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Da borgo antico (distrutto) a polo culturale: il nuovo museo a cielo aperto in Sicilia

Oltre alla "musealizzazione" il progetto prevede l’apertura di botteghe artigianali, strutture ricettive e attività di ristorazione, oltre alla promozione di attività culturali

Jana Cardinale
Giornalista
  • 24 settembre 2025

Poggioreale

È ambizioso il progetto di rigenerazione urbana che mira a rinnovare il borgo antico di Poggioreale e la nuova città, distrutti dal terremoto del 1968, focalizzato sulla valorizzazione delle risorse locali e sulla creazione di un futuro sostenibile per la comunità.

Già nel mese di luglio, questo luogo, sempre avvolto da un fascino misterioso, è stato animato da installazioni immersive, talk pubblici, laboratori e performance artistiche grazie all’iniziativa "Memorie di Poggioreale. Un viaggio tra memoria, arte e comunità", che ha coinvolto antropologi, artisti, rappresentanti istituzionali e cittadini, per una riflessione che ha preso spunto proprio dal ricordo del sisma che devastò la Valle del Belice.

L’idea è quella di rilanciarlo come polo culturale e turistico. E qualche giorno fa sono stati inaugurati i lavori per la realizzazione del percorso di accesso e l’illuminazione artistica di Poggioreale Vecchia.

Presenti il sindaco, Carmelo Palermo, l’architetto Lelio Di Zio, il direttore artistico Lucio Tambuzzo, e ancora il direttore dei lavori Antonella Genco, del dirigente della Regione Siciliana Tuccio D’Urso, l’ex sindaco Mimmo Cangelosi, il presidente del Consiglio comunale Sandro Ippolito e gli assessori della giunta,

Alla cerimonia, nella prospettiva di una collaborazione con "Gibellina Capitale dell’Arte Contemporanea 2026", è intervenuto anche il direttore artistico Andrea Cusumano. Il lotto di lavori consentirà la realizzazione di un percorso in sicurezza che lungo Corso Umberto (la strada che attraversa il borgo) porta a Piazza Elimo (la piazza principale del paese) e allo stesso tempo la realizzazione di un impianto d’illuminazione artistica che consentirà le visite serali.

Il sindaco Carmelo Palermo, che porta avanti un sogno alimentato nella convinzione anche di dare ai giovani una speranza per il futuro, dice: «Grazie a queste potremo finalmente aprire ai visitatori l’accesso al vecchio borgo, lungo un percorso che da Palazzo Agosta (già completamente restaurato) conduce fino alla piazza principale.

Credo che, se tutto procederà come da cronoprogramma, questo potrà avvenire all’inizio del 2026; la fine dei lavori, infatti, è prevista per novembre 2025».

Il progetto di rigenerazione urbana è promosso dall’Unione Europea e dal Ministero della Cultura con fondi PNRR (un milione e 600 mila euro) e, oltre ai lavori strutturali nel vecchio borgo, prevede interventi destinati allo sviluppo delle attività culturali (molte delle quali già svolte e altre in corso) e l’avvio di nuove imprese.

«Un progetto ambizioso – aggiunge il sindaco – che mette in connessione le due Poggioreale, quella danneggiata dal terremoto del ‘68 e il nuovo centro, ricostruito a pochi chilometri: oltre alla cosiddetta ‘musealizzazione’ del vecchio borgo, ‘Poggioreale, vecchio e nuovo centro’, prevede l’apertura di botteghe artigianali, strutture ricettive e attività di ristorazione nel paese nuovo e, assieme a queste, la promozione di attività culturali.

È una sfida che vede Poggioreale come cittadina-guida nelle politiche contro lo spopolamento dei piccoli borghi».

Un progetto che viene indicato come modello rispetto a questo tema, collegato a quello del progressivo invecchiamento della popolazione e della contestuale emigrazione dei giovani che contribuiscono con il definire i luoghi ‘colpiti’ da tali circostanze ‘paesi fantasma’.

Il vecchio borgo di Poggioreale si trova, com’è noto, a meno di due chilometri dal Cretto di Burri, nella Vecchia Gibellina, e con esso rappresenta la memoria viva di quella che è stata la tragedia del terremoto.

Questi lavori portano la firma di uno dei più importanti architetti italiani, Lelio Oriano Di Zio, già progettista dell’albergo diffuso a Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, voluto da Daniele Kihlgren, e dell’architetto siciliano Giovanni Cirrito.

Sono lavori molto attesi, grazie ai quali verrà finalmente consentire l’ingresso ai visitatori. Il primo cittadino lo ha sempre detto: «Quello che si vuole fare a Poggioreale è memoria viva", perché diventi luogo in cui la cultura rende la comunità partecipe di processi virtuosi.

Il sogno è un progetto che ridoni vita al borgo abbandonato per riconnettere la comunità al suo centro antico e al suo immenso patrimonio storico e identitario sommerso, offrendo opportunità per rinnovare il sistema socio-economico locale e innescare processi di sviluppo. È la nostra sfida allo spopolamento che dà speranza ai giovani che qui vogliono costruire il proprio futuro.

Questo progetto sana una frattura con la comunità locale che potrà così riappropriarsi di luoghi che custodiscono la memoria della città. Non si può vivere solo di ricordi. Occorre osare. Poggioreale Antica diventa una prospettiva di crescita per le nuove generazioni. Sapremo onorare questa sfida».

L'auspicio è che i lavori procedano spediti per il rinnovamento di questi luoghi e che il frutto sia il miglioramento della qualità della vita delle persone e la coesione sociale.

Ne ha bisogno Poggioreale, emblema di una Sicilia antica e sommersa, in cui parla l’anima di quei ruderi ancora visibili, che la rendono sito storico di grande impatto emotivo e culturale, che conserva l'architettura e le tracce del passato che raccontano la vita della comunità prima del disastro, meta per turisti, cineasti e appassionati di storia.
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