"Cornadura" su TikTok e violenti per strada: ditemi voi se è (davvero) questa Palermo
Uno sguardo, in parte critico, sui mille volti della nostra città, che anche sui social mostra le sue mille contraddizioni: tra degrado e bellezza. Ve lo proponiamo

Una specie di Truman Show a cielo aperto (e a smartphone puntato), dove un video o un post non se lo nega nessuno e i confini con la realtà non esistono, dove tutto sembra finto ed è tutto vero; dove l'immaginazione è impersonificazione di modelli e stili di vita già codificati e, a morir, duri come le corna di cui sopra.
Ditemi voi se è questa Palermo... . Pezzi de "Il capo dei capi" (et similia) riadattati alla bisogna da patetici rapsodi, che tramandano gesta meschine d'eroi alla rovescia e nostalgici figli e figliocci d'una "Troia" mai abbastanza rimpianta, mai del tutto annientata.
Note napoletane "didascaleggiano" al recluso "presta libertà" o testimoniano fedeltà incrollabili più durature dei decenni inflitti. Mentre giochi pirotecnici salutano il ritorno del figliol prodigo o del padre prodigio, che dà baci e pizzicotti a favor di camera.
Ditemi voi se è questa Palermo... . Ragazzine impertinenti si mettono con le "funce tante" stile Marilyn Morroidi (battutaccia d'altri tempi); ragazzini indottrinati si mettono in posa con gli sguardi torvi, più da gangster che da poeti maledetti, su sfondi di palazzine scrostate e strade infestate e malasieni sinistri.
Fotogrammi musicati di barbe lunghe imbarbariscono aspetti e aspettative, spacchi e spocchie cadenzate sporcano e spiccano su maschere di cera.
Ditemi voi se è questa Palermo... Centauri al galoppo su motorini smarmittati, che su una ruota il mondo è loro. Quel mondo che ogni giorno giurano di sottomettere, sciamando in lungo e largo con le griffe addosso, i tattoo sulla pelle, molto alcol nel sangue e tante stronzate per la testa.
Ditemi voi se è questa Palermo... Donne in primo piano, apparasiate attipo Maronna a miccé, che sfidano la rivale, in amore o in chissà cosa, recitando il più sboccato dei melodrammi da ballatoio shakespeariano. Esserci o non esserci, questo è il loro problema: basta un video per risolverlo... che la Madonnina della Mercede le aiuti.
Ditemi voi se è questa Palermo... Tetti e terrazze su cui s'inscenano smargiasse danze del fuoco dell'arrustuta; la birretta in una mano e il dito medio che compare dall'altra, a corredare epiteti e trionfi o, anche semplicemente, a salutare "il compare che ci guarda".
Ditemi voi se è questa Palermo... Sgrammaticati Pierrot che, dietro a sorrisi forzati, "si fanno i video", svirgolando a ogni frase fatta, che fatta "non fu per seguir virtute ma per viver come bruti".
Ditemi voi se è questa Palermo... Vecchi immuruti dileggiano divise e "palette" alzate, caracollando di qua e di là; signorone gold style slangano come sacerdotesse di tribù sperdute e perduti idiomi.
Ditemi voi se è questa Palermo... Influencer di quattro gatti e leoni da tastiera che si beccano come cornacchie scurnacchiate, aggallandosi in perfetto stile "ti rump' i cuainna" (sempre quelle: dure per alcuni, d'onta per altri, legnetti da spezzar come fuscelli per altri ancora).
Ditemi voi se è questa Palermo... Balletti buffi e bizzarre parodie, d'improvvisati artisti di strade lastricate di tasciume. Eredi senza doti di quel maledetto "Buongiorno da Mondello" che ha figliato istrioni di borgata e panormosauri in quantità. Disperati percettori di like che sparano, pure loro, al travagghiu, perché quello buono non c'è ... "Colpa dell'onorevole, ci abbiamo dato tutti il voto".
