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Come una nave (immobile) che scintilla in Sicilia: il tour nella "città dei due mari"

Deve il nome alla forma della penisola che ricorda una falce, una città dove s’incontrano due mari, Mar Tirreno a destra e mar Mediterraneo a sinistra

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 10 luglio 2025

La Colombaia di Trapani

Quest’anno il racconto del mio ritorno in Sicilia inizia dall’ultima tappa, da una preziosa bomboniera: Trapani. Dopo aver percorso la strada Orientale e Occidentale Sicula, nomi che da soli evocano viaggi scoperte e meraviglie, sono in una città che da qualche anno ha iniziato a scalare gli indici di gradimento da chi viene da fuori.

Ho avuto modo di conoscere piemontesi, lombardi e romani che hanno acquistato una casa qui, facendola diventare meta delle vacanze ma anche luogo dove passare, da pensionati, la maggior parte dell’anno. Sarà per un’estate che sembra non finire mai, il buon cibo, la qualità della vita, e la grande bellezza che si estende in luoghi vicini.

Trapani è stata descritta come una nave immobile che scintilla. Un luogo dove si mescolano vento e una luce accecante che specie nel pomeriggio entra di traverso sulle strade lasciandoti senza fiato.

Il tramonto qui diventa visione onirica sulle sue Saline con i Mulini, dove non troveresti strano incontrare un cavaliere su un ronzino seguito da uno scudiero basso e tarchiato.

Auci, autrice dei Leoni di Sicilia, dice: «Trapani non è mai opaca neanche quando piove, ed i colori ed i profumi del mio libro sono quelli di questa città, dal sole impalcabile e dal cielo di un blu arraggiato” Una descrizione che ho ritrovato in questo scrigno di bellezza.

Trapani deve il nome alla forma curva della penisola che ricorda una falce (Drepànon in greco), una città dove s’incontrano due mari, Mar Tirreno a destra e mar Mediterraneo (Canale di Sicilia) a sinistra; una terra dove sentirsi, come ha detto il fumettista Cammamoro “i Capostipiti o gli Ultimi, una terra che potrebbe essere la fine dell’Europa, ma anche l’inizio, basta girarsi».

La mia guida speciale sarà Bartolo, per lui la città è motivo di orgoglio e di identità, tanto da esserne diventato depositario e custode delle sue storie, leggende e tradizioni. Ed è dal mito di fondazione che inizia la scoperta.

Si narra che Saturno per affermare il suo potere spodestò il padre Urano, evirandolo con una falce, liberando così tutti i Titani, suoi fratelli, che erano stati ingoiati dal genitore, gettando poi la falce in mare che si trasformerà nella striscia di terra dove gli Elimi fonderanno Trapani. Con Bartolo in macchina attraversiamo strade e vicoli, impensabile per chiunque questa opzione, ci si perde.

La prima tappa è La Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio. C’è un gran movimento di guide e gruppi, tutti lo salutano, lui risponde con un gesto del capo, dicendomi sottovoce, "a questo gli ho insegnato tutto io".

È una bella Chiesa barocca del 1688, cha ha una, sorpresa all’interno, vi sono 20 gruppi scultorei che animeranno la tradizionale Settimana Santa di Pasqua. Sono 18 Misteri, che riproducono tra Vangeli sinottici e quelli apocrifi, vari momenti della vita di Gesù, in più c’è la Vara con il Cristo e l’Addolorata.

Sono delle vere e proprie scene, ricche di personaggi quasi a grandezza umana. La mia guida mi indica i quadri uno per uno, dicendomi che sono fatti «di legno tela e colla, tutti del territorio. Il legno è cipresso, perché non si tarla, mancano le coperture argentee che saranno messe a Pasqua».

Gli abiti sono curati e incredibili Voluti da due grandi famiglie, saranno poi cedute con atto notorio alle Maestranze della città, che diventeranno gli affidatari di ogni gruppo scultoreo. Con rammarico mi fa notare che manca quella dei salinatori, in restauro, maestranza a cui sente di appartenere, la sua famiglia aveva una salina.

Realizzate intorno al 1600, assomigliano alle statue lignee di Siviglia e delle chiese Andaluse. Con un certo vanto mi dice che probabilmente il legame è molto più forte rispetto a quella che sembra, per lui la tradizione Trapanese è arrivata sino in Spagna attraverso i Borbone.

Aggiunge che i visi ritratti, con assoluta perizia, sono i volti dei trapanesi, c’è persino il Vice Boia che in una scena è il fustigatore di Gesù. Lascio queste meraviglie che saranno portate a spalla da 20 giovani nella settimana Santa “annacandosi” per 24 ore lungo le strade, e ci dirigiamo verso un'altra Chiesa, quella di Sant’Agostino.

Qui c’è un rosone davvero singolare, vi sono i simboli delle tre religioni monoteiste, Cristianesimo, Islam ed Ebraismo, suggestivo guardare questa mescolanza di Religioni in questo periodo così delicato.

Camminiamo a piedi sino al Palazzo Senatorio e alla Porta Oscura, la porta più antica della Città, qui c’è la Torre dell’Orologio. Un misuratore originale, tra i più antichi d’Europa; è un orologio astronomico, nel quadrante vi è il Sole ed un Lunario con le fasi lunari, i segni zodiacali, solstizi, equinozi, punti cardinali, stagioni. Bartolo aggiunge che ve ne sono originale, così solo altri due in Austria e a Roma.

Da qui parte Corso Vittorio Emanuele, il Salotto di Trapani, che scivola in un susseguirsi di locali, ristoranti, negozi, palazzi e chiese barocche. Interdetto alle autovetture, è il luogo del passeggio, qui nel primo pomeriggio il sole entra così prepotentemente che è difficile persino tenere gli occhi aperti, bisogna attendere il calar del sole per apprezzarlo, quando l’ombra e il vento, sempre presente a Trapani, s’incuneano tra la gente di tutto il mondo che qui passeggia.

Stuzzico Bartolo dicendogli che tutta questa calma, ordine, si dice che nasconda un’organizzazione di malaffare potente, seppur silenziosa, che fa affari senza clamore stringendo forti legami con le Logge Massoniche, potentissime in questo territorio.

Bartolo, con calma risponde “Qui non succede niente perché non ne abbiamo bisogno, perché siamo cortesi, tutto funziona e sappiamo accogliere…”.

Fermo il racconto ma Trapani non finisce qui, la prossima volta parlerò di salinari, saline, luoghi, incontri, cucina, leggende e tanto altro ancora.
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