Con Massimo erano la coppia più coraggiosa di Palermo: addio a Gino Campanella
Storico attivista del movimento Lgbt, era i fondatori di Arcigay Palermo. Lui e Massimo Milani sono (e saranno sempre) il simbolo delle lotte per i diritti civili

Gino Campanella (a sinistra) e Massimo Milani (foto di Sos Ballarò)
Gino Campanella, sempre al fianco di Massimo, è stato uno dei fondatori di Acrigay Palermo, nel lontano 1980. Da allora sono trascorsi ben 45 anni e da allora di battaglie Gino ne ha combattute e vinte.
In città, lui e Massimo sono stati la coppia più coraggiosa di Palermo: dal primo matrimonio simbolico in piazza Pretoria nel 1993, suscitando scalpore in una Palermo ancora forse meno preparata, alle nozze vere e proprie nel 2020 a Giarre, lì dove 40 anni prima erano stati uccisi gli "ziti" Giorgio Agatino e Antonio Galatola, la cui storia è stata raccontata magistralmente nel film di Beppe Fiorello "Stranizza d'Amuri".
«Massimo Milani e Gino Campanella sono stati (o per meglio dire sono e sempre lo saranno) da oltre 40 anni, la coppia di attivist* queer più coraggiosa e determinata del movimento #LGBTQIA+ in Italia - scrive in un post l'associazione Stonewall GLBT Siracusa -. Insieme sono stati protagonisti di battaglie fondamentali per i diritti civili, contribuendo a trasformare la coscienza collettiva del nostro Paese.
Gino è stato tra i fondatori del primo circolo Arcigay di Palermo nel 1980, segnando l’inizio di un percorso che avrebbe cambiato la storia del movimento in Sicilia e in tutta Italia. Con Massimo ha condiviso ogni scelta, ogni lotta, ogni gesto simbolico. Scelte che hanno acceso dibattiti, ispirato generazioni e contribuito a rendere il nostro Paese un luogo più libero e inclusivo. Oggi una notizia terribile ci ha scoss* profondamente: Gino Campanella non è più tra noi.
Il nostro pensiero e il nostro abbraccio - prosegue l'associazione - vanno a Massimo, su* compagn* di vita, d’amore e di lotte. Tutt3 noi ci sentiamo più orfan3, e al contempo immensamente riconoscenti per quanto Gino, insieme a Massimo, ha fatto fino a pochi giorni fa per la nostra libertà e per i diritti civili e umani di questo Paese, in particolare per l'intera comunità LGBTQIA+. Grazie, grazie e ancora grazie per ciò che hai fatto per tutt* noi».
«Ci hai accompagnato sin dall'inizio con la tua presenza discreta, sorridente e ironica - lo ricorda il Sicilia Film Queer Fest -. Non potevi che finire per trasformarti in un meraviglioso personaggio cinematografico, reso eterno per sempre dal film di Nicola Bellucci, che non a caso prende il nome dalla bottega tua e di Massimo: QUIR.
Hai vissuto una vita piena ed esemplare, Gino. Che fortuna aver condiviso un minuscolo pezzo di percorso! Si continuerà a parlare, giustamente, dei tuoi meriti – quelli di chi ha il coraggio di vivere felice e così facendo influenza e contagia positivamente gli altri, contribuendo concretamente a cambiare il mondo.
Con l'orgoglio e il profondo rispetto che hai sempre dimostrato, nei confronti di tutte e di tutti. Non davi lezioni, ma ne hai impartite moltissime. Faremo di tutto per non dimenticarle».
Oggi (venerdì 13 giugno), a partire dalle ore 11.00, è possibile dare un saluto a Gino alla camera ardente allestita ad Arci Porco Rosso, piazza Casa Professa, a pochi passi da "Quir", la bottega artigiana di pelletteria di Gino e Massimo Milani, nel cuore di Ballarò.
Alle 18.30 è in programma un saluto laico. I funerali religiosi invece si tengono domani mattina, alle ore 10.30, alla chiesa di Santa Maria di Porto Salvo (in via porto Salvo, ovvero tra piazza Marina, corso Vittorio Emanuele e la Cala).
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