CINEMA E TV

HomeNewsCulturaCinema e Tv

Da commercialista a Cannes con "Testa o croce?": il siciliano che fa cinema (per caso)

Al cinema racconta che non ci andava neppure, una storia che ha dell'incredibile quasi voluta dal caso. Vi raccontiamo la storia di un marsalese che si è fatto strada

Jana Cardinale
Giornalista
  • 21 giugno 2025

Filippo Montalto

Marsalese, ha trascorso in Sicilia gli anni della sua formazione, frequentando il Liceo Classico della città lilibetana, per poi trasferirsi a Roma per studiare Economia e abilitarsi alla professione di dottore commercialista.

Poi però succede qualcosa che lo porta in tutt’altra direzione, fino a incontrare quella passione che nel tempo è diventata la sua attività preponderante e che gli apre il mondo del cinema.

Filippo Montalto, di 37 anni, ha intrapreso così un fortunato percorso professionale che lo ha portato a solcare il famoso tappeto rosso di Cannes, con il film "Testa o Croce?", che è stato in concorso a "Un certain regard", la sezione del Festival francese dedicata alle giovani tendenze e alle innovazioni del cinema mondiale.

Il suo ingresso nell’affascinante mondo del cinema risale al 2013 quando, dopo il conseguimento della laurea in Economia aziendale, ha casualmente iniziato a lavorare come consulente amministrativo e finanziario per delle importanti società italiane di produzione.

«Con il passare degli anni mi sono affezionato sempre di più a questo settore, avendo avuto l’opportunità di instaurare diversi rapporti concreti con persone di spicco in quest’ambiente», racconta Filippo, che, alla luce dell’esperienza maturata sia nel campo della produzione che dell’amministrazione di diverse opere cinematografiche e audiovisive nazionali e internazionali, nel 2021 ha deciso di avviare, assieme al fratello gemello Francesco, una propria attività fondando la società di produzione Andromeda Film.

Attualmente è anche vicepresidente di A.P.I.C. (Associazione Produttori Indipendenti Cortometraggi) ed è socio di Weshort, la piattaforma del Grande Cinema Breve. Diversi i cortometraggi prodotti nel tempo, a partire da "Non è giornata", al quale ha partecipato anche l’attrice marsalese Chiara Vinci, e molti i riconoscimenti ottenuti sia a livello nazionale che internazionale.

Nel 2023, ad esempio, ‘Al Buio’, diretto da Stefano Malchiodi in coproduzione con 10D Film e Anemone, ha ricevuto il Ciak D’oro ad ‘Alice nella Città’. E nello stesso anno il cortometraggio "Amarena" ha ottenuto il David Giovani 2024. Poi il grande salto nel mondo dei lungometraggi proprio con "Testa o Croce?", diretto da Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis e interpretato da Alessandro Borghi e Nadia Tereszkiewicz, in coproduzione con Ring Film, Cinema 11 e Rai Cinema.

I suoi lavori hanno anche ottenuto dei Nastri d’argento e nomination alle varie edizioni del David di Donatello. Un altro suo lungometraggio è stato girato interamente in Calabria e adesso è alle prese con un’importante produzione per cui inizierà le riprese il 6 ottobre in Piemonte, mentre è in corso il lavoro di revisioni per la sceneggiatura.

Filippo, che è papà da 23 mesi della piccola Mia, avuta dalla moglie lucana, conosciuta alla biblioteca dell’Università grazie a un vero e proprio colpo di fulmine, conferma di aver scoperto tardi la sua passione per questo settore, e improvvisamente.

«Prima – dice quasi sorridendo – non andavo neppure al cinema».

In sviluppo al momento ha un progetto al quale tiene molto per cui ha avanzato richiesta di contributo alla Sicilia Film Commission, per un film che si intitola L’ignoranza, ed è la storia di un pastore che si accultura attraverso gli audiolibri.

«È ambientato in Sicilia – conferma - e speriamo di essere beneficiari del contributo per iniziare nel 2026. Non abbiamo ancora iniziato i sopralluoghi ma nella nostra idea c’è di girarlo nelle campagne di Palermo. Ne saranno protagonisti Filippo Timi, Filippo Scotti e Rocco Papaleo».

È la storia di Giovanni, un bracciante cinquantenne semianalfabeta, totalmente estraneo alla tecnologia e al progresso. Un suo giovane vicino di casa, Arturo, lo introduce alle novità tecnologiche più comuni e ciò che per tutti è normale per lui diventa invece straordinario. Affascinato dalle potenzialità del nuovo scopre l’esistenza degli audiolibri e inizia a divorarli durante le sue giornate di lavoro.

Ed ecco che nelle parole degli autori più iconici della letteratura mondiale si meraviglia di riconoscere gli stessi stati d’animo che tante volte anche lui ha provato e a cui mai è riuscito a dare un nome prima. Inizia così ad agire come i protagonisti dei libri che ascolta, non ottenendo però sempre gli stessi risultati.

Questo processo imitativo lo porta a riflettere sulla sua condizione e a non accettarla più. «Il temine ignoranza – dice Filippo Montalto - oggi viene utilizzato con un valore dispregiativo supponendo che il destinatario di tale insulto abbia deciso deliberatamente di ignorare, di tralasciare alcune conoscenze relegandosi in una condizione di impossibilità a comprendere la situazione richiesta.

Il film indaga coloro che non hanno mai scelto di non conoscere, ma che si sono ritrovati a subire la condizione di ignoranza, di mancanza di conoscenza degli eventi del passato e del presente, perché non hanno avuto altra scelta. Il più delle volte questo coincide con l’abbandono del percorso di istruzione per imparare un mestiere e quindi apprendere un altro tipo di conoscenze più pratiche. La cosa che ne deriva è che l’ignoranza totale è impossibile.

Ognuno di noi, cioè, ha delle conoscenze specifiche che altri non posseggono. Il calzolaio ha una conoscenza pratica che probabilmente il direttore finanziario non ha e quest’ultimo ha delle conoscenze teoriche di economia e finanza che il calzolaio ignora totalmente.

È la società in cui viviamo che decide quali siano le conoscenze utili e degne di stima e quali invece quelle da trascurare perché rendono un essere umano di minor valore rispetto a un altro».

Il film andato a Cannes, “Testa o croce?”, invece, aveva ottenuto un contributo selettivo alla produzione da parte del Ministero, della Regione Toscana e di Lazio Cinema International, ed era stato girato tra la Toscana, ad Arezzo, e l’alto Lazio, a Sabaudia, ed è stato giudicato fra i primi 15 film più belli di Cannes, selezionato per la proiezione in piazza Grande a Locarno.

Filippo ormai vive a Roma, «perché il cinema è nella capitale», ma in Sicilia torna sempre in estate, per 15 giorni, per tornare dalla famiglia e dagli affetti.

Qui i suoi tifosi sono in tanti, a partire dagli ex compagni di scuola, felici del suo lavoro che porta in alto in nome della sua terra.

Un sogno nel cassetto per i prossimi lavori? «Da qui ai prossimi anni – conclude - vorrei fare un film con Alba Rohrwacher. È un mio desiderio».
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI