che si recano da sacerdoti, e a volte anche da laici, per chiedere di essere liberati da presunte possessioni e/o infestazioni diaboliche causate, a loro dire, da malefici e fatture.
Se ci sono sacerdoti che accolgono e danno conforto a queste persone, con «slancio pastorale»; dall'altro lato - avvertono i vescovi siciliani - ce ne sono altri, tuttavia, che «non agiscono in maniera uniforme e coordinata, intervenendo in vari modi con la celebrazione di Sante Messe, recitando preghiere di liberazione e di guarigione e, in qualche caso, praticando preghiere di esorcismo».
Durante queste celebrazioni qualche sacerdote passa persino tra i fedeli benedicendoli uno per uno con il Santissimo Sacramento, verificandosi spesso urla, parolacce, bestemmie e cose del genere che turbano non poco i fedeli presenti e specialmente i bambini e i più deboli».
Altre volte queste preghiere avvengono in case private guidate da laici, qualche volta anche assistiti da sacerdoti.
«Bisogna attentamente discernere se si tratti di una reale presenza diabolica oppure di un disturbo fisico o di una malattia psichica - avvertono i prelati siciliani -. In questi ultimi casi la preghiera di esorcismo è da evitare perché arrecherebbe ulteriori danni alla salute dei fedeli.
Insomma, ribadiscono, è importante accertarsi, prima di celebrare l'esorcismo, «che si tratti di una presenza del maligno e non di una malattia».
La Conferenza Episcopale Siciliana ha quindi sentito la necessita di fare chiarezza e ha emanato un decreto con ben 18 regole su chi può e come praticare esorcisimi e rituali simili, «ribadendo il tradizionale insegnamento della Chiesa, affinché si aiutino i fedeli con modi e mezzi approvati».
Le regole su esorcismi e preghiere di liberazione
1. I laici e i religiosi senza ordini sacri in nessun modo e in nessun caso possono pronunciarsi su eventuali possessioni, vessazioni, ossessioni o infestazioni diaboliche, senza aver ricevuto esplicito permesso per iscritto da parte del Vescovo diocesano, cui spetta in modo esclusivo il discernimento sull’esistenza e l’autenticità di eventuali carismi.
2. A nessuno, fosse pure esorcista nominato dal Vescovo diocesano con peculiare ed espressa licenza, è lecito in maniera assoluta dire a qualcuno di aver ricevuto un maleficio e soprattutto di indicare la persona che lo avrebbe fatto, perché ciò può scatenare nelle persone sentimenti di odio.
3. Ogni fedele può elevare a Dio preghiere non liturgiche per ottenere la guarigione. Quando tuttavia queste si svolgono in chiesa o in altro luogo sacro, è conveniente che esse siano guidate da un ministro ordinato. Le preghiere di liberazione comunitarie dovranno essere fatte sotto la guida di un sacerdote, utilizzando a questo scopo l’Appendice I del Rito degli esorcismi, con esclusione delle formule esorcistiche ivi contenute.
4. Mai è lecito ai laici e ai religiosi senza ordini sacri organizzare e guidare celebrazioni di preghiere di guarigione liturgiche contenute nel Benedizionale, neanche alla presenza di ministri ordinati.
5. Si fa divieto ai presbiteri nell’intero territorio della Sicilia di organizzare celebrazioni comunitarie di preghiere di guarigione liturgiche senza l’esplicito permesso scritto da parte del rispettivo Vescovo diocesano.
6. Nelle preghiere comunitarie di liberazione o di guarigione non si ammettano persone possedute per evitare fenomeni quali urla, parolacce, bestemmie e simili, che turberebbero non poco i fedeli presenti e specialmente i bambini e i più deboli. Esse dovranno essere eseguite dall’esorcista personalmente e alla presenza di poche persone debitamente preparate.
7. Nello svolgimento tanto delle preghiere di guarigione quanto di quelle di liberazione non si pervenga, soprattutto da parte di chi le guida, a forme simili all’isterismo, all’artificios ità , alla teatralità o alsensazionalismo, ma si rimanga in una serena devozione.
8. Essendoci una netta distinzione tra carismatico e sensitivo, in quanto il primo usufruisce di un dono dello Spirito Santo mentre il secondo di un potere medianico, cioè di un potere che viene dal maligno, chi fa preghiere di liberazione o di guarigione dovrà guardarsi bene dal ricorrere all’aiuto dei sensitivi.
9. Le preghiere di liberazione e di guarigione dovranno svolgersi in modo che manifestino la fede della Chiesa e impediscano di essere interpretate come atto di magia o di superstizione.
10. Coloro che guidano preghiere di liberazione e di guarigione si impegneranno a vivere la dimensione contemplativa e penitenziale della vita cristiana. Eviteranno inoltre di ricorrere a tecniche per ottenere la liberazione o la guarigione, ma punteranno direttamente sulla fede in Cristo Gesù, Colui che solo può liberare e guarire. Si asterranno infine dal porre le mani sulle parti del corpo della persona che chiede la preghiera e da tutto ciò che possa solo destare negli altri il sospetto sulla loro castità.
11. Fatte salve le funzioni per gli infermi previste nei libri liturgici e le intenzioni di preghiera per la guarigione degli infermi, cioè nella preghiera dei fedeli, è assolutamente vietato introdurre preghiere di liberazione e di guarigione, liturgiche o non liturgiche, come pure l’esorcismo nella celebrazione dell’Eucaristia, dei Sacramenti e della Liturgia delle ore 9.00.
12. È vietato ai laici, come pure ai sacerdoti non muniti della debita licenza, pronunciare sia preghiere di esorcismo solenne sia qualsiasi altra preghiera che abbia il carattere imperativo allo spirito maligno.
13. Ai sacerdoti non autorizzati dal Vescovo di eseguire esorcismi e ai laici non è lecito utilizzare la formula dell’esorcismo contro Satana e gli angeli ribelli, estratta da quella pubblicata per ordine del sommo Pontefice Leone XIII, e in particolare il testo integrale di questo esorcismo, dal momento che può essere utilizzata solamente da tutti coloro che a norma del diritto sono ministri dell’esorcismo solenne.
14. Ogni Santa Messa in quanto tale è sempre fonte di santificazione; pertanto non c’è una specifica “messa di liberazione” o “di guarigione”. Si fa dunque espresso divieto a tutti i sacerdoti di celebrare Messe utilizzando tali denominazioni.
15. È possibile che la Santa Messa sia applicata per la liberazione di una o più persone attaccate o possedute dal maligno. A questo scopo nel Messale Romano è prevista una Messa “per qualunque necessità” con tre formulari.
16. È necessario che le preghiere di guarigione e di liberazione, come pure l’azione pastorale dell’esorcismo siano svincolate da ogni forma di legame con offerte in denaro, in modo che emerga con assoluta chiarezza la gratuità dei doni del Signore. Soprattutto in questi momenti di disagio e di sofferenza, nessun fedele deve avere ostacoli per accedere ai benefici della grazia, né tanto meno sentirsi in dovere di corrispondere un “compenso” per l’accoglienza ricevuta. Sarebbe consigliabile rifiutare anche le offerte libere per mettere in atto le parole del Signore: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
17. È vietato passare tra i fedeli benedicendoli uno per uno con il Santissimo Sacramento per qualsiasi motivo.
18. Non sono ammessi esorcismi solenni o preghiere di guarigione e di liberazione che abbiano come oggetto la liberazione dell’albero genealogico.
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