SANITÀ
Coronavirus, il "bollettino" che fa sperare: le 4 buone notizie del patologo Guido Silvestri
Il capo dipartimento di Patologia dell'Università di Atlanta lancia ogni giorno dal suo profilo Facebook notizie positive dal titolo "L'ottimismo che viene dalla conoscenza"
Guido Silvestri, ordinario ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta
E di messaggi positivi ne è un grande fautore il professore Guido Silvestri, che ogni notte (da noi è l'alba) da Oltreoceano lancia tramite il suo profilo Facebook un bollettino di ottimismo con tutte le buone notizie della giornata relative all'evoluzione della pandemia e ai progressi che ogni giorno la scienza e la medicina compiono per sconfiggere il virus.
A partire dall'elenco dei dieci motivi per cui essere ottimisti, il professore Silvestri che - ricordiamo, è ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, nonchè direttore della Divisione di Microbiologia ed Immunologia allo Yerkes National Primate Research Center e membro dell’Emory Vaccine Center - ci ha abituato di post in post a guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, all'insegna del suo mantra: "L'ottimismo che viene dalla conoscenza".
La prima notizia positiva è il calo dei nuovi casi in Italia.
«Devo ammetterlo: c’è voluto un po’ di più di quanto mi aspettassi dopo la grande chiusura del 9-10 marzo, ma il calo dei nuovi casi (e dei morti per giorno) sta finalmente avverandosi, in modo non velocissimo ma costante. Se seguiremo l’esempio della Cina nel giro di 3-4 settimane i nuovi casi saranno ridotti del tutto o quasi.
Direi quindi che la "triplice alleanza" di isolamento, immunità naturale ed arrivo della bella stagione sta iniziando a fare effetto in modo significativo. Poi naturalmente non bisognerà cantare vittoria e mettersi a fare la cicale, ma si dovrà definire la migliore strategia per gestire la transizione "da pandemia a endemia" (e di questo parleremo nei prossimi giorni)».
Il secondo punto a cui Silvestri rivolge la sua attenzione è la cosiddetta "catastrofe America". Una situazione certamente critica, ma non così disperata come sembra dai titoli dei quotidiani, secondo il profesore.
«Due giorni fa un prestigioso giornale italiano intitolava "Catastrofe America". La situazione è effettivamente critica a New York, e dura a Detroit, Chicago e New Orleans. Vanno invece meglio del previsto le cose a Los Angeles (dove si temeva un disastro), San Francisco, Seattle, Philadelphia, Texas e Florida (oltre che Atlanta).
E’ di oggi la notizia che la previsione dei morti totali da Covid-19 in Usa del prestigioso Institute for Health Metrics and Evaluation (http://covid19.healthdata.org/) della University of Washington a Seattle, è passata dal range 100.000-240.000 – che aveva fatto gridare alla catastrofe – al range 49.000-136.000. Sempre tanti, ma molto meno della previsione precedente».
Terzo elemento positivo da tenere in considerazione è il meteo che Silvestri definisce il generale bel tempo.
«Come detto molte volte, si moltiplicano i segnali secondo cui Covid-19 è meno contagiosa e anche meno letale dove fa più caldo. Ai dati di South-East Asia, Africa, Middle-East e Central America/Caribbean fa riscontro il marcato gradiente di mortalità Nord-Sud che si riscontra in Italia, in Spagna e qui in America, dove l’80% dei morti si contano negli stati più a Nord (dove però vive solo il 40% degli americani).
Ricordo che i Coronavirus hanno da sempre un andamento stagionale. Infatti, quando ho chiesto al mio amico Ralph Baric – professore alla University of North Carolina e scienziato che sta a questi virus come Maradona sta al calcio – se il caldo ci aiuterà, la sua risposta è stata: "There is no doubt about it" (Non c'è alcun dubbio, ndr)».
Infine, il grande ruolo della scienza all'attacco e delle nuove scoperte di ogni giorno che permettono di allungare l'elenco dei farmaci efficaci contro il Covid-19 e che, come già detto, rendono il virus senza speranza.
«La scienza è ogni giorno all’attacco contro Covid-19, ed ogni giorno si potrebbero scrivere molte storie. Oggi ne racconto una che viene proprio dalla nostra Emory University e riguarda il farmaco EIDD-2801, prodotto del Emory Institute for Drug Development diretto da George Painter e Dennis Liotta (già co-inventore di Emcitrabine, un farmaco usato su milioni di pazienti con HIV).
EIDD-2810 è un inibitore dell’enzima chiave del coronavirus, la RNA polimerasi RNA dipendente, ed a differenza del suo "cugino" Remdesivir è efficace anche per via orale. La efficacia di EIDD-2801 contro vari coronavirus (tra cui SARS-CoV-2) è stata dimostrata in un articolo apparso oggi sulla prestigiosa rivista Science Translational Medicine, in uno studio fatto in collaborazione con “Maradona” Baric e scienziati della Vanderbilt University. Presto inizieranno gli studi clinici sull'uomo».
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