Ditemi voi se è questa Palermo... Tavole debordanti di mangiare, bere e mangia&bevi, neanche fossimo tutti figli di Pantargruel, appanzati, sbutriati, senza fondo e senza grazia. E se vanno al ristorante "a base di pesce", scatta la storia per il parente invidioso.
Ditemi voi se è questa Palermo.... Allo Sperone è una docuserie crime dalle innumerevoli stagioni. A Borgo Nuovo politicanti di quartiere sermoneggiano riprendendosi dietro cumuli di munnizza affumicata.
A Partanna Mondello qualcuno fa surf tra le strade che s'allagano, qualcun altro lo riprende e chissenefrega se si vagna tuttu ... abbasta c'addiventa virale! Il centro storico (tra i più belli al mondo) sembra un suq oleoso e maleodorante.
Al Cep fuochi d'artificio salutano il ritorno, a Passo di Rigano le lacrime salutano e basta. All'Arenella è buio pesto, in tutti i sensi; ma c'è chi sbandiera il trucco e luce fu, quella elettrica. Allo Zen ... lasciamo perdere.
Ditemi voi se è questa la nostra Palermo, così raccontata, rappresentata, inscenata, immaginata.
Così vissuta! La nostra Palermo ... Città curiosa, briosa, frizzante comu n'azzusa, sapurita e spiritosa, lagnusa e generosa ... e ne avrei ancora a iosa. La Palermo dei Piparo e dei pupari, che la Santuzza e amor cortese cantan come pochi. La Palermo del Genio e dei geni silenziosi. La Palermo di Lorefice e Mattarella, città che non predica al vento e non dimentica.
La Palermo dei Ferrera, dei Ficarra, dei Picone e sutta i picu ru suli, cioè senza ombre e ombrelli. La Palermo di Speranza e Carità, che impreca al semaforo ma poi si commuove e compra dai Vu cumprà. Che se non accatta, pattìa.
Che s'arrabbatta e s'arrabbìa e s'abbirrìa... picchi c'è cu mancia e cu talìa... ma sempre onesta, sempre bella. Bellissima. Un giorno, forse, ci diventerà davvero, bellissima.
La Palermo resiliente. Dei murales e dei peones. Che gioca a Padel, che fa jogging, dei cani che scagazzano e dei giovani che scorrazzano.
Di quelli che sgomitano e di quelli che imprecano, dei giovani che vanno e di quelli che restano. La Palermo di "pallino" Cinà e dei rosanero presto in seria A (una rima di speranza e speriamo che non ci resti sulla panza).
La Palermo dei mercatini e delle stigghiola, dei salotti e dei locali, dei marciapiedi maculati di chewingum e degli ospedali che ... lasciamo perdere. La Palermo senza fronzoli e senza iperboli, che parla il dialetto per identità, non per volgarità.
La Palermo che la mattina si alza per andare a lavorare e la sera torna a casa, fiera per un altro giorno vissuto da "veri cornadura".
Perché, sì, quel Natale (altro meme di me...me) pensava di avercele dure, ma il professore democratico gli insegnò che il vero coraggio è essere un sette carati, se quei pochi carati fanno tutta la differenza del mondo tra il vivere onestamente e sopravvivere professando spavalderia... (e sì che lo so, che quel Natale non diceva di aver dure le corna, ma un'altra cosa... Lo so pure io).
Ecco sì, la nostra è la Palermo del professore democratico e dei professori antifascisti, anitmafiosi, antipatici e antiquati e anticchia anticchia preparati. La Palermo della cattedrale e delle cattedrali nel deserto, del quadrilatero, del trapezoidale e del Cerchio (quando un tempo ci facevamo i matinée).
La Palermo che di mattina s'ammucca un pezzo di rosticceria e la sera ... che mangiano stasera? (domandona esistenziale che ci accompagnerà per l'esistenza).
E che di notte ha un po' paura, per un figlio che torni a casa all'ora imposta... se non ha incontrato la Samara dello Zen, che esce da quel TikTok e si mette a sparare. Ditemi voi se è pure Palermo...
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