Cresce tra forno e farina ma sceglie un'altra arte: Pietro, scultore della "Sirena di Sicilia"
A lui dobbiamo opere pubbliche monumentali. Oltre alla Sirena di Sicilia, ci sono la Porta della bellezza per Fiumara d’Arte e l’Archimede, omaggio al matematico
Lo scultore Pietro Marchese
Ma questo è solo il punto d’arrivo di una storia che parte da un’altro contesto di creazione e creatività: la panificazione. Da piccolo, infatti, Pietro cresce nella panetteria di famiglia, luogo dove con occhi attenti scruta gesti che danno vita a un’altra materia e bene quotidiano. «Cresciuto tra impasti, farine e il calore del forno - dice Pietro Marchese - ho imparato prestissimo che la materia può essere trasformata con rispetto, con cura e con una sorta di sensibilità artigianale che non è lontana dall’atto artistico. La bottega è stata la mia prima scuola: un luogo dove si lavorava con le mani, con la mente e con il cuore».
Passione a cui se ne aggiunge un’altra “trasfusa dalle vene” di padre e zia alle sue: il disegno. Unita a un forte senso della forma, dell’osservazione e della linea che segue anche l’urgenza di dare forma a ciò che sente. L’arte per Pietro diventa così “un territorio di verità: un luogo in cui la materia prende voce e diventa racconto. Nel mio lavoro non cerco semplicemente di “modellare” una forma, ma di far emergere qualcosa che la precede - un’energia, un ricordo, una storia che la materia custodisce e che io accompagno verso la luce.
L’arte è il mio modo - prosegue - di interrogare il mondo e di restituirgli ciò che vedo e sento: la fragilità, la forza, le trasformazioni. Ogni scultura è un punto d’incontro tra ciò che siamo stati e ciò che stiamo diventando. E in questo senso l’arte è anche responsabilità: dare forma a qualcosa che possa continuare a parlare nel tempo, oltre me. È un ponte tra l’esperienza personale e la dimensione collettiva, tra il mio percorso e quello della comunità in cui le opere vivono».
Nel lavoro dell’artista tutto parte dall’argilla, materiale prediletto che instaura un rapporto immediato con la forma per poi diventare bronzo; a questo si aggiunge la ceramica e altri materiali ottenuti tramite procedimenti di formatura. Anche il marmo di Carrara ha la sua importanza in quanto "materiale che richiede rigore, ascolto e una profonda conoscenza tecnica".
Gli stessi aspetti che hanno contribuito alla realizzazione della sua amata Sirena di Sicilia, prima commissione pubblica realizzata a 28 anni: «Ricordo la Sirena come un momento di passaggio, quasi un rito di iniziazione. L’opera che mi ha fatto comprendere fino in fondo cosa significhi creare qualcosa che entra a far parte della memoria di una comunità. È stata un’esperienza che mi ha segnato e che conservo ancora oggi con profonda gratitudine».
E se da un lato la Sirena è stata l’iniziazione, l’Archimede invece è la sua sfida più grande. Un progetto che unisce arte, architettura e urbanistica realizzato con l’architetto Virginia Rossello. Due gli elementi principali: la statua in bronzo del genio siracusano e il grande basamento in pietra di Comiso, “strutturato come lo Stomachion, il famoso rompicapo geometrico attribuito allo scienziato.
È stato impegnativo - dice Pietro - sotto ogni aspetto: concettuale, strutturale ed emotivo. È un’opera che mi ha messo alla prova completamente, e forse proprio per questo rimane una delle più significative del mio percorso”. Opere grandiose, dunque, e tutte figlie di un creatore che intreccia due visioni artistiche: la public art, che esplora personaggi della storia e memoria collettiva e rende le opere accessibili, comprensibili e fruibili da tutti. E un percorso intimo, personale e riflessivo in cui il lavoro diventa dialogo “per esplorare le contraddizioni, le emozioni e le tensioni della società contemporanea».
Un modo di vedere che desidera perseguire anche in futuro con opere che abbiano un impatto, sia sul piano della memoria collettiva che su quello della riflessione personale e sociale. Senza dimenticare un ruolo più forte nell’attività di insegnante che formi le nuove generazioni di artisti a sensibilità, competenza e responsabilità nel rapporto con l’arte e con il mondo.
|
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
SOCIAL E WEB
Vende la sua mega villa e si trasferisce in Sicilia: la "sfida" di Whoopi Goldberg
56.302 di Redazione -
ITINERARI E LUOGHI
Non te l'aspetti (sicuro): c'è una siciliana tra le città italiane in cui ci si diverte di più
41.119 di Redazione -
DIARI DI VIAGGIO
Non sei ai tropici ma in Sicilia: l'acquapark (naturale) tra rocce e piante fluviali
28.044 di Santo Forlì -
ITINERARI E LUOGHI
Qui riposa anche il suo "migliore amico": il cimitero (segreto) del Gattopardo in Sicilia
23.386 di Marco Giammona










Seguici su Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al canale TikTok
Iscriviti al canale Whatsapp
Iscriviti al canale Telegram




